San Gerardo di Monza, porte aperte al settore B. Entro il 2020 la sfida Ircss

Il nuovo blocco, con 300 posti letto, è operativo da poco prima del Covid. Che ha fatto rinviare l’inaugurazione ufficiale. Ora lo sguardo è sulla trasformazione dell’ospedale in Istituto di cura e ricerca.
Il tasto play sulla storia del nuovo Settore B dell’Ospedale San Gerardo di Monza è stato premuto quattro mesi e mezzo fa. Poco prima che l’arrivo del Covid-19 stravolgesse le nostre vite. E rendesse gli ospedali, compreso il nosocomio del capoluogo della Brianza, il luogo dove, in prima linea, si è combattuta la guerra, non ancora vinta, contro un virus così contagioso e sconosciuto.
Il nuovo settore B, quindi, con i suoi 11 piani, 300 posti letto, una serie di reparti e ambulatori trasferiti da altri settori e camere di degenze a 1 o 2 posti letto sempre con bagno dedicati, ha già fatto in tempo a contribuire al contrasto al Covid. Con spazi completamente rinnovati e rimodulati. E reparti rivoluzionati per rispondere alle esigenze impellenti ed impreviste della pandemia. Come pneumologia, trasformata per ospitare pazienti in sub-intensiva ed intensiva o la radiodiagnostica, che è stata attrezzata durante il Covid per fare anche 160 esami toracici a letto, il triplo delle normali richieste.
LA CERIMONIA
Se l’emergenza sanitaria è stata una sorta di battesimo di fuoco per il nuovo settore B del San Gerardo, a cui entro i prossimi 2 anni dovrebbero aggiungersi prima il nuovo settore C e poi il settore A per completare la ristrutturazione dell’edificio Monoblocco e il progetto di riqualificazione del nosocomio monzese, le drammatiche circostanze di questi ultimi mesi un tasto pausa lo hanno, comunque, schiacciato. Quello dell’inaugurazione del nuovo settore B. Inizialmente prevista per l’11 marzo, la cerimonia ufficiale è avvenuta, con tutte le restrizioni previste ancora per non diffondere il contagio da Covid, solo oggi, 15 luglio.
Il primo pensiero delle autorità locali, civili e religiose presenti, dal sindaco di Monza, Dario Allevi al vicepresidente e all’assessore al Welfare di Regione Lombardia, rispettivamente Fabrizio Sala e Giulio Gallera (mancava il presidente Attilio Fontana, annunciato alla vigilia), fino al Prefetto di Monza e Brianza, Patrizia Palmisani, e al padrone di casa, il Direttore Generale della ASST di Monza, Mario Alparone, non poteva che andare a quanto l’Ospedale San Gerardo ha saputo fare durante il periodo del Covid.
“I posti letto del Settore B hanno contribuito in maniera determinante a ricoverare, a fine marzo, parte dei 600 pazienti Covid gestiti dalla nostra Asst ed hanno consentito di dare accoglienza ed assistenza ai 1700 pazienti, di cui oltre 350 da fuori provincia, che si sono rivolti a noi – afferma Alparone – questi numeri impressionanti comprendono gli oltre 100 posti di terapia intensiva attivati nel massimo picco di emergenza”.
“Essere riusciti a fronteggiare questa emergenza è il risultato di un lavoro di squadra e di un “sistema Monza” che si è stretto attorno al suo ospedale in tutte le sue dimensioni, amministrazione comunale, Prefettura, volontariato, cittadinanza – continua – la gestione di un rilascio di 11 piani di degenza con 300 posti letto, un intero ospedale di medie dimensioni, è complicato in condizioni normali, figuriamoci in piena emergenza”.
LE CARATTERISTICHE
Il nuovo settore B del San Gerardo ospita una notevole varietà di reparti: la Medicina d’Urgenza e la Gastroenterologia, la Medicina Generale, l’Otorinolaringoiatria e la Chirurgia Maxillo Facciale, la Geriatria, la Senologia e la Ginecologia, la Cardiologia, la Pneumologia e l’Unità di Terapia intensiva respiratoria, la Chirurgia 2 e l’Urologia, l’Ostetricia, la Pediatria, le sale endoscopiche insieme a quelle di urologia, bronco spia e interventistica e al piano terra le sale di Radiologia dedicate ai pazienti interni (Tac, scheletrica, Rm, Eco), gli ambulatori di Pediatria e Day Hospital.
Gli investimenti effettuati sono stati cospicui, 700mila euro solo per i nuovi arredi. Una parte consistente è stata spesa per l’acquisizione di strumentazioni e tecnologie all’avanguardia, come due risonanze magnetiche del valore di oltre un milione di euro e la nuovissima apparecchiatura radiologica polifunzionale scheletrica collaudata a gennaio, del valore di 234mila euro.
“Il costo complessivo delle opere per il settore B del Monoblocco, tra cui anche i pilastri rinforzati e i nuovi ascensori per l’utenza interna ed esterna, è di 37, 3 milioni di euro” sostiene il Direttore Generale della ASST di Monza.
LA SFIDA IRCSS
Se un nuovo capitolo si è chiuso, dopo quello archiviato nel 2015 della Palazzina Accoglienza, un altro, il nuovo settore C, procede e dovrebbe terminare entro l’ottobre del 2021. Nonostante l’incognita Covid-19 pesi ancora come una spada di Damocle sulla testa anche di questo progetto.
Nell’incertezza del futuro, soprattutto dei prossimi mesi, c’è una vicenda che dovrebbe ripartire a breve: l’ipotesi della trasformazione del San Gerardo in IRCSS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) (leggi l’articolo). L’assessore Gallera assicura che a settembre il dossier sarà ripreso in mano e inviato al Governo, che già prima del Covid aveva mostrato interesse e disponibilità, per essere, questo l’obiettivo di Regione Lombardia, approvato entro la fine di quest’anno.
L’intento è di valorizzare il San Gerardo, una struttura ospedaliera ritenuta d’eccellenza. Che, al termine del complesso e decennale progetto di riqualificazione dall’importo totale di oltre 200 milioni di euro, avrà un profilo nel prospetto Sud ispirato alle Prealpi lombarde ed in particolare al Resegone.
“L’ospedale di Monza sarà come una montagna, di cui da lontano si vede solo la cresta, ma poi, avvicinandosi, si vedono le persone che fanno fatica e lavorano, in cordata e in gruppo, per raggiungere la cima – afferma Sala – la ricerca scientifica, con la valorizzazione del capitale umano, non deve essere una percentuale del bilancio, ma il motore della ripartenza dopo il Covid. Al San Gerardo c’è l’Università Bicocca, la prima in Italia per pubblicazioni scientifiche mediche”.
La trasformazione del San Gerardo in IRCSS vede d’accordo anche il sindaco di Monza, Dario Allevi, che nei mesi scorsi aveva convocato anche un Consiglio comunale sulla questione.
“Un percorso che darà un’ulteriore certificazione di qualità al nostro ospedale, una struttura a cui tutta la città si è unita durante il Covid e che abbiamo premiato con la Corona Ferrea il giorno del Santo Patrono (clicca la news) – spiega Allevi, che scherza anche su una necessaria sua ricandidatura a sindaco nel 2022 per vedere finiti i lavori del nuovo San Gerardo – naturalmente diventare IRCSS non significa rinunciare agli elevatissimi standard raggiunti sino ad ora”.
IL PRESIDIO DEI SINDACATI
Rendere il nosocomio monzese un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico è un discorso legato al processo di riorganizzazione della Asst del nostro territorio. Che, come deciso dal Consiglio regionale della Lombardia, già dall’1 luglio 2020, data rinviata a causa del Covid, si sarebbe dovuta scindere in Asst Monza, comprendente Brugherio, Villasanta, l’Università Bicocca e la Fondazione per la mamma e il bambino e Asst Brianza, con l’ex distretto di Desio che verrà riassociato a Vimercate.
Questo passaggio da settimane accende gli animi dei principali sindacati, Cgil, Cisl e Uil (vedi qui). Che, unitariamente, hanno organizzato un presidio davanti all’Ospedale San Gerardo, proprio nel corso dell’inaugurazione ufficiale del nuovo settore B.
Le richieste dei rappresentanti dei lavoratori, indirizzate al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, sono fondamentalmente quattro: cambiare il modello sanitario regionale che, a loro modo di vedere, è stato troppo centralizzato e ha favorito i privati, avviare il confronto per l’utilizzo delle risorse nazionali, utilizzare tutte le risorse europee disponibili e aumentare gli organici e stabilizzare i somministrati.
I precari della sanità pubblica, più di 300 solo a Monza e in Brianza, anche se in prima linea anche durante il Covid, non hanno ricevuto alcun premio produttività dalla Regione Lombardia (leggi l’approfondimento).
“Con i 176 milioni di euro appena stanziati dalla Giunta regionale per assumere 1600 infermieri ed assistenti sociali, si potrebbero stabilizzare 3mila dei 4500 precari lombardi del comparto sanità – afferma Lino Ceccarelli, Responsabile Nidil (Nuove identità lavoro) e dell’Area Giovani e Lavoro della Cgil di Monza e Brianza – cosa farà la Regione?”.