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Svolta bonifica per la Lombarda Petroli: pioggia di fondi dal PNRR su Villasanta

Ancora non è stato comunicato l'ammontare del fondo a disposizione ma si parla di diversi milioni di euro. L’area interessata dal procedimento corrisponde a oltre la metà dell'area dell’ex Lombarda Petroli

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Villasanta. Passi in avanti verso il completamento della bonifica della Lombarda Petroli grazie ai fondi del PNRR. Con un decreto del 22 novembre 2021, il Ministero della Transizione ecologica ha approvato infatti un elenco dei “siti orfani”. Si tratta di luoghi contaminati o potenzialmente contaminati per i quali nessuno, per varie ragioni, si è finora fatto carico della bonifica. Al primo posto nella graduatoria delle 42 aree lombarde da bonificare (7 brianzole) c’è l’area Lombarda Petroli di via Sanzio. Ora, grazie ai nuovi fondi, si potrà procedere con la bonifica di oltre la metà dell’area.

La notizia arriva proprio a 12 anni esatti dal disastro ambientale. Una grande opportunità per il territorio, in quanto l’elenco è stato stilato proprio con l’obiettivo di finanziare la riqualificazione ambientale. A fronte del provvedimento del Ministero, il Comune di Villasanta e Regione Lombardia si sono attivate e stanno lavorando proprio in queste settimane per coordinare l’azione e gestire l’iter procedimentale che porterà all’attuazione della bonifica.

Le operazioni di bonifica

Ancora non è stato comunicato l’ammontare del fondo a disposizione ma si parla di diversi milioni di euro. L’area interessata dal procedimento non corrisponde all’intera estensione dell’ex Lombarda Petroli. Si riferisce infatti ma ai lotti B,C e D che rappresentano oltre la metà dell’area. I lotti A1 e A2 sono già stati bonificati (si tratta dei capannoni industriali di Immobiliare Villasanta, nella zona verso viale Monza).

Ancora privo di bonifica e di progetti è invece il lotto E, quello che ospita gli impianti dell’ex raffineria.

Il commento del Comune

Della procedura si stanno occupando congiuntamente gli assessorati Ambiente ed ecologia e Urbanistica del Comune di Villasanta. “L’inserimento dell’area Lombarda Petroli al primo posto della graduatoria non è un caso fortuito ma è il frutto di anni di lavoro per l’Amministrazione e gli uffici– hanno commentato gli assessori Gabriella Garatti e Carlo Sormani-. Fin dal 2014, il Comune ha convocato conferenze di servizi e tavoli tecnici finalizzati a promuovere l’iter della bonifica. Un’azione, questa, che ha coinvolto le istituzioni superiori (Provincia, Regione, Ministero) e gli enti competenti Ats, Arpa, Agenzia delle Dogane, Brianzacque, ATO Monza e Brianza. Tutti questi sforzi, che negli anni sono forse sembrati passaggi burocratici con poche concrete conseguenze, oggi mettono Villasanta nelle condizioni di poter cogliere una opportunità unica per il territorio”.

La storia del disastro ambientale

Nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 2010 a Villasanta, verso le 3, ebbe origine uno dei più grandi disastri ambientali della storia della Brianza e dell’intera Lombardia. Dalle sette cisterne dell’ex azienda petrolifera «Lombarda Petroli» furono sversati dolosamente più di due milioni e mezzo di litri di petrolio. Il carburante, colato nei tombini della fabbrica, attraversò chilometri di fogne intasando il depuratore di Monza e riversandosi nel Lambro. Il tutto in poche ore, prima ancora dell’arrivo dell’allarme agli enti territoriali.

A poche ore dall’avviso del disastro si formò una task force composta dai Vigili del Fuoco, dai volontari della Protezione Civile e dai tecnici dell’ARPA, dal corpo forestale dello stato. Un tavolo tecnico che portò al coordinamento di un piano di emergenza per la gestione del disastro.
Il carburante, nel frattempo, continuò a procedere e guadagnare kilometri su chilometri lentamente lungo il Lambro superando le dighe galleggianti e gli sbarramenti realizzati per arginare l’avanzata della grande macchia nera e arrivando a minacciare il Po.

La corsa dell’onda nera di carburante che aveva ormai superato il territorio brianzolo fu fermata con il contributo dell’Esercito e della Protezione Civile nazionale, all’altezza della centrale elettrica di Isola Serafini (PC). Un intervento congiunto che portò ad abbassare le paratie della diga facendo defluire solo l’acqua pulita sul fondo. Grazie all’utilizzo delle idrovore venne aspirata la maggior parte degli idrocarburi. Un intervento che evitò alla massa di carburante di raggiungere il delta del Po e il Mar Adriatico. Il materiale che, il 26 febbraio 2010, raggiunse infatti il mare grazie ad altri interventi attuati velocemente lungo il restante corso del Po, era così poco da non costituire un pericolo per l’ambiente.

Una storia lunga 12 anni che tra processi, inchieste e indagini vede ora un importante momento storico con questa nuova opportunità di bonifica.

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