Attualità

Desio, assemblea pubblica per dire ancora “No Pedemontana”

Venerdì 7 novembre il coordinamento No Pedemontana organizza un'assemblea pubblica a Desio: finora sono 2700 le firme raccolte.

DESIO MANIFESTAZIONE CONTRO PEDEMONTANA

A marzo 2014 il coordinamento No Pedemontana aveva lanciato una raccolta firme per chiedere lo stop della realizzazione dell’autostrada lombarda: ora l’associazione indice un’assemblea pubblica per le ore 21.00 di venerdì 7 novembre, presso la sala Pertini di Piazza Don Giussani, a Desio.

L’obiettivo: fare il punto della situazione, anche tramite la visione di materiali video che documentano lo stato dei cantieri a Lentate, definito da No Pedemontana “uno scempio”, e riunire i promotori di petizioni analoghe: i comitati che hanno chiesto online di fermare la realizzazione di Pedemontana, Lista civica italiana, che ha presentato una petizione per la “Moratoria delle grandi opere”, i cittadini di Birago che hanno presentato la richiesta di Consiglio comunale aperto per discutere della tangenzialina, e il comitato No Varesina Bis di Tradate.

Quante firme sono state raccolte? «Circa 2700 – risponde Davide, un membro del coordinamento. A questa cifra bisognerebbe però, almeno idealmente, sommare le firme raccolte anche da altre petizioni, che saranno formalmente depositate in Regione nei prossimi giorni -. Ci sembra un risultato discreto, siamo soddisfatti». Cosa pensate della diffida firmata dai sindaci di Desio e Seveso, assieme ad “Insieme in Rete”? «Da parte dei sindaci di comuni toccati dal disastro Icmesa è il minimo che ci si può attendere. La diffida però chiede solo che Pedemontana si attenga alla prescrizione 3 del Cipe: noi non siamo sicuri che serva a tutelare dai rischi connessi a diossina. Inoltre la diossina, per quanto grave, non è l’unico problema. Pedemontana va vista nel suo insieme ed è nel suo insieme che la contestiamo: iniziative così da sole non sono sufficienti, i sindaci dovrebbero fare fronte compatto e opporsi a quest’opera».

I lavori, intanto, avanzano. Credete che a questo punto sia davvero possibile fermare Pedemontana? «Pedemontana sta vivendo un calvario finanziario. In questi giorni la stessa Strabag, la società incaricata dei lavori, ha affermato che anche la sola tratta B1 non sarà pronta per Expo. Con una battuta verrebbe da chiedersi il contrario, cioè se sia davvero possibile completare Pedemontana! Quest’opera è un gigantesco pasticcio: concepita negli anni ’60, è nata vecchia, rientra ancora nella logica delle grandi opere faraoniche, pensate senza una reale valutazione della necessità per il territorio e per i cittadini, a cui non viene chiesto nulla, con costi insostenibili per le casse pubbliche e senza i tanto attesi investimenti privati. Resta solo la certezza delle pesanti ricadute sul territorio e sulle comunità: consumo di suolo, aree verdi distrutte, rischio diossina. A noi non interessano le compensazioni ambientali, che a fronte di tale disastro e di tali rischi non si capisce cosa dovrebbero compensare. Non si tratta di fare accordi: chiediamo di fermare Pedemontana e riqualificare la viabilità stradale esistente, puntando sul trasporto su ferro. Sappiamo che le forze in campo sono impari: da una parte ci sono interessi potenti e dall’altra “i piccoli” che difendono il diritto alla salute e a decidere del proprio futuro. Ma non è detto che Pedemontana sia invincibile: poco tempo fa quasi nessuno metteva in dubbio la sua realizzazione, oggi, anche grazie all’azione dei comitati molte certezze sono venute meno. Nell’assemblea di venerdì vorremmo discutere anche di come procedere».

In apertura, una manifestazione organizzata dal coordinamento No Pedemontana nel 2013

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