Dall‘autposia disposta sul cadavere del 48enne romeno ucciso a Desio lo scorso 4 giugno, emergono nuovi agghiaccianti particolari. Ritrovato in una pozza di sangue nel ballatoio di una corte di via Matteotti, ad ucciderlo sarebbero state 37 coltellate, inferte con inaudita ferocia anche alla testa. L’indagato, che ora si trova in carcere, nega l’accusa di omicidio nei suoi confronti. Ma le sue dichiarazioni non sono bastate a rimetterlo in libertà e il gip ha deciso di convalidare il fermo.
TRACCE DI DROGA NELL’APPARTAMENTO: LE INDAGINI
Intanto l’attenzione degli inquirenti si concentra su delle presunte tracce di droga che i Carabinieri, agli ordini del Maggiore Luigi Perrone, avrebbero ritrovato all’interno dell’appartamento, teatro del delitto e oggi ancora sotto sequestro.
Il presunto killer, 29enne di origini cubane, è stato fermato dai militari poco distante con due valige in mano. Un probabile tentativo di far perdere le proprie tracce mandato in fumo. Alla base dell’omicidio ci sarebbero una lite per motivi di soldi, legata a un affitto non pagato.
Secondo quanto ricostruito e riferito degli inquirenti ci sarebbe stata una discussione tra i due uomini all’interno della casa del romeno, dove il cubano era ospite da alcune settimane. Il litigio sarebbe scaturito per motivi apparentemente banali, sembra legato al mancato pagamento dell’affitto in nero da parte del cubano. La situazione sarebbe poi degenerata fino a sfociare in un’aggressione fatale, causando la morte dell’uomo rumeno. Mentre il sospettato è stato fermato nei pressi della stazione, pochi metri più in là è stata recuperata anche la presunta arma del delitto, ovvero un coltello da cucina, e alcuni indumenti sporchi di sangue.
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