Medicina generale

Carenza medici di base: per dicembre, 57mila assistiti senza dottore in Brianza

Intanto il modello d'emergenza di Ats Brianza, ovvero gli ambulatori temporanei, si evolve e viene acquisito da Regione Lombardia.

medicina generale ats brianza

Per la fine dell’anno, oltre 57mila assistiti in Brianza saranno senza medico di base. Lo hanno anticipato i vertici di Ats Brianza nella conferenza stampa che si è tenuta oggi, 23 novembre, sulla situazione della Medicina Generale sul territorio. Le cifre sono importanti, soprattutto se si considera che a luglio 2022 non si arrivava a 19mila, e gli operatori del settore non negano che si tratti di una “forte criticità”, così ha detto il direttore generale Ats Brianza Carmelo Scarcella.
Proprio dalla Brianza tuttavia è arrivata la soluzione (temporanea, precisano da Ats) al problema della carenza di medici di medicina generale che interessa, a dire il vero, tutta la regione. La soluzione si chiama Ambulatorio Medico temporaneo (Amt) ed è una versione evoluta della vecchia continuità assistenziale (o guardia medica). Lo strumento consiste, come è noto, in ambulatori con professionisti a rotazione che prendono in carico i pazienti i cui dottori di famiglia sono andati in pensione o si sono traferiti. Le criticità non sono mancate: centralini intasati, difficoltà a prendere i contatti, fino alle tensioni più forti tra utenti esasperati e dottori appena arrivati che hanno richiesto anche l’intervento dei carabinieri. Ciò non toglie che, gli Amt, hanno supplito almeno a una parte del bisogno con una serie di prestazioni in sostituzione dei dottori di famiglia.

LE CIFRE DEGLI AMT

Qualche numero è stato fornito oggi da Ats Brianza relativamente a tutti gli ambulatori attivi sul territorio: 3.409 schede sanitarie individuali, 6.787 prescrizioni per visite specialistiche, 4.144 prescrizioni per esami. L’85% degli accessi è stato effettuato da over 60. I dati riassumono l’attività generale, ma le realtà dei diversi distretti e comuni è molto variegata. La maglia nera spetta ad oggi ad Arcore dove è necessario un ricorso robusto agli Amt: il 33% del totale, per coprire il bisogno di 4.700 cittadini privi di medico. Segue Limbiate con il 19% e poi Brugherio con il 14% . Poi Bulciago, Varedo Correzzana, Agrate Vimercate, Sulbiate con dati molto esigui.
Lo strumento, come si diceva, non è privo di punti deboli, e sono in corso analisi per comprendere se i tempi più lunghi per prenotare una visita a questi ambulatori, non stiano spingendo molti assistiti a rivolgersi ai pronto soccorso. Col risultato di intasarne l’operatività e dilatarne i tempi di risposta per i codici non urgenti.

BRIANZA PIONIERA

Tuttavia il direttore sanitario Emerico Maurizio Panciroli ha spiegato che lo strumento, in una fase così emergenziale, è risultato così funzionale da essere stato riconosciuto e adottato da Regione Lombardia: Brianza pioniera, insomma, anche perché, dice Scarcella, “sempre la crisi può essere trasformata in un’opportunità per evolversi e migliorare”. Per questo il futuro sarà sempre più caratterizzato dalla componente dei medici con formazione “da guardia medica” in parallelo a quelli di famiglia in un’ottica di effettiva continuità.

IL FUTURO

La conferenza stampa è stata l’occasione per guardare al futuro: come si evolveranno le Cure Primarie? Rassicura la risposta di Panciroli sulla prospettiva che vada sparendo il rapporto assistito-medico di base, “direi proprio di no”. Restando alla Brianza, “attendiamo i 131 corsisti del polo formativo che noi gestiamo e che stanno seguendo il triennio formativo. A dicembre saranno pronti i primi 5. Per cifre più rilevanti bisognerà attendere settembre 2023 quando ne usciranno 51. Si punterà alla fidelizzazione con incentivi ma non possiamo dare per certo che restino sul territorio. Intanto il concorso che si è tenuto tra ottobre e novembre ha sancito qualche assegnazione: 4 professionisti ad Arcore, 3 a Brugherio. Hanno 90 giorni per iniziare il servizio.
Più in generale l’evoluzione, spiegano da Ats, è un diffondersi della medicina in forme associative (medici che si aggregano nello stesso ambulatorio o per funzioni) che aumenti i nastri orari di presenza, riduca i costi per i medici e consenta loro anche l’assunzione di personale amministrativo e infermieristico. Un modo per delegare tutto ciò che non è una prestazione medica, come le ricette, e dedicarsi meglio quindi alle visite. In previsione ci sono diversi incentivi e proprio in questi giorni è uscito un bando Ats che incentiva i medici di medicina generale riuniti ad assumere personale di questo genere.

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