Medicina generale

Invalido al 100% senza medico ad Arcore: storie di ordinarie odissee

Il figlio esasperato: "una sola visita in 7 mesi, portarlo in pronto soccorso è un'esperienza disastrosa, ma io la sanità la pago".

riccardo gemignani
Riccardo Gemignani, figlio di un anziano invalido rimasto senza medico.

“Mio padre ha 87 anni, è invalido al 100%, non muove le gambe, pesa 80 chili, ha il catetere. Portarlo al Pronto soccorso è un’esperienza disastrosa, non la fai certo così per così, senza un’emergenza”. Eppure gli è stato risposto così dall’Ambulatorio medico temporaneo al quale si era rivolto per un malessere del padre. L’anziano appartiene alla folta schiera degli “orfani di medico”, quei quasi 6mila arcoresi che sono rimasti a piedi dopo il pensionamento dei rispettivi dottori lo scorso anno. A loro disposizione ci sono gli ambulatori temporanei allestiti da Ats in spazi comunali, a Cascina del Bruno e a Bernate. Un quadro che, come è noto, sta infliggendo disagi notevoli a migliaia di persone ma che, per una persona invalida al 100%, si trasforma in un muro invalicabile.

IL RACCONTO

“Nei giorni scorsi ho notato che mio padre aveva problemi con la funzionalità renale e con la pressione – ha raccontato il figlio – e conoscendo ormai le difficoltà nel trovare la linea per un appuntamento all’ambulatorio, ho chiamato un’infermiera. Non è bastato il suo intervento. A quel punto ho provato a contattare il servizio di continuità assistenziale. Dopo insistenze particolari ho ottenuto la promessa che un dottore venisse la sera a fine servizio, ma ho aspettato invano. Ho riscritto il giorno seguente per fare presente il mancato servizio, ma non ho ottenuto risposta”. Altre volte appunto Il figlio dell’arcorese si è sentito consigliare di portare il padre in pronto soccorso. In svariati casi, stanco di far trascorrere i giorni prima di poter prendere un appuntamento, si è rivolto al privato, “ma questo non è giusto, sono stanco di questa situazione che va al di là dell’emergenza temporanea. È diventata la regola. Ormai servizi che prima venivano garantiti sono completamente scomparsi: come la visita mensile a domicilio a cui mio padre, in quanto invalido al 100%, avrebbe diritto. Negli ultimi 7 mesi senza medico di medicina generale ne è stata effettuata una sola”.

UTENTI FRAGILI

Un quadro nel quale il fatto di avere una disabilità grave non ha nessuna incidenza. Anche ora che 4 nuove dottoresse si apprestano a entrare in servizio ad Arcore assumendo così 4mila assistiti dei 6mila scoperti, l’invalidità dell’anziano non gli concede agevolazioni nelle procedure di domanda, come hanno riferito le professioniste nella conferenza stampa della scorsa settimana. Quindi se non sarà abbastanza veloce da presentare la domanda on line sul sito di Ats o di persona in farmacia (ipotesi entrambe impraticabili), resterà nei 2mila che dovranno continuare a utilizzare la guardia medica. Il figlio si prepara alla corsa all’iscrizione per mettere fine a una situazione in cui dichiara di sentirsi abbandonato dal sistema sanitario: “quello che non è accettabile è che una persona si aggravi o addirittura muoia in attesa di una visita”.

GLI AMBULATORI MEDICI TEMPORANEI

D’altra parte la soluzione degli Ambulatori medici temporanei attivati da Ats Monza e Brianza in modo quasi pionieristico, può considerarsi una discreta soluzione solo nell’ambito di uno stato d’emergenza (la carenza medici di medicina generale). Durante una conferenza stampa ufficiale, Ats Mb evidenziava l’intensa attività svolta da questi presidi ambulatoriali per quanto riguarda le ricette mediche. Non può invece essere considerata una soluzione di lungo periodo, poiché copre solo parzialmente il bisogno degli assistiti. “Inoltre riuscire a parlare con qualcuno per telefono è quasi impossibile -commenta Gemignani – forse con la mail i tempi si accorciano un po’, ma così viene meno completamente quel dialogo con il dottore che, in certe situazioni, può invece rivelarsi utile per qualche primo consiglio professionale e già esaustivo”.

LA PROSPETTIVA

Lo sguardo ora è puntato al giorno 1 febbraio, con l’entrata in servizio delle nuove dottoresse. Da ricordare: occorre fare domanda sul sityo Ats Monza e BrIanza, nella sezione scelta e revoca. Oppure recarsi in farmacia. Ed è opportuno, anche una volta ottenuta l’assegnazione, non recarsi in ambulatorio se non in caso di necessità. Le nuove professioniste dovranno ricostruire uno per uno i dossier degli assistiti, serviranno tempo e pazienza.

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