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Poco personale, trasferimenti continui, spazi dislocati: il Tribunale di Monza è al collasso  

Lo sostiene l'Ordine degli avvocati di Monza. Grave la situazione dei cancellieri: ne mancherebbero il 60%. E per una delle nuove sedi l'Ordine punta a Via Cavallotti.

ordine degli avvocati monza
Alla conferenza stampa: (da sinistra) l'Avv. Noemi Mariani, l'Avv. Vittorio Sala, l'Avv.Stefano Parravicini e l'Avv. Gaia Somaschini

Monza. È necessario che la giustizia funzioni. Bene e rapidamente. Ma a Monza, terza città della Lombardia nonché sesto Tribunale d’Italia, oggi non è così. È questa la forte denuncia che arriva direttamente dalla aule di Piazza Garibaldi.

Nella giornata di ieri, lunedì 25 luglio, in una caldissima aula del Tribunale, hanno fatto il punto con una conferenza stampa dedicata l’Ordine degli Avvocati di Monza, i rappresentanti della Camera Civile e Penale e la sezione territoriale di AIGA (associazione italiana giovani avvocati). All’ordine del giorno la situazione degli uffici giudiziari della nostra città capoluogo, che vertono ormai da anni in una situazione a dir poco difficile, quasi impossibile da reggere, che “rallenta a livelli inaccettabili la macchina”. “Il fatto di essere qui il 25 luglio in un’aula che ci è stata messa a disposizione ed è senza aria condizionata rende perfettamente lo stato in cui ci troviamo”, esordiscono gli avvocati.

I problemi: personale e spazi 

I problemi denunciati fondamentalmente sono due: gli spazi eccessivamente dislocati e la mancanza di personale. La punta di un iceberg che determina inevitabilmente problemi di tempistiche e di maggiori costi. “Abbiamo evidenti problemi logistici: si opera su ben 10 sedi dislocate anche fuori città – spiega l’Avv.Vittorio Sala, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Monza – e se pensiamo nel concreto in diversi di questi mancano parcheggi e spostarsi da una all’altra sede è complicato, soprattutto nelle ore di punta quando il traffico cresce”.

Vittorio Sala

A Monza, numeri alla mano, il sotto organico è evidente ovunque. Dei 60 magistrati teoricamente previsti ne sono operativi 42 (26 per il civile, 16 per il penale): ne manca quasi il 30%. Tra il personale amministrativo di unità ne mancano 44 (sono 113 sui 151 necessari). Ma il vero crollo sta nella cancelleria, dove gli avvocati stimano una mancanza pari al 60%. Ne deriva, tra le altre cose, un notevole ritardo di tutto il processo di digitalizzazione. A tutte queste assenze si aggiunge quella del dirigente amministrativo: non c’è più da due anni.

“Nell’ultimo anno e mezzo – chiarisce l’Avv. Noemi Mariani, Presidente della Camera Penale di Monza – cioè nel post-Covid dove abbiamo ripreso le attività in presenza, abbiamo assistito ad un avvicendamento continuo di magistrati. 12 su 8 hanno ottenuto il trasferimento. Le scelte personali non si discutono, tuttavia che tutti questi professionisti abbiano lasciato il foro monzese è un dato di fatto. Si sono ritrovati a gestire una mole di lavoro senza personale adeguato, e molti di quelli che se ne sono andati non ne hanno fatto mistero. La conseguenza? Abbiamo assistito ad intere mattinate in cui abbiamo rinviato i processi. Un danno enorme per la macchina e per tutti i cittadini. Così la giustizia non funziona“.

Un puzzle difficile

Per risolvere la situazione serve l’intervento del Ministero della Giustizia. “Serve anche per questo la conferenza stampa di oggi – continua l’Avv. Sala – per accendere l’attenzione su una situazione che è diventata insostenibile e che genera inefficienza. E che è ben conosciuta anche a Roma”.

La soluzione per quanto riguarda gli spazi gli avvocati ce l’hanno già in mente: si tratta dello stabile dell’ex Banco San Paolo situato all’inizio di Via Cavallotti, che potrebbe diventare il polo per tutti gli uffici del civile. Da escludere, invece, l’ipotesi di aule in Piazza San Paolo, dove il Ministero invece è più orientato. Una scelta, la loro, basata anche sui costi e sulla possibilità di realizzazione in tempi celeri: per quanto riguarda la soluzione di via Cavallotti, infatti, secondo le stime degli avvocati servirebbe 7 milioni di euro più eventuali ma ridotti costi di ristrutturazione; per quanto concerne l’ipotesi Piazza San Paolo i costi si aggirerebbero intorno ai 17 milione di euro. A supporto dell’ipotesi uno potrebbero arrivare i fondi del PNRR: si stimano 3 milioni di euro.

A promettere di farsi portavoce del grido di aiuto proveniente dal Tribunale di Monza è anche il nuovo assessore alla sicurezza Ambrogio Moccia, ex magistrato che le aule di piazza Garibaldi le conosce bene. “Massima priorità nel risolvere i problemi logistici – chiosa Moccia. – Voglio essere per voi un alleato spirituale e operativo in giunta, portavoce delle vostre esigenze”.

Ambrogio Moccia
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