Procura di monza

Monza, indagato il senatore Paolo Romani: avrebbe preso 350mila euro dal conto di Forza Italia

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il Senatore Paolo Romani. Il volto politico di Cambiamo! è indagato dalla procura di Monza con l'accusa di peculato.

senatore Paolo Romani
Il Senatore Paolo Romani

Monza. Si è avvalso della facoltà di non rispondere il Senatore Paolo Romani, presentando per la sua difesa una memoria scritta e promettendo ulteriori documenti. Il volto politico di “Cambiamo!” è indagato dalla procura di Monza con l’accusa di peculato. Secondo le carte, Romani avrebbe prelevato 350mila euro dal conto corrente di Forza Italia, quando era capo del gruppo a Palazzo Madama, in parte con la collaborazione di un imprenditore, a cui avrebbe girato poi degli assegni per parte della cifra contestata.

L’indagine, svolta dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Milano sotto la direzione della Procura del capoluogo brianzolo, trae origine da varie segnalazioni di operazioni sospette e si è successivamente articolata nell’acquisizione di documentazione e da approfondimenti.

Secondo il procuratore Claudio Gittardi, Romani in qualità di Capo del Gruppo Parlamentare de Il Popolo delle Libertà (dal 25 novembre 2013 al 22 marzo 2018), avrebbe avuto accesso a un conto corrente presso la Filiale di Palazzo Madama ed intestato a Forza Italia, con delega a suo favore, alimentato con con somme provenienti dalla dotazione del Senato per il finanziamento pubblico ai partiti. Secondo l’accusa, il Senatore Romani si sarebbe appropriato di 83mila euro prelevando la cifra dal conto con quattro assegni, emessi a sua firma e a se stesso intestati, che avrebbe poi versato sul suo conto acceso presso una filiale bancaria di Cinisello.

Sempre secondo gli atti della Procura, inoltre, avrebbe emesso assegni per 165.500 euro ad una ditta (oggi in liquidazione), il cui titolare incassava e poi riversava quasi integralmente allo stesso Romani sempre su conti correnti a lui intestati.

Infine avrebbe emesso altri assegni, per circa 95.300 euro, a “molteplici soggetti per finalità estranee a quelle indicate nel regolamento del Senato”.

Romani si è avvalso della facoltà di non rispondere, allegando una memoria difensiva con la quale produrrà nuova documentazione.

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