Politica

Seveso, dopo le dimissioni del sindaco Allievi cittadini divisi: le interviste

Per qualcuno ha fatto bene, altri pensano a una manovra politica. Interviste ai cittadini di Seveso: sono preoccupati dal pericolo della diossina?


Il mercato del sabato sembra quello di sempre a Seveso. Sono da poco passate le 10.00 del 3 luglio, le persone si lamentano del caldo, le bancarelle hanno occupato i loro posti immutabili: tra i capannelli di conoscenti che si incontrano tra il banco del pesce e quello del fruttivendolo l’argomento che va per la maggiore è ancora il vaccino, e non, come si potrebbe pensare dalla lettura dei giornali, quello delle dimissioni del sindaco. Non sono infatti ancora trascorse nemmeno 48 ore dall’annuncio-bomba di Luca Allievi (Lega), che ha dichiarato di voler lasciare l’incarico di primo cittadino denunciando delle “zone d’ombra” sulle gestione delle vasche di contenimento dei materiali contaminati dalla diossina del disastro Icmesa, di cui tra l’altro a breve, il 10 luglio, ricorre il 45esimo anniversario. Nel frattempo, insieme a una reazione più o meno sorpresa di tutte le altri parti politiche locali, è già arrivata una replica di regione Lombardia che smentisce ci siano state irregolarità nella gestione: forse è già sufficiente perché agli occhi dei cittadini appaia solo come una manovra politica?

Non è che c’è sotto un problema politico? – si chiede infatti Virginia, 33 anni, residente a Baruccana -. Premetto che non mi sono interessata della politica sevesina ultimamente… ma credo che se c’è un problema bisogna discuterne e comunicarlo ai cittadini, non tirarsi indietro. Se invece sotto c’è una questione politica, noi cittadini non possiamo saperlo”. “Però magari questo è l’unico modo che ha il sindaco per mettere in luce il problema – le ribatte Andrea, di Meda -. Secondo me ha fatto bene“.

“Siamo delusi dalla politica locale, a Seveso non se ne è mai capito niente e d’altra parte non hanno mai fatto niente, è sempre tutto fermo” taglia corto una coppia di 50enni che sottolinea, per contrasto, la vivacità di paesi vicini e pure più piccoli come Ceriano, Cogliate e Lazzate: tutti e tre governati dalla Lega, come Seveso, ma a loro dire con esiti molto diversi. “Abitiamo ai Dossi, una zona abbandonata a se stessa – continua lei -. La diossina? Mi sembra strano che se ne sia accorto solo adesso: personalmente non ho mai capito il criterio delle vasche, ma ho sempre pensato che la situazione fosse sotto controllo, d’altra parte il Bosco delle Querce è una delle poche aree verdi che abbiamo”.

Tra l’altro il Parco sorto sulle macerie della diossina (letteralmente: le due vasche di contenimento, una di 200.000 mq e l’altra di 80.000, si trovano proprio sotto il terreno del Bosco, completamente bonificato, tra Seveso e Meda) è vicinissimo al mercato: entrando dall’ingresso di via Redipuglia ci si aspetterebbe di trovarlo deserto, almeno questo sabato, ma è frequentato come sempre. E se si parla della notizia del giorno, i commenti si dividono tra scetticismo e inquietudine. “Il sindaco ha ragione, penso ci sia sotto qualcosa di pericoloso” – afferma Mauro Casagrande, 55 anni, che porta comunque a spasso con il cane per i sentieri del Bosco perché – “tanto sono nato qui, la diossina l’ho vissuta”. “Ma se è vero quello che dice il sindaco, perché parlano adesso dopo tutti questi anni?” si chiedono Paola Ferro e Antonio Milano, venuti al Centro Visite del Parco a fare rifornimento di sacchi blu. “Speriamo che serva a far smuovere qualcosa” si augurano. “Se ho paura della diossina? Ma tanto è sempre stato pericoloso, qui è come Chernobyl” – commenta invece Norma, anche lei a spasso con il cane, in tono disilluso.

Nella zona del parco giochi, la più affollata dell’intero Bosco, molte mamme restano stupite dalla novità (“Siamo di Cesano, veniamo qui perché questo parco è di gran lunga il più bello”), ma la accolgono senza allarmismo: “Il posto sembra sicuro, poi, se dobbiamo parlare di contaminazioni, certo non è solo qui. E con Pedemontana sarebbe anche peggio”. “Non mi sdraio a terra, non bevo mai dalle fontanelle… sinceramente mi farebbe più paura stare vicino a qualcuno senza mascherina – commenta invece Domenico, un papà che è venuto al Bosco a correre insieme al figlio -. Personalmente mi sembra una battaglia politica, ma temo che a prescindere la situazione non sia delle migliori. Quello che vorrei è veder svolgere le analisi e i controlli davanti a una troupe di giornalisti, in diretta. Così potremmo stare un po’ più tranquilli”.

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