Cultura

La chiesa di San Michele a Monza: dove venivano incoronati gli imperatori

In quel lato di piazza San Paolo, verso piazza Carducci, dove oggi c'è la statua dell'arcangelo Michele, un tempo sorgeva la chiesa dove avvenivano le incoronazioni degli imperatori del Sacro Romano Impero.

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C’è una piazza a Monza che oggi è dedicata a San Paolo per via della passata presenza di un monastero intitolato appunto all’apostolo di Tarso. Ma un tempo il santo principale del luogo era un altro.

La città nel VII secolo d.C. era diventata uno dei centri più importanti per il popolo Longobardo, che dominava gran parte dell’Italia. Questa stirpe, di origine germanica, si era convertita al cristianesimo ormai da più di un secolo, mantenendo però ancora qualche residuo di politeismo. Ad esempio un culto importante come quello di Odino, difficile da eliminare, venne tramutato in venerazione per la figura guerriera più rilevante presente nella Bibbia: l’arcangelo Michele. Ogni città doveva avere un tempio dedicato a San Michele, e Monza non faceva eccezione. Così, nel lato di questa piazza verso l’attigua e odierna piazza Carducci, nel 628 d.C. sorse la chiesa consacrata all’arcangelo. Insieme alla basilica di San Giovanni era il tempio più importante della città e vi rimase anche nei secoli successivi, tant’è che fu ritenuta adatta per l’incoronazione dei sovrani del Sacro Romano Impero.

Si ha però testimonianza di un solo evento di questo tipo nel 1128 che però ebbe un eco notevole.

Alla morte senza eredi dell’imperatore Enrico V di Franconia, si creò una spaccatura tra le due casate dominanti. Ebbe la meglio Lotario di Supplimburgo, ma l’arcivescovo di Milano Anselmo non ci stette e per contrastare il nuovo imperatore elevò al rango di re d’Italia Enrico III di Svevia. L’incoronazione avvenne a Monza, rigorosamente con la corona ferrea, nella chiesa di San Michele e fu un gesto ricco di significato. Innanzitutto si smembrava il Sacro Romano Impero, dal momento che l’imperatore doveva essere anche re d’Italia oltre che re di Germania se voleva mantenere uniti i suoi domini. In secondo luogo l’arcivescovo mostrandosi così vicino alle cause imperiali si inimicò tutta la popolazione di Milano.

Alla fine i due personaggi ebbero destini diametralmente opposti: l’arcivescovo Anselmo fu deposto dal papa in persona ed arrestato, risolvendo così lo scisma che si era creato nella chiesa milanese; Enrico III di Svevia non dovette aspettare molto per diventare lui stesso imperatore (anche se mai ufficialmente incoronato) perché Lotario morì nel 1137, aprendo così le porte alla dinastia degli Svevi. Gli Svevi del Barbarossa, gli Svevi di Federico II ”stupor mundi”.

Oggi la chiesa di San Michele non c’è più, abbattuta negli anni ’20 perché decadente. Al suo posto vi è una scultura che rappresenta l’arcangelo. Pochi lo sanno, ma passando a piedi tra il bar e la statua, si cammina su un pavimento che ha cambiato la storia.

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