DIARIO DI VIAGGIO. Caucaso: i monasteri armeni e il lago di Sevan

Gli studenti della 3D e 3E dell’Istituto Vanoni di Vimercate ci stanno raccontando giorno per giorno il loro insolito tour 

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Sono in viaggio in Caucaso e noi li stiamo seguendo virtualmente pubblicando i loro racconti. Gli studenti della 3D e 3E dell’Istituto Vanoni di Vimercate, indirizzo Turismo ci stanno raccontando giorno per giorno il loro tour che hanno interamente programmato con il progetto “Viaggi Diversi” allo scopo di approfondire la materia dell’Itinerario turistico.

Bellissimo progetto!

TAPPA 2

Il caldo sole del mattino erevanita ci dirige verso una nuova meta, sono le 9 quando salendo sul pullman di Sargis ci accorgiamo che la stanza 307 manca all’appello. Con 10 minuti di ritardo carichiamo le nostre pesanti valigie e, ancora assonnati per la frenetica giornata passata, partiamo verso Khor Virap, uno dei tanti monasteri che caratterizzano il territorio armeno.

Khor Virap, situato alle pendici del monte Ararat, noto per la leggenda che narra lo sbarco dell’arca di Noè, è uno dei primi monasteri ad essere eretto da San Gregorio l’Illuminatore, colui che costruendo molteplici chiese sopra i templi pagani, riuscì a diffondere e predicare il cristianesimo in Armenia.

Durante la visita abbiamo notato un fenomeno che non ci saremmo mai aspettati da un paese come questo: gente di tutto il mondo affollava l’intero monastero togliendo quell’atmosfera sacra che dovrebbe caratterizzate luoghi come questo. Sperando di avere un attimo di pace ci avviamo verso il secondo obiettivo di giornata.

Il viaggio è turbolento con strade impervie percorse in velocità dal nostro autista abituato a questi percorsi tortuosi; pur con qualche brivido osserviamo un paesaggio mozzafiato che abbiamo chiamato: “Il Gran Canyon d’Armenia” che ci accompagna fino al complesso di Noravank.

Giunti a destinazione, entriamo nel sito e esplorandolo per intero. Quello che impressione del complesso di Noravank è che le chiese sembrano uscire dal terreno, fondersi con lo scenario minerale, sembrano fatte della stessa sostanza del paesaggio roccioso che hanno attorno.

Terminata la visita decidiamo di pranzare a nei pressi di Noravank. Carne alla brace e un tripudio di verdure, tra i sapori l’immancabile aneto, a cui i nostri palati ancora devono abituarsi.

Concluso il pranzo ci rimettiamo in “carrozza” per dirigerci verso la penultima tappa di domenica 26 maggio, il Caravanserraglio di Selim. Si sale vicino al passo omonimo a 2.500 metri d’altezza, in quello che è il vero e proprio tetto d’Armenia.

Durante il tragitto rimaniamo incantati dalla splendida vista che appare ai nostri occhi, immense distese di praterie, caratterizzate dalla presenza di piccoli cumuli di neve non ancora  sciolti, e una distesa infinita di pascoli.

Proseguendo lungo il tragitto Filippo, il nostro esperto ornitologo, ci intrattiene illustrandoci molteplici specie di volatili autoctoni; diverse persone si mostrano interessate, mentre altrettante si sono addormentate (forse) per la stanchezza. Per queste ultime il risveglio sarà magico, davanti alla visione del tanto immaginato lago di Sevan.

Dormiamo in un villaggio turistico sulle rive del lago, ci sistemiamo in piccoli cottage, sotto un cielo che cambia in continuazione: l’ambientazione è quasi esotica.

Passiamo il tempo prima della cena stando in spiaggia. La piccola baia è punteggiata da ombrelloni in paglia tutti spettinati dal vento. Solra le nostre teste: un tramonto estasiante.

Si fa ora di cena e, dopo aver passato giorni mangiando i piatti tradizionali a base di carne, finalmente ecco arrivare in tavola la famosa trota endemica di Sevan. Pesce pregiato che popola il lago e che fin dai tempi dello zar veniva richiesto in mezza Russia ed esportato per migliaia di chilometri nei palazzi del potere prima zaristi e poi sovietici. Le carni, leggermente salmonate, sono gustosissime e compatte: una vera goduria per il palato, ma attenti alle lische!

La notte è fredda a 2000 metri d’altezza e passa lentamente. Risvegliati dal soave cinguettio degli uccellini e dalle onde del “mare d’Armenia”, che si increspano sulla riva, ci prepariamo all’attività del giorno: la navigazione sul Sevan. La nostra guida Giada ci spiega che è il lago d’altaquota più grande d’Europa ed ospita un’ampia varietà di specie animali. Il sole riflette sulle sue acque color smeraldo e noi, accompagnati da un nostromo del luogo, abbiamo  la possibilità di apprezzarne la grande biodiversità.

Attraccati al molo del nostro resort e dopo uno squisito pranzo vista lago, dove incontriamo ancora le carni della trota locale, partiamo per l’ultima visita al Sevan.

Eccoci a Sevanavank, monastero che sorge sulla sponda nord occidentale della penisola di Geghardkunik, nasce dal sogno di Grigor Yeghirvadezi che, richiamato dagli apostoli di Gesù, innalza due di quelle che oggi sappiamo essere tra le cattedrali più visitate d’Armenia.

Il lago da qui sembra davvero un mare. Percorrere la piccola penisola tra lago e cielo blu è un’emozione bellissima: staremmo qui tutto il giorno!

In seguito abbiamo lasciato il lago e ci siamo inoltrati nel vicino Parco nazionale di Dilijan. Il paesaggio a poche curve dalle rive del Sevan cambia repentinamente, torna ad essere montuoso e ammantato ora di foreste. Lungo la strada per l’hotel in cui sosteremo per la notte ci fermiamo per una breve escursione fino al “Re della foresta” come lo chiamano da queste parti.

Un grande albero in parte scolpito con le sembianze di un monarca, indiscusso padrone del bosco. Una piccola chicca scoperta dopo lunghe ricerche in internet e che oggi si raggiunge con qualche difficoltà poiché il sentiero di accesso ufficiale è chiuso e sbarrato da un cancello con tanto di guardia: bisogna contrattare un po’ per poterci arrivare.

Conclusasi anche questa tappa, siamo rimasti sbalorditi e soddisfatti del lavoro che abbiamo svolto sia come gruppo che singolarmente. È stata un’esperienza unica e indimenticabile soprattutto nel magnifico luogo in cui ci siamo ritrovati, una meta sconosciuta a molte persone. L’Armenia ci ha sorpresi: appena la si scopre non la si vuole più lasciare.

Carlotta Multari
Ana Capruci
Giada Monaca
Elisa Ronchi
Filippo Preziosi
STUDENTI DEL VANONI DI VIMERCATE 

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TAPPA 1

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