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Ospedale San Gerardo di Monza, tutta la storia del cantiere finito nel mirino della magistratura

La ristrutturazione dell'ospedale San Gerardo assume contorni di centralità nella vicenda giudiziaria che ha portato agli arresti dei vertici di Infrastrutture Lombarde.

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La ristrutturazione dell’ospedale San Gerardo assume contorni di centralità nella vicenda giudiziaria che ha portato agli arresti dei vertici di Infrastrutture Lombarde. Società esterne, rimborsi e un appalto da 207 milioni di euro che secondo i pubblici ministeri sarebbe stato indirizzato, eccoli i carichi da undici dell’affare monzese. E il vaso di Pandora scoperchiato dalle indagini pare avere radici piuttosto profonde e una cronistoria che assume connotati nuovi, alla luce degli illustri arresti.

La prima testa a cadere è quella di Giuseppe Spata, attuale direttore operativo alla Multimedica di Sesto San Giovanni ed ex direttore generale del nosocomio monzese, il cui progetto di ristrutturazione, nel 2010, era portato sul palmo di mano dalla società medica e politica del territorio. In pillole, prevedeva la costruzione di un avancorpo e il “taglio” degli ultimi sei piani del monoblocco. Costo, circa 90 milioni di euro.

Dall’altra parte della bilancia c’era il progetto che conosciamo, targato Infrastrutture Lombarde e con regia formigoniana: 207 milioni di euro e quattro fasi: costruzione di un avancorpo antistante la struttura odierna e in tre momenti successivi tra loro, ristrutturazione in quest’orine dei settori B, C e A. Lavori impattanti e della durata di oltre sei anni, collaudo previsto dicembre 2019.

Esito della contesa: Spata viene cacciato dal San Gerardo e si accasa nel Lazio, come subcommissario per il piano di rientro della sanità regionale. Sulla poltrona di direttore generale del San Gerardo siede Francesco Beretta, ciellino, vicino a Formigoni. Il bando prende corpo e forma tra la preoccupazione del territorio (sindacati in primis) e le rassicurazioni di Regione e dei vertici dell’azienda ospedaliera.

I diciotto anni di governo mono corda Formigoni in Lombardia finiscono a marzo 2013, ma prima, circa un anno prima, nell’aprile 2012, scoppia il “bubbone” Maugeri, lo scandalo della sanità in Lombardia. Beretta si dimette a marzo 2013 e al Pirellone, dopo le elezioni, governa Roberto Maroni.

Ad aprile 2013 viene nominato il commissario straordinario del San Gerardo: è Simonetta Bettelini, quota Lega Nord, ça va sans dire. A luglio dello stesso anno fa discutere la decisione della Bettelini di licenziare il direttore sanitario, Antonio Bonaldi, e il direttore amministrativo, Valentino Colao, entrambi “sopravvissuti” celesti. La questione arriva sui banchi del nuovo consiglio regionale, il Movimento 5 Stelle presenta un’interrogazione. Sembra un “regolamento di conti” politico e così viene archiviato.

Il cantiere, intanto, parte ufficialmente a settembre 2013. Il San Gerardo resterà bardato per sei anni. Oggi conta 250 operai impegnati e i doppi turni.

Il 20 marzo 2014, pochi giorni fa, i sindacati annunciano raggianti la firma di un protocollo sicurezza rivoluzionario, contro le infiltrazioni malavitose esterne, poche ore dopo arrestano Antonio Rognoni e i vertici di Infrastrutture Lombarde, i registi di un cantiere ora scandagliato dalla magistratura.

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