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Caso Sangalli, l’ANAC apre un’indagine e il M5S chiede la testa dei consiglieri di Monza

I Cinque stelle avevano presentato un ricorso. Il capogruppo Novi annuncia richiesta di dimissione della maggioranza di centro sinistra

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In Consiglio comunale riesplode il caso Sangalli. Il gruppo del Movimento Cinque stelle è infatti determinato nel chiedere le dimissioni in blocco di tutti i consiglieri di maggioranza che la scorsa primavera ratificarono col loro voto l’accordo transattivo fra il Comune e l’azienda titolare dell’appalto per la raccolta rifiuti.

A questa decisione i consiglieri penta stellati sono arrivati dopo avere avuto comunicazione dall’Anac, l’Associazione nazionale anti corruzione, alla quale avevano presentato un ricorso, che è stata avviata un’indagine sull’intesa fra amministrazione e Sangalli. Grazie a quell’accordo l’amministrazione aveva avuto uno “sconto” di circa otto milioni di euro a fronte di un costo complessivo del servizio di oltre 120 milioni per nove anni.  “Avrebbero dovuto risolvere l’appalto e chiedere i danni – ha commentato Gianmarco Novi, capogruppo in aule del Movimento -. Euro più, euro meno, abbiamo calcolato un danno erariale di circa 60 milioni di euro”. Anac, adesso, ha avanzato una serie di richieste relative all’intesa.

Fra queste, i Cinque stelle segnalano con l’evidenziatore l’entità del danno cagionato alla stazione appaltante dall’inadempimento della Sangalli,  l’entità della richiesta di risarcimento avanzata dal Comune in sede penale, la quantificazione del vantaggio patrimoniale che il Comune ha ottenuto per effetto dell’accordo transattivo. Nel frattempo, l’amministrazione ha provveduto a effettuare un aggiornamento sul canone annuo dovuto dall’azienda.

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