Fridays For Future, il 27 settembre nuova manifestazione: “Non ci saranno solo i ragazzi”

Fridays For Future è un movimento ambientalista in crescita in tutto il mondo. Un gruppo di giovani attivisti opera anche a Monza e si prepara al terzo sciopero globale previsto per il prossimo 27 settembre. Li abbiamo intervistati.

Fff monza assemblea mb

C’è una nuova generazione che torna ad occupare uno spazio politico che per anni è stato messo da parte. Sono giovanissimi (hanno mediamente dai 15 ai 20 anni) e condividono un progetto globale di protesta pacifica iniziato solo pochi mesi fa – Skolstrejk för klimatet, letteralmente “sciopero per il clima” – in cui chiedono azioni concrete atte a prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico.

Non esiste un pianeta B” gridano nelle piazze e hanno ragione: l’emergenza climatica è la vera emergenza dei nostri anni e di quelli a venire. Diffusi ormai in modo capillare in tutto il mondo, i giovani attivisti di “Fridays For Future” (i cosiddetti “venerdì del futuro”) sono ovunque, anche nella nostra provincia.

Nicolas, Benjamin, Ludovico e Arianna, sono lo zoccolo duro di Fridays For Future Monza. Li incontriamo al Centro Sportivo NEI, che negli ultimi anni, dopo l’apertura dell’aula studio, è diventato un punto di riferimento per gli studenti monzesi. Ci raccontano dello sciopero globale che ci sarà il 27 settembre – il terzo dopo quello del 15 marzo e del 24 maggio scorsi – e della rete che con perseveranza stanno costruendo con associazioni e amministrazioni comunali.
Sono adolescenti o poco più, molti membri del movimento frequentano ancora le scuole superiori e portano con sé quell’entusiasmo giovanile che non si vedeva da un po’ di tempo nel nostro paese.
Adesso si preparano a tornare in piazza per ricordare anche ai “grandi” che la battaglia per il clima riguarda tutti noi.

Lo sciopero del 27 settembre

«Questo sciopero è diverso dagli altri – esordisce Nicolas, villasantese, coordinatore provinciale di FFF Monza – perché per la prima volta ci rivolgiamo anche agli adulti. Il nostro obiettivo è eliminare o almeno ridurre il ‘gap’ generazionale che c’è quando parliamo di questi temi. Sarebbe impossibile avere un rapporto “uno a uno”, ma stiamo lavorando con associazioni, sindacati e amministrazione comunali per portare in piazza più persone possibili».

«Sappiamo che l’opinione pubblica è po’ divisa su noi – prosegue Arianna – ma qui non si tratta di stare da una parte piuttosto che un’altra. Sappiamo che tanti, anche tra gli adulti, ci sostengono, ma diversi ci hanno attaccato sui social e alcuni anche preso in giro. Ci hanno detto che scioperavamo di venerdì per fare “il weekend lungo” o di “lottare per il clima” e poi lasciare le piazze sporche, ma non è così e basterebbe venire alle nostre manifestazioni per capire qual è il nostro obiettivo: premere su chi ha il potere politico di fare qualcosa, sensibilizzare, creare una nuova consapevolezza».

Cosa è cambiato a Monza?

«Una città come Monza deve fare di più – ci racconta Ludovico – perché ci sono state tante buone parole, ma adesso ci aspettiamo più azioni concrete. Un dialogo con l’amministrazione comunale c’è, eppure non è ancora stata dichiarata l’emergenza climatica e ricordo che Monza è la terza città più inquinata d’Italia. Chiediamo concretezza: interconnessione tra le piste ciclabili, più raccolta differenziata, percorsi di sensibilizzazione nelle scuole, un investimento sul traporto pubblico».

«C’è una nuova generazione a Monza che si è fatta sentire – continua Benjamin. «Il primo sciopero ha portato in piazza oltre 2000 ragazzi e da allora abbiamo fatto riunioni ogni venerdì, ci siamo mobilitati. Abbiamo una partecipazione a più livelli: ci sono i membri del coordinamento, le assemblee aperte e una comunità sui social in crescita (130 partecipanti al gruppo What’s App e oltre 1300 followers su Instagram). Ci guardano con curiosità tanti mondi: li stiamo incontrando piano piano e stiamo spingendo per una maggiore partecipazione».

Dal locale al globale

Gli chiediamo quali “buone pratiche” possiamo seguire noi per rispettare l’ambiente.
«Su questa rispondo io – interviene Arianna, che da quando è entrata nel movimento confessa di aver cambiato le sue abitudini in modo radicale.
«Ci sono piccole accortezze che ognuno di noi può seguire: stare più attenti a fare la raccolta differenziata, utilizzare borracce per l’acqua, diminuire il consumo di carne a due volte alla settimana, utilizzare la coppetta mestruale al posto degli assorbenti, non utilizzare la plastica come imballaggio per frutta, verdure, ecc.
Provare, poi, a parlare con gli altri, coinvolgere anche solo un amico a fare queste cose: anche quello è il cambiamento».

«Sono d’accordo, ma dobbiamo sempre tenere a mente che si tratta di una questione globale – prosegue Ludovico. «100 grandi aziende producono il 70% dell’inquinamento mondiale. Quindi che fare? Il nostro consiglio? Scendete in piazza».

Il movimento torna tra le strade di Monza venerdì 27 settembre. L’evento Facebook ufficiale è disponibile qui.

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