Monza. Una proposta importante, un’opportunità unica, ma anche mille dubbi e incertezze che si affollano nella mente di chi si trova di fronte alla possibilità di scrivere un libro mettendo nero su bianco una grande impresa di inclusione. È esattamente ciò che sta vivendo Nico Acampora, fondatore di PizzAut, dopo che un’importante casa editrice gli ha chiesto di raccontare la storia di quella che per lui è una ragione di vita: dare un’opportunità ai ragazzi autistici.
La notizia, innegabilmente lusinghiera, ha portato con sé una valanga di pensieri e interrogativi. Tra questi, il timore di dover investire enormi energie nella stesura del libro, energie che inevitabilmente verranno sottratte alla famiglia e al lavoro nel locale gestito da giovani nello spettro.
“Mi hanno chiesto di scrivere un libro, una proposta seria. Due mesi fa mi un’importante casa editrice mi ha chiesto di raccontare la storia di PizzAut in un libro. Sono contento, mi sento lusingato ma ho mille dubbi. Ho il timore di impiegare tante energie per scriverlo, energie inevitabilmente da sottrarre alla famiglia e a PizzAut. Ho molti dubbi, e poi magari non sono capace, e poi magari non lo legge nessuno. Ho condiviso su questa pagina e con voi tante emoziono e tante scelte. Voglio condividere anche questa. Secondo voi lo devo scrivere oppure no?” così Acampora si rivolge e confida con coloro che lo hanno sempre supportato.
La decisione di scrivere un libro non è mai semplice, soprattutto quando si tratta di una storia così importante e significativa come quella di PizzAut. È un passo che richiede coraggio, impegno e dedizione: le stesse qualità che hanno portato Nico a realizzare il sogno di tanti ragazzi e delle loro famiglie.
La storia di PizzAut potrebbe essere un’opportunità unica per condividere con il mondo questa esperienza e il contributo a questa causa. Scrivere un libro potrebbe essere un modo per preservare e diffondere la storia di PizzAut, ispirando altri e lasciando un impatto duraturo.
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