Cronaca

Tutta la verità sul finto omicidio di Villasanta

Il 31enne si sarebbe poi spaventato vedendo il tenore delle indagini e la piega che la situazione stava prendendo. Già durante la fase delle indagini ha collaborato e confessato di essere autore del gesto.

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Le indagini - Foto d'Archivio

Ho scritto la prima frase che mi è venuta in mente per annullare la scheda come protesta contro la politica“. Inizia così la dichiarazione spontanea del 31enne, incensurato di Villasanta, presidente di una Onlus, accusato oggi di autocalunnia, perchè autore della confessione di un finto omicidio su una scheda elettorale nel settembre 2022 proprio nel comune brianzolo dove risiede.

Attraversava un periodo stressante a causa del Covid e non voleva attuare la solita protesta, sperava in un gesto eclatante, ha fatto la prima cosa che gli è passata per la testa” spiega l’avvocato Glauco Gasperini a MBNews. “Non era contento di come era stata gestita la pandemia, ha fatto questa protesta molto forte senza pensare alle conseguenze. Voleva solo risalto mediatico”.

Il 31enne si sarebbe poi spaventato vedendo il tenore delle indagini e la piega che la situazione stava prendendo. Già durante la fase delle indagini ha collaborato e confessato di essere autore del gesto.

Un clamore mediatico che ha attirato un emulatore, un’altra mano che ha lasciato un secondo biglietto trovato vicino all’ecomostro di Villasanta. ““So che hai ucciso un uomo, ti prenderanno”, lasciato da ignoti in un garage non poco distante dal cantiere abbandonato.

E’ così partita un’indagine seria e capillare, con tanto di presa di impronte e saggio grafico: “Il mio assistito è andato in questura e ha confessato tutto prima della perizia calligrafica, che ha comunque effettuato come da prassi, e risultata compatibile“. All’interrogatorio tenutosi martedì scorso, alla presenza dell’Avvocato Gasperini, il ragazzo ha ribadito le sue intenzioni e porto le sue più sentite scuse.

Ma perchè tenere in ballo una situazione per un anno? Perchè non ammettere subito l’errore fatto? “Lui temeva che ci sarebbe stata una perquisizione a casa sua e, vivendo con i suoi genitori, non voleva che proprio per Natale avessero un dispiacere. Ha pensato di rimandare, ma si è spaventato e ha deciso di confessare anche prima della prova grafica” – precisa il penalista del foro di Milano.

Ora dovrà rispondere di autocalunnia, che prevede una pena da 1 a 3 anni. Al processo sarà proposto di svolgere attività socialmente utili per la Polizia, amministrazione alla quale ha causato il danno più ingente per via di tutto il lavoro extra”.

 

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