Contagi

Aumento Covid anche in Brianza, parla l’epidemiologo

C'è davvero un incremento di casi? L'emergenza è archiviata? Risponde Carlo Signorelli, presidente del gruppo tecnico sulle vaccinazioni del Ministero della Sanità.

Tampone-faringeo web

Si torna a parlare di Covid in Brianza. Dalla vox populi che circola con il passa parola alle rilevazioni dei medici di medicina generale, la tendenza sembra esserci: il virus sta girando con più intensità. A confermare l’impressione al momento non sono disponibili statistiche definite, anche perché, chiuso lo stato di emergenza sanitaria, il tracciamento e la comunicazione sono molto più sporadici. Gli stessi medici di base faticano a confermare un’evidenza, considerato che in molti sono rientrarti dalle ferie da pochi giorni. Da Ats poi spiegano di non avere più a disposizione, per via dell’archiviazione dei protocolli dell’emergenza sanitaria, il quadro preciso dei dati. Inoltre, fosse anche confermato l’incremento dei contagi, la spiegazione potrebbe essere meno immediata di come sembra e avere precise ragioni, slegate dalla statistica.

L’ESPERTO

signorelli epidemiologo

Ha dichiarato così a MB News, Carlo Signorelli, epidemiologo, professore ordinario di Igiene e sanità pubblica presso l’ Università Vita – Salute San Raffaele di Milano, presidente del National Immunization Technical Advisory Group (NITAG), nuovo gruppo tecnico nazionale sulle vaccinazioni, istituito presso il Ministero della Salute: “I dati in aumento degli ultimi giorni, constatati anche in Lombardia, potrebbero essere ascritti al maggior numero di test effettuati al rientro delle vacanze. Capiremo meglio il fenomeno nelle prossime settimane, anche in relazione a possibili nuove varianti”.

EMERGENZA ARCHIVIATA

Ma al di là dei contagi, è chiaro che una rilevanza particolare ce l’ha la gravità dei sintomi. A distanza di 3 anni dall’esplosione dell’incubo pandemia, possiamo considerare archiviato il Covid nel suo risvolto d’emergenza sanitaria? È ancora l’epidemiologo Signorelli a rispondere: “Sicuramente si, sul fronte della fase emergenziale, ma essendo passati da un fenomeno pandemico ad uno endemico, dobbiamo convivere con questa infezione per molto tempo ancora e forse per sempre” .

IL SISTEMA SANITARIO E’ ADEGUATO?

Un pensiero va sempre alla situazione di inadeguatezza riscontrata nel sistema sanitario nazionale rispetto all’evento eccezionale che si è imposto. La questione cruciale allora è se siamo preparati, dal punto di vista dell’organizzazione sanitaria, a un’eventuale intensificazione del problema. “L’attività di sorveglianza dell’infezione – spiega Signorelli – continua ad essere fondamentale per permettere alle autorità sanitarie di intervenire in caso di nuove emergenze che potrebbero costituire un rischio per la salute pubblica”. E, ancora, indicazioni precise sul da fare: “attrezzarci con i mezzi di prevenzione a disposizione tra cui i richiami vaccinali per le categorie a rischio (fragili e anziani) e la protezione con le mascherine nei luoghi più a rischio”.

 

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