Sindacati

Concorezzo, 54 lavoratori rischiano di perdere il posto

Da due settimane, il clima nella sede di Concorezzo di Network Contacts, importante azienda di Customer Care in outsourcing, è impregnato di paura e incertezza.

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- Foto d'Archivio

Da due settimane, il clima nella sede di Concorezzo di Network Contacts, importante azienda di Customer Care in outsourcing, è impregnato di paura e incertezza. Ben 54 lavoratrici e lavoratori vivono con l’angoscia di perdere il proprio posto di lavoro a causa di una decisione controversa presa da Mediobanca. A partire dal 1° settembre, Mediobanca ha deciso di assegnare le attività attualmente gestite da Network Contacts ad altri fornitori di servizi. Tuttavia,

A sollevare la questione sono il sigle sindacali SLC CGIL – FISTEL CISL  – UILCOM UIL: “Questo accade perchè non saranno rispettate norme e prassi del settore delle telecomunicazioni e le leggi che prevedono l’applicazione della clausola sociale (il passaggio dei lavoratori dall’azienda che perde l’attività alle aziende subentranti a parità di condizioni economiche/normative) nei cambi di appalto. La clausola sociale è un fondamentale diritto ottenuto nel corso degli anni dalle lavoratrici e i lavoratori dei call center di assistenza alla clientela, settore che, è bene ricordarlo, è stato ritenuto tra quelli essenziali durante la pandemia e che offre alla committenza un enorme valore aggiunto con la qualità dei servizi erogati. Il comportamento irresponsabile del committente, ha portato alcune aziende subentranti a opporsi al trasferimento dei lavoratori a parità di condizioni, portando Network Contacts a minacciare il licenziamento dei 54 dipendenti coinvolti“.

Per sensibilizzare Mediobanca e difendere i propri diritti, i lavoratori hanno deciso di predisporre due giornate di sciopero svolte a partire dal 2 agosto.

Specifichiamo che il gruppo Mediobanca vanta un utile (secondo risultati preliminari dell’esercizio 2022/2023) superiore al miliardo di euro. Crediamo che parte di questo utile sia merito dei 54 lavoratori che, con la massima professionalità, hanno fornito assistenza e operatività ai clienti delle aziende del gruppo ovvero CheBanca! e Compass. Considerando gli utili da capogiro, le azioni intraprese dal gruppo appaiono ancor più gravi e incomprensibili” concludono i sindacati.

 

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