Oltre i limiti

Ironman, ai Mondiali nelle Hawaii felicità a metà per il brianzolo Daniele Calvi

Il 32enne di Vedano al Lambro era all'esordio in una gara così lunga e prestigiosa. In quest'intervista ci racconta gioie e problemi vissuti durante i 3.8 km di nuoto, 180 di bici e 42.195 di corsa.

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Quando si arriva al traguardo all’esordio di un Campionato mondiale dopo 3, 8 chilometri di nuoto, 180 in bici e 42,195 di corsa è sempre e comunque il caso di dire, un po’ come i registi del cinema di un tempo, “buona la prima”.

Ma il debutto di Daniele Marco Calvi, 32enne monzese di nascita, ma da sempre residente a Vedano al Lambro, ai Mondiali di Ironman, che si sono svolti sull’isola di Kona alle Hawaii, non assomiglia del tutto ad una pellicola dove tutto è rosa e fiori in una sorta di Paradiso terrestre.

In una gara lunga e prestigiosa, ci sono stati alti e bassi e imprevisti da superare per Daniele, laureato in Scienze Motorie all’Università statale di Milano, che ha sempre praticato sport e lavora nel marketing legato al ciclismo.

E, alla fine di tutto, per questo brianzolo con un passato anche nel basket, nelle corse campestri e nelle gare di fondo, la soddisfazione di aver chiuso i Mondiali di Ironman in poco meno di 10 ore e 40 minuti anche se tanta, si accompagna ad un pizzico di delusione.

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“Ho avuto qualche problema di troppo da gestire” racconta nell’intervista ad MBNews Daniele, che si è qualificato alla gara iridata alle Hawaii grazie all’ottimo risultato ottenuto allIronman di Nizza, in Francia, a fine giugno.

“Nel nuoto ho avuto qualche crampo che mi ha rallentato – continua – appena iniziata la frazione podistica ho avuto problemi di stomaco. Sono quindi molto contento di essere riuscito a raggiungere un traguardo così ambito, ma un po’ rammaricato”.

L’INTERVISTA

La tua qualificazione ai Mondiali di Ironman, che si tengono ogni anno sull’isola di Kona, alle Hawaii, è stata per te una sorpresa positiva. Quali erano le difficoltà maggiori che ti aspettavi nell’affrontare questi 3.8 chilometri di nuoto, 180 di bici e 42 di corsa?

Il percorso di Kona è famoso per il caldo, l’umidità e il vento nella frazione bici. Il nuoto si svolge nell’oceano, vicino alla costa, nella baia di Kailua. La bici è un unico giro da 180 km che da Kailua porta alla cittadina di Hawi e ritorno con un dislivello di circa 1500m.

La maratona si svolge inizialmente lungo la famosa Ali’i Drive per dirigersi sulla Queen K e poi verso il Natural Energy Lab, tratto molte volte decisivo in quanto il caldo è opprimente. Si ritorna infine a Kailua dove ti aspettano 2 ali di folla ad accoglierti nei pressi della finish line.

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Quest’anno ai Campionati del Mondo di Ironman il norvegese Gustav Iden, già iridato della mezza distanza nel 2019 e nel 2021, ha vinto con un tempo record di 7h40’24”. Al di là del tuo crono, quasi 3 ore in più, come giudichi la tua gara?

Il livello degli atleti era ovviamente altissimo essendo tutti qualificati tramite altre gare. Per me questa era solamente la seconda esperienza sulla lunga distanza ed ho avuto qualche problema di troppo da gestire. Nel nuoto ho avuto qualche crampo che mi ha rallentato.

Le discipline in cui mi difendo meglio sono la bici e la corsa. In bici sono stato tra i migliori ed ho recupero praticamente tutti gli altri concorrenti della mia categoria. Purtroppo appena iniziata la frazione podistica ho avuto problemi di stomaco, probabilmente per i troppi sali assunti per combattere il caldo.

Mi sono quindi gestito durante tutta la maratona per riuscire a finire la gara. Sono molto contento di essere riuscito a raggiungere un traguardo così ambito, ma un po’ rammaricato per la parte agonistica e prestativa. Il prossimo anno mi riscatterò.

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Mettendo da parte il discorso sportivo, partecipare ad un evento così multietnico ed internazionale è un’esperienza forte anche dal punto di vista umano. Su questo fronte quali sono le tue sensazioni?

La gara è organizzata in maniera impeccabile grazie ai numerosissimi volontari. Tutti gli atleti si sentono trattati come professionisti dal primo giorno al post gara dove c’è un ricco ristoro a base di pizza e hamburger.

Il territorio è molto vario, si passa dalle spiagge di sabbia, anche nere o verdi, ai vulcani e alle montagne di 4000 metri. Kona è famosa per i vulcani e nel sud dell’isola c’è un parco dei vulcani che permette di vedere molto bene questo ambiente. Nel centro dell’isola c’è il Mauna Kea, la montagna più alta del mondo se si considera la parte immersa.

Le persone sono molto ospitali se consideriamo che per 2 giorni la parte dell’isola più business è bloccata e i trasferimenti casa-lavoro dei locali sono difficoltosi. Numerosi bar e ristoranti preparano menù dedicati agli atleti, più salutari e nutrienti.

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Tornato ormai alla tua quotidianità qui in Brianza, quali obiettivi sportivi hai a breve e a medio-lungo termine?

Il 2022 è agonisticamente terminato. Dopo 3 settimane di riposo totale, ho appena ripreso gradualmente con gli allenamenti. L’obiettivo di questo inverno è di migliorare sensibilmente nel nuoto. Ad inizio aprile parteciperò alla Maratona di Milano.

Il programma attuale è quello di provare a qualificarmi per il Mondiale Ironman 2023 alla gara del 20 maggio di Lanzarote, un’isola delle Canarie. Mi piacerebbe al prossimo mondiale classificarmi nella TOP 10 di categoria. Vorrei ringraziare il supporto che mi hanno dato la mia famiglia e la mia compagna Silvia durante tutto questo 2022.

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