Fuori dal comune

Ironman, Daniele Calvi rappresenterà la Brianza ai Mondiali nelle Hawaii

Questo 32enne di Vedano al Lambro ad ottobre gareggerà in una delle competizioni più impegnative. Lo aspettano 3.8 km di nuoto, 180 di bici e 42 di corsa. Ecco cosa ci ha raccontato.

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“Ci vuole un fisico bestiale”, cantava 30 anni fa Luca Carboni. All’epoca Daniele Marco Calvi, monzese di nascita, ma da sempre residente a Vedano al Lambro, aveva solo 2 anni. Eppure oggi, anche se di tempo ne è passato da allora, Daniele, allenando il suo corpo, e naturalmente la mente, in modo giusto e regolare, ha dimostrato nei fatti che il noto musicista bolognese ci aveva visto giusto.

Perché sicuramente non si può non avere anche “un fisico bestiale” per fare 3.8 chilometri di nuoto, 180 di bici, 42 di corsa, tutti uno dietro all’altro. E riuscire pure, dopo quasi 10 ore di fatica, sudore e determinazione, a terminare al 50esimo posto su 2500 partecipanti provenienti da tutto il mondo. Alcuni dei quali professionisti di questa durissima gara che è l’Ironman.

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Daniele è riuscito in questa impresa sportiva a Nizza, in Francia, a fine giugno. Grazie ad un risultato che ha sorpreso abbastanza perfino lui, questo infaticabile 32enne laureato in Scienze Motorie all’Università statale di Milano, che ha sempre praticato sport e lavora nel marketing legato al ciclismo, ad inizio ottobre volerà alle Hawaii.

Qui, per l’esattezza sull’isola di Kona, Daniele, come ci racconta in quest’intervista, sarà l’unico brianzolo a prendere parte ai Campionati Mondiali di Ironman, un evento tra i più prestigiosi per chi ha cuore, gambe, fiato e testa fuori dal comune.

L’INTERVISTA

Daniele, prima di tutto complimenti per la qualifica ai Mondiali di Ironman. Come nasce il tuo interesse per lo sport?

Ho giocato 15 anni a pallacanestro nell’ Apl di Lissone e da giovane per qualche anno ho fatto anche corse campestri e gare di fondo con l’Atletica Vedano. Sono però sempre stato appassionato di ciclismo. Così, terminate le categorie giovanili del basket, ho iniziato ad andare in bici come amatore.

Inizialmente ho fatto gare con bici a scatto fisso. Con la mia squadra, la Drali Milano, ho girato un po’ tutto il mondo per partecipare a questi eventi. Quindi ho allenato tutte le categorie del ciclismo, dai giovanissimi alla Mobili Lissone fino ad assistente allenatore nel professionismo. Successivamente per lavoro ho assistito ad alcune gare di triathlon, anche al Mondiale delle Hawaii, e ho deciso di provarci.

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Ti sei quindi buttato anima e corpo in una disciplina sportiva molto dura e competitiva?

Ho iniziato subito dalla mezza distanza, che è costituita da 1.9 chilometri di nuoto, 90 di bici e 21 km di corsa. Con la bici e la corsa diciamo che avevo già una solida base e quindi mi son dovuto concentrare maggiormente sul nuoto. Sapevo già nuotare, ma non ero così veloce come gli altri. Quest’anno, poi, ho deciso di debuttare anche nella distanza full, quindi 3.8 chilometri di nuoto, 180 di bici e 42 di corsa, all’Ironman di Nizza.

Quale obiettivo avevi nel sostenere per la prima volta una gara piuttosto estrema?

Ho centrato subito la qualifica per i Mondiali Ironman alle Hawaii, ma inizialmente avevo in testa solamente di finire la gara, che non è così scontato. Durante gli allenamenti, però, avevo visto che potevano esserci i tempi per fare anche un buon risultato se tutto fosse andato bene.

Gli imprevisti in queste gare, infatti, sono molteplici. Onde in mare che ti fanno sprecare più energie, guasti meccanici in bici, problemi ad alimentarsi, crampi. A Nizza, ad esempio, sul finire della frazione bici si è alzato un vento fortissimo. Solo dopo questa parte della gara ho capito che potevo provare a fare un buon tempo e cercare la qualifica.

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Come ti prepari a questo tipo di gare?

Avendo studiato Scienze motorie mi “autoalleno”. Così facendo riesco a moderare molto bene i carichi d’allenamento in maniera da consentire al mio corpo di recuperare in maniera appropriata. Tanti si allenano anche 20-25 ore a settimana per prepararsi ad una gara Ironman. Io mediamente mi alleno 12 ore a settimana con un giorno di riposo, avendo il giusto equilibrio anche nel resto delle faccende quotidiane.

In genere martedì faccio corsa e nuoto, mercoledì nuoto, giovedì bici, venerdì corsa e nuoto, sabato bici e domenica bici o corsa. C’è da dire anche che la mia compagna e la mia famiglia mi supportano al 100% in tutto questo.

Mentalmente, invece, come ti avvicini ad affrontare un Ironman?

Mentalmente non faccio esercizi specifici. Alla fine sono pur sempre un amatore. Però quando si va in gara devi essere consapevole che può succedere di tutto in così tante ore. Non devi perdere la calma, solo riuscire a superare quel momento.

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Con quali obiettivi andrai alle Hawaii ad inizio ottobre per gareggiare ai Campionati mondiali Ironman?

Sarà un’esperienza pazzesca e il poterlo finire è da diversi anni uno degli obiettivi della mia vita. Il livello sarà altissimo perché solo chi si è qualificato in altri Ironman può parteciparvi. Come per l’Ironman France a Nizza, in gara capirò cosa posso fare. Se provare a far un buon risultato o portare a casa la pellaccia, la medaglia di Finisher e la foto sull’arrivo! Comunque andrà, sarà l’esperienza di una vita.

Come ti stai allenando in questo periodo?

Dopo 2 settimane di riposo, ho ripreso il programma d’allenamento. In questo mese e ad Agosto cercherò di svolgere un buon volume d’allenamento sfruttando i periodi di ferie per mettere un bel po’ di km nelle gambe. A Settembre, invece, farò principalmente lavori di qualità ed intensità. Come avvicinamento ai Mondiali di Kona farò l’Ironman 70.3 Italy (1.9 chilometri di nuoto, 90 di bici e 21 km di corsa) a Cervia il prossimo 17 settembre.

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