Beni culturali

Cappella Espiatoria “fragile”: al via il programma per il restauro continuo

"La Cappella Espiatoria ha da subito mostrato problemi di conservazione e non ha più ricevuto le cure costanti di cui necessitava per questo è necessario un programma di continuo restauro". spiega Daffra, Direttore Regionale dei Musei della Lombardia.

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“La Cappella Espiatoria ha da subito mostrato problemi di conservazione e, caduti i Savoia, non ha più ricevuto le cure costanti di cui necessitava per questo è necessario un programma di continuo restauro”. Esordisce così Emanuela Daffra, Direttore Regionale dei Musei della Lombardia per introdurre la nuova fase di restauri che riguarderà la Cappella Espiatoria, che si trova in via Via Matteo da Campione, proprio laddove il Re Umberto I fu ucciso il 29 luglio del 1900 dall’anarchico Gaetano Bresci. Un evento che, come ha ricordato il sindaco di Monza, Dario Allevi, “cambiò le sorti del nostro Paese”.

E proprio lì, tra via Cesare Battisti e via Matteo Da Campione a poche centinai di metri dalla Villa Reale Vittorio Emanuele III, figlio e successore di Umberto I, decise di far costruire da Giuseppe Sacconi, l’architetto cui Casa Savoia aveva commissionato l’Altare della Patria a Roma ed anche la Tomba di Re Umberto al Pantheon, un monumento visibile da lontano, che ad ogni 29 luglio doveva illuminarsi, come ricordo e monito.

Un monumento però con fragilità strutturali, legate sia alle modalità costruttive che ai materiali scelti,  che hanno portato ai dei primi restauri negli anno ’80 e hanno imposto però una nuova revisione complessiva, che prelude ad un progetto di costante manutenzione programmata.

Dal 2015 investiti 1 milione 100 mila euro per la conservazione del Bene

L’anno della svolta è il 2015, quando il museo viene affidato all’allora Polo Museale della Lombardia (ora Direzione regionale Musei della Lombardia del Ministero alla Cultura), ribadendone la vocazione museale. Questo ha significato lavorare in contemporanea per la salvaguardia conservativa e per una migliore fruizione da parte del pubblico” sottolinea sempre Emanuela Daffra, Direttore Regionale, che aggiunge – “Gli interventi di “pronto soccorso” hanno coinvolto la cancellata di ingresso e l’Esedra,  mentre un cantiere studio dal 2018 ha posto sotto la lente di ingrandimento il paramento murario esterno in pietra di Oggiono, da sempre una delle fragilità maggiori dell’edificio. Contestualmente – continua la dottoressa Daffra – si è affrontato il nodo cruciale dell’accessibilità e dell’abbattimento – per quanto possibile – delle barriere architettoniche, con la realizzazione di servizi per i visitatori, di corrimano per le scalinate che portano alla cripta e al giardino, dove una rampa accompagna il visitatore all’interno dell’area verde”. Opere per un investimento di 1,1 milioni di euro a cui si aggiungeranno altri 300 mila a breve. 

L’attenzione si è concentrata sulle parti decorative esterne a mosaico di ciottoli bicromi, bianchi e neri, e sulla pietra di rivestimento. In sequenza sono state restaurate sette campate dell’esedra e attualmente è in allestimento un nuovo cantiere che permetterà di concludere l’intera area nord della struttura.

“Con Barbara Galli, allora direttrice del museo, si è posta anche attenzione al parco-giardino, protagonista di un progetto di riallestimento che ha interessato gli arredi, i percorsi e le essenze vegetali. Mi preme sottolineare la messa a disposizione di panchine, con l’inserimento, nel 2020, di una seduta rossa, per sottolineare l’impegno della Direzione sugli obiettivi posti dall’agenda 2030 dell’Onu e, nello specifico, per la campagna contro la violenza sulle donne. L’area è stata inoltre dotata di un sistema di telecamere per mettere in sicurezza l’intero complesso museale”.

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“Oggi, grazie anche alla piena collaborazione del Comune di Monza e di associazioni presenti sul territorio – conclude la Direttrice – possiamo affermare che l’intero Complesso Monumentale della Cappella Espiatoria è monitorato, che era l’aspetto che più ci premeva e – azione altrettanto importante – è stato reso accessibile e più aperto alla cittadinanza, riconosciuto come partner di iniziative variegate.

“La relazione con le attività commerciali e le industrie presenti sul territorio, oltre che con enti ed associazioni, è stata una chiave fondamentale per radicare la presenza del complesso nell’area monzese e per avvicinare la cittadinanza tutta al Cappella Espiatoria”, conferma Barbara Galli, che dal 2019 al novembre 2021 è stata direttrice del complesso.

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Ne è prova il costante favore del pubblico che è passato dai 1025 ingressi del 2015 ai 12.137 del 2019. E quest’anno, pur con le chiusure e il contingentamento, contiamo già oltre quattromila presenze. È il segno che la direzione imboccata è corretta e che non dobbiamo fermarci. Per questo abbiamo già programmato e finanziato – annuncia ancora la Dott.ssa Emanuela Daffra – passi ulteriori. Innanzitutto il restauro del cancello e, più avanti, del magnifico complesso musivo interno della Cappella, possibile perché è stato mitigato il problema delle infiltrazioni di acque meteoriche, causa dei danni. Anche sull’insieme delle corone bronzee, oggetto di una sistematica campagna fotografica e di inventariazione, è partito il progetto conservativo, e sugli spazi verdi prevediamo ulteriori messe a punto ed il loro inserimento in un più ampio progetto educativo”.

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Ora il compito di portare avanti questi progetti e continuare nella direzione imboccata spetta a Giuseppina Di Gangi, architetto che già ha prestato servizio presso Pinacoteca di Brera e Biblioteca Braidense come responsabile di progetti architettonici e di restauro e allestimenti, dal mese di novembre subentrata a Barbara Galli nella direzione del Complesso Monumentale della Cappella Espiatoria.

I prossimi obiettivi riguarderanno l’avvio del cantiere di restauro sul paramento murario dell’edificio che prenda le mosse dal cantiere studio già citato, l’ulteriore miglioramento dell’accessibilità che intende rimuovere anche le barriere percettive e cognitive, il miglioramento del sistema di illuminazione dell’area esterna e interna, lo studio e il restauro del patrimonio mobile.

Il comune apre alla possibilità del biglietto unico

“La Cappella Espiatoria è un monumento che deve diventare centrale nei percorsi turistici della città. spiega il Sindaco Dario Allevi. È un luogo che racconta una parte importante della nostra storia, una testimonianza che abbiamo il dovere di far conoscere ai turisti e agli stessi monzesi, soprattutto ai più giovani. L’obiettivo è costruire un «sistema» attorno alla Cappella Espiatoria formato da enti e associazioni in grado di rafforzare il legame tra il museo e il territorio e aumentarne, in questo modo, il suo appeal. Per questo condividiamo con entusiasmo il progetto di restauro promosso e sviluppato dalla Direzione Regionale Musei Lombardia. Oggi, per sostenere la cultura e sviluppare il turismo, è fondamentale fare rete e per questo ho intenzione, come presidente del Consorzio della Villa Reale, di istituire un biglietto unico per visitare Villa e Cappella”.

 

Il complesso monumentale della Cappella Espiatoria

La Cappella Espiatoria fu voluta da Vittorio Emanuele III, figlio e successore di Umberto I, per commemorare il luogo in cui il padre venne ucciso dall’anarchico Gaetano Bresci, il 29 luglio 1900. Il monumento è costituito da una cripta e da una cappella, sormontata da una stele.

Vittorio Emanuele III affidò all’architetto Giuseppe Sacconi, autore della tomba di Umberto I al Pantheon nonché dell’Altare della Patria a Roma, l’incarico di progettare il memoriale per il padre. Sacconi però il morì nel 1905 a opera incompiuta e i lavori furono portati a termine dall’architetto Guido Cirilli nel luglio del 1910, in occasione del decimo anniversario del regicidio.

La Cappella Espiatoria inaugurata il 29 luglio 1910 sorge al centro di un ampio parco, delimitato all’ingresso da una cancellata artistica, progettata da Alessandro Mazzucotelli, e sul fondo da un’esedra di imponenti dimensioni, rivestita da un mosaico in ciottoli bicromi.

Il monumento è costituito da una cripta, ricca di mosaici e di preziosi marmi, e da una cappella, anch’essa interamente coperta da decorazioni musive. Sopra la cappella si innalza la stele in pietra d’Oggiono alta in tutto 35 metri che poggia su un basamento circolare.
Nella parte bassa si trova una Pietà in bronzo dello scultore Ludovico Pogliaghi, voluta dalla regina Margherita, vedova del re mentre in cima sono collocati una croce in alabastro e un cuscino bronzeo sul quale poggiano alcuni oggetti simbolici legati alla Casa reale: uno scettro, il Collare dell’Annunziata e la corona dei Savoia.

Anche la cappella è decorata con mosaici di ispirazione bizantina, raffiguranti angeli, busti di santi e beati della dinastia dei Savoia, mentre il pavimento è realizzato con marmi colorati antichi. al centro del pavimento un disco in marmo rosso allude al sangue versato dal re. Nella lunetta, di fronte al portale di ingresso, realizzato in bronzo e alabastro, vi è l’immagine di Cristo risorto.

La struttura degli ambienti e la scelta del mosaico richiamano la grande architettura greco-bizantina, presente in Italia soprattutto a Ravenna. Diversi dettagli sono invece tratti dall’architettura latino-romana.

Dalla terrazza, realizzata a coronamento della cappella, è possibile ammirare i giardini che arricchiscono la struttura e l’esedra, decorata in pietre, che delimita lo spazio del giardino creando una quinta prospettica. Simmetricamente alla scalinata principale sono ubicate due rampe di scale che permettono di raggiungere la sottostante cripta a croce greca. Al suo interno, la cripta a croce greca è interamente decorata con preziosi mosaici che raffigurano un cielo stellato e i vari stemmi dei Savoia. Al centro, un cippo in marmo nero commemora il punto esatto in cui avvenne il regicidio.

 

Il restauro: le metodologie applicate

Il complesso museale della Cappella Espiatoria è caratterizzato dalla presenza di una struttura che delimita il giardino e si compone di due ali rettilinee e da una esedra di forma semicircolare. I tre tratti sono scanditi da campate regolari – 16 nei prospetti rettilinei e 19 in quello dell’esedra – sono caratterizzate da due riquadri decorati a mosaico in ciottoli di fiume prevalentemente bi-cromi grigio e bianco, con rare aggiunte di ciottoli di colore ocra. Le campate sono delimitate da una coppia di lesene di matrice dorica.

Nelle specchiature inferiori la decorazione musiva è costituita da una serie di riquadri concentrici, mentre in quelle superiori sono rappresentate alternativamente corone e ghirlande.

Nel 2018 la Direzione regionale Musei della Lombardia ha deciso di attivare – con la collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali di Milano – un cantiere di restauro pilota, condotto dalla dott.ssa Palazzo, per definire una metodologia di intervento che potesse poi essere applicata all’intera struttura, che presentava diversi fattori di degrado.

Tutte le superfici, infatti, ed in particola modo le modanature e superfici orizzontali, presentano depositi superficiali di polvere, terriccio, particolato atmosferico, guano, diffusi indistintamente sui diversi materiali. Nelle campiture a mosaico, i ciottoli di fiume di colore bianco risultano particolarmente anneriti in corrispondenza della faccia verticale più aggettante, probabilmente perché più erosa e porosa per effetto delle piogge acide e quindi più predisposta ad assorbire e trattenere il particolato atmosferico e gli inquinanti.

In alcuni punti, soprattutto lungo i bordi dei riquadri, vi sono lacune e mancanze dovute alla caduta dei ciottoli. L’esposizione agli agenti atmosferici ha causato gravi danni ai blocchi in pietra della partitura architettonica, mentre l’erosione e i dilavamenti su tutta la superficie hanno reso fragile e friabile il materiale lapideo. La pietra del basamento, in particolare, è interessata da distacchi e diffuse esfoliazioni.

Durante il cantiere di restauro pilota condotto sulle campate 30 e 31 dell’esedra è stata realizzata una campagna di indagini diagnostiche per valutare le caratteristiche chimiche di alcuni materiali costitutivi e le cause e i fattori di degrado che li interessano.
Inoltre, al termine del cantiere pilota sono stati testati alcuni prodotti di restauro sul materiale lapideo che compone la partitura architettonica del prospetto interno dell’esedra e il basamento. I prodotti applicati hanno potere consolidante, protettivo e/o biocida e su di essi sono stati effettuati test diagnostici per la verifica scientifica dei risultati, monitorando il comportamento della pietra trattata rispetto quella non trattata e le eventuali variazioni avvenute a distanza di alcuni mesi dall’esecuzione dei tasselli di prova.

I test diagnostici sono stati fondamentali per poter scegliere i materiali da applicare nei cantieri successivi e per poter strutturare al meglio l’intervento conservativo attualmente in atto e che vedrà la conclusione nel 2022 con il restauro completo delle 19 campate che compongono l’esedra.

La stessa metodologia utilizzata per il restauro della struttura di delimitazione del giardino è stata applicata anche al monumento, anch’esso oggetto, nel 2019, di un cantiere conservativo pilota. In questo caso si è deciso di intervenire sul lato meridionale del basamento della Cappella Espiatoria, sulla scalinata principale e su una porzione del terrazzo. L’area del basamento e del terrazzo presentavano ampie esfoliature e attacchi di agenti biodeteriogeni, La scalinata era invece interessata da fenomeni di erosione e dilavamento. Si è deciso di operare anche in questo cantiere con il supporto del CNR- IVCB di Milano che in questo caso ha condotto i test diagnostici sia in loco che in laboratorio, utilizzando diversi consolidanti e protettivi.

Attualmente, grazie ai test diagnostici condotti e ai risultati del cantiere pilota, è in via di definizione il progetto per poter intervenire su tutta la parte basamentale del Museo.

 

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