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Green pass per i ristoranti, a Monza: “Meglio l’obbligo del vaccino che nuove chiusure”

Green pass per accedere a bar e ristoranti? Il governo italiano lo sta valutando. Dai ristoratori opinioni diverse.

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Green pass per il ristorante? L’ipotesi c’è. Con l’aumentare dei contagi degli ultimi giorni, anche l’Italia sta valutando di copiare il modello francese sull’utilizzo del Green pass per accedere a bar e ristoranti. Una misura, quest’ultima, che sembra dividere i ristoratori: c’è chi parla di “discriminazione” e chi invece lo considera un male necessario per evitare possibili chiusure dopo l’estate.

Di questa linea è Vincenzo Butticè, noto chef brianzolo e delegato regionale della FIEPET, Federazione italiana esercenti pubblici e turistici. “Tutto quello che è utile per non chiudere a settembre, ottobre e mesi successivi è necessario: se no a pagarne le conseguenze sarà ancora il settore – spiega a MBNews. – Non penso che i numeri dei clienti si abbasseranno se andremo ad introdurre il Green Pass anche nei ristoranti: è una piccola minoranza quella di coloro che non vogliono vaccinarsi e la campagna sta proseguendo con l’obiettivo di arginare il virus. Il bene collettivo è, a mio parere, al di sopra di tutto“.

Green Pass, la posizione di FIPE: “Da applicare a tutti, se no è discriminatorio”

A dirsi contraria è stata invece Fipe-Confcommercio, che con una nota ha spiegato le ragioni della sua posizione.

“La campagna vaccinale va sostenuta, incoraggiata e, possibilmente, velocizzata. Questa è la nostra migliore arma per un ritorno alla stabilità delle nostre vite. Quello che tuttavia non è accettabile è che, per raggiungere l’immunità di gregge, si finisca per penalizzare sempre le solite categorie. – esordisce Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio. – I Pubblici esercizi hanno pagato più di ogni altro settore nei 16 mesi della pandemia, sia in termini di perdita di fatturati che in termini di posti di lavoro. Andare ancora una volta a pesare sulle nostre attività significa compromettere la ripartenza e allontanare le migliaia di professionisti che stavano tornando pian piano ad avere fiducia e a mettere le loro competenze a disposizione dei locali. Se proprio si vuole percorre questa strada, che il vincolo del vaccino valga per ogni tipo di attività, dal teatro, alla palestra, al supermercato, a ogni altro luogo. Altrimenti è discriminatorio. Se, invece, l’obiettivo è sensibilizzare i giovani sull’importanza delle vaccinazioni, facciamolo insieme. Come Fipe-Confcommercio siamo disposti a collaborare con il governo per una campagna di comunicazione capillare a ogni tavolo e a ogni bancone. Ma basta provvedimenti punitivi sempre contro i soliti settori”.

Il digital green pass

Ristoratori, il settore sta ripartendo?

“La ripresa c’è – commenta Butticè – ma a mettersi di traverso c’è anche la condizione meteo che stiamo vivendo (oggi ad Arcore, ad esempio, ndr). Sembra essere uno di quegli anni di temporali e maltempi, e ovviamente il settore della ristorazione ne risente. Ci vorranno anni per una vera ripresa: quello che è certo è che il settore non può permettersi di richiudere come nei mesi precedenti. Dobbiamo guardare avanti: personalmente cercherò di farlo sempre con una buona dose di ottimismo”.

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