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Svista Dance, arriva a Monza la scuola di danza per chi “vede” la musica

Svista Dance è aperta a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo della danza, a partire dai 7 anni.

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“Tre anni fa si è spento tutto”. Con queste parole, Valentina Bertani ci racconta il momento in cui è diventata una non vedente: un percorso lungo, lento ma inesorabile. Valentina infatti è nata vedente e poi, a partire dal periodo di preadolescenza, a causa di un rarissimo problema alla retina, ha cominciato a perdere gradualmente la vista. Prima da un occhio e poi dall’altro, fino al giorno in cui – come spiega lei – tutto il suo mondo si è spento.

“Rispetto a tante altre persone non vedenti come me, mi ritengo fortunata perché ho visto: so come è fatta una bottiglia, mi ricordo i posti dove sono stata, ho una memoria visiva che mi permette di muovermi meglio negli spazi – ci spiega – tutto questo, magari per chi è cieco dalla nascita, risulta molto più difficile”.

E la percezione degli spazi e del proprio corpo in caso di cecità sono elementi fondamentali, ecco perché il progetto che vede protagonista Valentina Bertani, insieme alle amiche e colleghe Virgina Fumagalli, ipovedente e Cinzia Manzoni, normodotata è di grande importanza per tutti coloro che vedono attraverso gli altri sensi: Svista Dance, dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Monza, nasce proprio dalla volontà di rendere accessibile lo studio della danza a persone con disabilità visiva.

Il progetto

“La danza mi ha aiutata a crescere e ad affrontare le malattie oculari che si sono presentate durante gli anni. La pratica di questa disciplina mi ha permesso di sbloccare meccanismi interiori viziati da preconcetti – ci racconta Valentina – ciò che mi piacerebbe comunicare durante la realizzazione di questo progetto è proprio la sensazione di essere liberi e indipendenti”.

E l’obiettivo di questo progetto, che nasce grazie al finanziamento della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, è proprio questo: divulgare sempre di più il messaggio che la danza è uno sport per tutti. Non solo. Ma, per ciechi e ipovedenti, può diventare uno strumento importante per vivere e muoversi meglio perché la danza diventa una risorsa preziosa che permette di sviluppare competenze importanti: sviluppo dell’equilibrio, della coordinazione, della flessibilità e dell’orientamento. Per citarne alcuni.

“Durante le lezioni di danza, in un clima piacevole e stimolante, si eseguono esercizi mirati per sviluppare e migliorare queste competenze che, nella vita di un cieco o di un ipovedente, sono di fondamentale importanza – dice Valentina Bertani  – Allieve e allievi, guidati dalle insegnanti, impareranno a muoversi autonomamente nello spazio e, con il supporto della musica, impareranno a coordinarsi in modo armonico interagendo tra di loro. Migliorando progressivamente la percezione del proprio corpo, dello spazio circostante e infine degli altri ballerini, la danza offre un’esperienza gratificante in grado di rafforzare l’autostima e la sicurezza in sé stessi”.

Come si sviluppa il progetto?

Bisognerà aspettare, ovviamente, che le restrizioni in vigore al momento si allentino per permetterne l’apertura, ma la scuola di danza è già pronta ad accogliere gli iscritti.

“Le lezioni verranno sempre svolte da tutte noi tre insegnanti perché, soprattutto all’inizio, muoversi a ritmo di musica in uno spazio nuovo che non si conosce non è mai facile – ci spiega – proprio per questo moduleremo al meglio le classi che si andranno a formare per renderle più omogenee possibili.”

Ma intanto, in questa prima fase di organizzazione, chi è interessato ai corsi o volesse ricevere più informazioni attraverso un primo colloquio per conoscere le tre insegnanti di danza, Valentina , Virginia  e Cinzia, può già fissare un appuntamento chiamando la segreteria al numero 039 232 6644 oppure Velentina Bertani al numero 3393902502.

Svista Dance è aperta a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo della danza, a partire dai 7 anni.

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