DIARIO DI VIAGGIO. Caucaso: Tbilisi, una città affascinante

Gli studenti della 3D e 3E dell’Istituto Vanoni di Vimercate ci stanno raccontando giorno per giorno il loro insolito tour.
Sono in viaggio in Caucaso e noi li stiamo seguendo virtualmente pubblicando i loro racconti. Gli studenti della 3D e 3E dell’Istituto Vanoni di Vimercate, indirizzo Turismo ci stanno raccontando giorno per giorno il loro tourche hanno interamente programmato con il progetto “Viaggi Diversi” allo scopo di approfondire la materia dell’Itinerario turistico.
Bellissimo progetto!
TAPPA 4
Dopo essere stati nell’Alto Caucaso a poche curve dal confine russo, eccoci planare sulle curve della strada militare georgiana verso la capitale. Lasciamo il fresco delle vette per scendere nella calda estate di Tbilisi. Arriviamo in città e ammiriamo dal bus tutta la sua strana bellezza. Il nostro tragitto è accompagnato dal fiume Mtkvari, chiamato anche Kura, che serpeggia tra edifici appartenenti alle più svariate epoche storiche.
Dopo aver depositato i bagagli in hotel, ci dirigiamo in centro sperimentando la metropolitana della città. È ora di pranzo. C’è chi – dopo giorni di cucina locale – va al McDonald per ritrovare le pessime abitudini di casa e chi si presta a scoprire una nuova taverna dove si cucina georgiano. Nel ristorantino veniamo a contatto con alcuni dei loro piatti tipici, tra cui il Kachapuri e dei ravioli giganti chiamati Khinkhali. A causa dei lunghi tempi impiegati per portarci le pietanze ordinate al tavolo, una parte del gruppo ritarda, facendo slittare di circa un’ora il nostro programma di visita.
Dopo il pranzo, ci procuriamo una cartina ad un info point, mentre uno di noi illustra ai compagni quanto si può ammirare in Piazza della Libertà, in cui ci troviamo. Dorata e luccicante, in alto a una colonna al centro della piazza ecco la statua di San Giorgio, simbolo e patrono del paese. Prima del 1991 al suo posto c’era una statua di Lenin.
Ci spostiamo poi verso il Teatro del Balletto e dell’Opera, che viene esposto dalla nostra compagna Florentina in inglese. Ognuno di noi in questo viaggio aveva diverse esposizioni da fare e almeno una in inglese. Vorremmo anche vedere il teatro all’interno, ma le prove per uno spettacolo ci negano l’accesso.
Ci dirigiamo poi via via verso il centro della città e arriviamo alla Torre dell’Orologio. Qui scopriamo la storia che si cela dietro questo spettacolare monumento, che sembra antico ma è stato realizzato solo qualche anno fa. Improvvisamente, però, inizia a grandinare e ciò ci porta a rifugiarci sotto la grande chioma di un albero. Tbilisi nel suo centro è una città giardino, piena di spazi verdi.
Successivamente passiamo alla chiesa di Anchiskhati. Subito dopo l’esposizione di una nostra compagna, uno dei preti ortodossi dalla folta barba ci invita ad entrare e ad ammirare l’interno dell’edificio, spiegandocene brevemente la storia. Atmosfere cupe e intense dentro la chiesa e qualcuno di noi si commuove. Ci si commuove anche all’uscita quando un bambino ci chiede l’elemosina. Raduniamo il cibo che abbiamo con noi e lo diamo al bambino, che sorridente se lo divora all’istante.
Ci spostiamo verso un’altra attrazione molto importante della città: il Ponte della Pace. Mentre lo attraversiamo per arrivare sull’altra sponda del fiume Mtkvari, una folla di persone rallenta il nostro cammino. Si sta infatti svolgendo un matrimonio e, in questo momento, tutti gli invitati sono alle prese con la fotografia. Il Ponte è frutto di un progetto dell’architetto italiano Michele De Lucchi.
Superato il ponte e attraversato il bellissimo parco Rike, pieno di spazi verdi e bar all’aperto, ci spostiamo verso la chiesa di Meteki, vicino alla quale troviamo la statua equestre di uno dei re di Tbilisi: re Gorgasali. La Chiesa si riconosce perché sorge sulla falesia che fa da argine al fiume Mtkvari. Dopo che, come vuole la tradizione, ci siamo coperte teste e gambe con un velo, ci entriamo. Anche qui si sta svolgendo un matrimonio, che però è molto diverso dal classico matrimonio italiano. Ci sono infatti solo quattro persone e il prete che esegue la celebrazione.
Quando ormai è il tramonto ci dirigiamo verso la cattedrale della Santissima Trinità, che troneggia sulla città illuminata dall’ultimo sole sul fianco destro del fiume. Per arrivarci ci addentriamo in una via piena di negozi che vendono frutta, pagnotte e spezie, sembra simile ai racconti dei vecchi bazar ottomani. Sono proprio le spezie a dare all’aria del tramonto un profumo particolare.
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Il secondo giorno le visite si concentrano sulle parti della città che ci mancano. Iniziamo dalla moschea che ci riporta immediatamente al passato ottomano di queste terre. Ottomani sono anche gli edifici delle vicine terme, dove per dieci euro si può affittare una stanza termale privata in cui immergersi in tutta privacy. Proseguendo oltre le terme ci si inoltra in un fantastico canyon tra le case in fondo al quale c’è una cascata. Ci chiediamo in quante altre città al mondo possa esistere in pieno centro qualcosa di simile. Oltre la cascata, l’ingresso ai giardini botanici che sono un vero e proprio polmone verde della città, dove si può camminare per più di un’ora su sentieri senza mai trovare l’uscita.
Nella seconda parte della giornata ci spostiamo nella parte alta della città vecchia. Prendiamo la funicolare per arrivare in cima alla collina di Sololaki, in cui si trovano la fortezza di Narikala e la statua di Madre Georgia. Alcuni hanno un po’ paura a salire in quanto soffrono di vertigini.
Arriviamo in cima alla collina e decidiamo di andare verso la fortezza di Narikala. La osserviamo, ascoltiamo l’esposizione in inglese di una nostra compagna e, infine, ammiriamo il panorama. E’ incantevole, dall’alto si godono tutti i forti contrasti, tra antico e nuovo, della città. L’aria del tramonto è ancora una volta dorata.
Sulla stessa collina troviamo i 30 metri di altezza di Madre Georgia. Come in molte altre città dell’URSS, il partito comunista aveva fatto erigere queste statue che dovevano inizialmente ricordare la Grande Madre Russia.
Dalla grande statua inizia un sentiero pedonale che riporta nella città bassa passando per la vecchia Tbilisi. Ci addentriamo in piccole vie un po’ danneggiate e rese affascinanti dal tempo. Qui possiamo vedere le vecchie case di fattura ottomana con balconi e finestre aggettanti, con la base in muratura e il piano superiore in legno.
Il vecchio centro di Tbilisi termina in una zona commerciale e piena di movida. Arriviamo in una piccola strada costeggiata da locali e ristoranti. Dopo averne trovato uno con 23 posti liberi(!), ci sediamo e passiamo la serata parlando e scherzando. E’ l’ultima sera, è il momento dei discorsi e mentre ci meravigliamo di come abbiamo cambiato idea sul Caucaso e i suoi paesi, su come ci sembrasse impossibile passare giorni così belli e intensi prima di partire, scorrono sulla tavola i cibi della tradizione georgiana: khinkhali, kahchapuri, formaggi imeruli e sulguni, vino tra i più antichi del mondo, come amano ricordare i georgiani.
Verso le 23, tra le risate, ci dirigiamo di nuovo verso la metro mentre la magica e fascinosa Tbilisi ci saluta con fuochi d’artificio che sembrano sparati apposta per noi! Lungo la strada di casa più volte scoppiamo in un applauso tutti insieme in segno di ringraziamento a questa bellissima esperienza, ai nostri prof, alla preside, a noi, applaudiamo il grande gruppo che man mano si è unito sempre di più: tanta la gioia che veniamo persino rimproverati dalla polizia per il disturbo!
E’ con questa bellissima scena che vi lasciamo e mettiamo fine a questo viaggio che per noi resterà indimenticabile. Continuate comunque a seguire il nostro progetto sui nostri social e sul nostro sito dove vi aggiorneremo di tutte le attività e i prossimi viaggi che bollono in pentola. In autunno realizzeremo, per esempio, delle serate pubbliche in giro per i comuni della provincia raccontando il nostro viaggio con immagini, video e aneddoti. A presto!
Sara Caperchi
Florentina Stangaciu
Valentina Marezza
Roberta Angileri
Luca Colnago
STUDENTI DEL VANONI DI VIMERCATE