Economia

Elezioni europee, a Monza imprenditori e dirigenti cattolici aprono il dibattito

Il 26 maggio si andrà alle urne. La sezione di Monza e Brianza dell'Ucid, in un incontro all'Hotel de la Ville con Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, ha affrontato i possibili scenari, anche negativi.

dav

In Europa prevarrà ancora una volta il consociativismo di Popolari, Socialisti e Liberali o le spinte sovraniste, nazionaliste e populiste avranno la meglio? La risposta, che arriverà il prossimo 26 maggio, data fissata per le prossime Elezioni europee, non sarà un semplice esercizio di numeri e cifre. Ma potrà avere un’importanza fondamentale su quale direzione intraprenderà l’Unione Europea e, forse, perfino sulla sua stessa sopravvivenza.

Anche per questo, a poco più di due mesi dal fatidico giorno di fine maggio in cui saremo chiamati alle urne, l’Ucid (Unione cattolica imprenditori dirigenti) di Monza e Brianza ha deciso di cominciare a discutere di questo appuntamento elettorale. Che si preannuncia molto più determinante rispetto al passato.

E per farlo ha invitato, nel Salone Reale dell’Hotel de la Ville di Monza, Federico Fubini (nella foto in apertura), vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, inviato ed editorialista di economia. Ma anche, per circa dieci anni, corrispondente da Bruxelles, capitale de facto dell’Unione europea. Un esperto della materia, insomma. Come spiega ad MBNews il presidente dell’Ucid Monza e Brianza, Aldo Fumagalli.

Fubini è partito da un’analisi retrospettiva di carattere economico per arrivare a descrivere gli scenari politici attuali e del prossimo futuro. “Se osserviamo i dati, riferiti al periodo tra il 1970 e il 2016, sul reddito per abitante e il potere d’acquisto, tratti dal Maddison Project Database, possiamo notare l’andamento che caratterizza l’Italia e altri 8 Paesi europei, quali Francia, Germania, Belgio, Finlandia, Regno Unito, Svezia e Olanda” afferma il vicedirettore del Corriere della Sera.

“Il grafico è una sorta di mano, con un primo periodo di boom economico – continua – dove i valori diventano progressivamente simili, poi dalla caduta del muro di Berlino nel 1989 in avanti, le differenze tra i Paesi aumentano”.

A pagare di più le conseguenze delle diverse flessioni, causate dall’apertura ai mercati dell’Est Europa, poi l’ascesa della Cina, la globalizzazione e l’euro, è stata proprio l’Italia. “Con la caduta del muro di Berlino sono entrati nel mercato attori come la Romania che, oltre al costo del lavoro più basso, hanno istituzioni economiche diverse rispetto alle nostre, come il salario minimo per legge, che non sono state modificate – spiega Fubini – le conseguenze sono state lo svuotamento del ceto medio sia nell’Est che nell’Ovest dell’Europa e la separazione del destino dei Paesi”.

“Ecco perché chi non ha capito le dinamiche della globalizzazione o l’ha fatto più tardi, come l’Italia, si è trovato indietro – continua – il risultato è che nel 2016 al vertice alto del grafico di questa sorta di mano troviamo l’Olanda, che ha una media mensile del reddito per abitante di 1000 euro superiore al nostro Paese, situato nel punto più basso”.

Gli effetti politici di questo percorso economico-sociale, ormai lungo quasi 50 anni, potrebbero essere evidenti proprio il prossimo 26 maggio. “L’Unione europea fino ad ora ha vissuto su una tacita intesa tra le forze in campo, secondo la quale dei ‘perdenti’ si sarebbe preso cura il welfare dei singoli Stati membri – sostiene l’inviato ed editorialista di economia – tutto ciò ha permesso di massimizzare l’efficienza con una sorta di globalizzazione interna in un mercato da 500 milioni di abitanti”.

“Ora tutto questo rischia di non tenere più perché la premessa non è stata mantenuta e la cura dei ‘vincenti’ è andata più avanti di quella dei ‘perdenti’ – continua – così alle prossime elezioni europee la domanda decisiva sarà: come avere una Ue che, in una visione omogenea, sia ancora spinta all’empatia verso i ‘perdenti’?”. Un quesito che, a vedere gli ultimi sondaggi, con i sovranisti in grado di diventare il secondo partito europeo dietro ai popolari, sembra prospettare una risposta negativa.

“A livello politico stiamo già assistendo in molti Paesi, compresa l’Italia, ad uno scaricabarile in forma di protezionismo e di pressione populista, che generano una recessione democratica simile a quella economica della Grande Depressione degli anni ’30 – afferma Fubini – ecco perché assistiamo ad un’esportazione dei problemi interni per cui l’Italia attacca la Francia, l’Olanda è molto critica con l’Italia e così via”.

In attesa dei prossimi sviluppi, per l’Italia e l’Europa, la serata all’Hotel de la Ville di Monza è stata anche l’occasione per presentare due nuove soci dell’Ucid: Mirco Riva, imprenditore che si occupa di architettura e progettazione del verde, e Alberto Conte, consulente aziendale ed amministrativo. “Stiamo per arrivare a 100 iscritti, traguardo che ci consentirà di essere una delle sezioni dell’Unione cattolica imprenditori dirigenti più grandi d’Italia” afferma il presidente brianzolo Aldo Fumagalli.

“Intanto il prossimo 25 marzo alle ore 12 – annuncia – inaugureremo un’opera, realizzata con il nostro contributo, nel Parco di Monza, lì dove il Papa Francesco ha celebrato la Messa solenne due anni fa (clicca qui per riviverla). Si tratterà di una lapide, una sorta di porta – continua – forniremo maggiori dettagli nei prossimi giorni”.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.