Ambiente

Lissone, presto i dati sperimentazione rifiuti. «Sta funzionando»

Un sacchetto blu dotato di microchip ed etichetta elettronica personalizzata per pagare una tassa rifiuti proporzionale alla reale quantità di scarto prodotta, pare funzionare.

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Ancora, impressioni e numeri ufficiali non sono disponibili, ma la sperimentazione che dallo scorso ottobre sta interessando circa il 10% della popolazione di Lissone e 2000 famiglie, quel sacchetto blu dotato di microchip ed etichetta elettronica personalizzata per pagare una tassa rifiuti proporzionale alla reale quantità di scarto prodotta, pare funzionare.

La novità, assoluta in Brianza, è stata, secondo l’assessore all’Ambiente, Giovanni Angioletti, ben digerita dai cittadini di Lissone. «La sperimentazione sta andando bene, il sacco blu viene utilizzato nella stragrande maggioranza dei casi e non registriamo incrementi dei fenomeni di abbandono. Tra circa un paio di settimane avremo da Gelsia un report effettivo della sperimentazione, che scadrà a fine dicembre ma che stiamo valutando di prorogare».

Il quartiere interessato, Pacinotti, è stato scelto per la presenza contemporanea delle due tipologie di abitazioni: condomini e case singole. «Alla vigilia c’erano parecchi timori, inutile negarlo. Legati anche alla difficoltà di capire la nuova metodologia, specialmente nei condomini, dove c’è qualche problema in più. Per fortuna, anche grazie all’incontro pubblico che abbiamo organizzato prima della sperimentazione, i commenti sono positivi e gli utenti, secondo i primi dati, conferiscono il sacco con una frequenza minore ma una maggiore differenziazione».

All’atto pratico, attraverso l’incrocio tra il microchip e il codice sacco ogni famiglia denuncia la quantità rifiuti prodotta e paga di conseguenza.

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