Cultura

Vimercate, ecco “L’Albero dei Tutti”, l’opera itinerante che dice no alla mafia

L’Albero, pensato come simbolo di unità e impegno, già posizionata davanti al Must, resterà esposta a Vimercate fino a fine maggio.

L'Albero dei Tutti Vimercate mb

Vimercate. Vimercate dice no alla mafia. E lo fa inaugurando oggi, sabato 13 aprile nel cortile d’onore di Villa Sottocasa, “L’Albero dei Tutti”, l’opera che testimonia il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata. Non solo. Vimercate è infatti anche la prima città della Lombardia ad ospitare l’opera itinerante dell’artista gardenese Gregor Prugger.

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“L’Albero dei Tutti”

Si tratta di un abete di quindici metri per oltre nove d’ampiezza con un impalcato mobile di rami ampio di oltre dieci metri, per più di trecento sculture ad innesto che rappresentano nel piccolo dettaglio realistico (da Giovanni Falcone a Paolo Borsellino) le moltissime, oltre 400, vittime di mafia: dai troppi poliziotti assassinati ai tanti magistrati, intellettuali, imprenditori e bambini. Un’opera colossale realizzata grazie al contributo della Provincia Autonoma di Bolzano e la partecipazione del comune di Ortisei, in esclusiva per la Fondazione Falcone.

Un simbolo potente

“Questa opera è un simbolo potente e significativo – ha spiegato il sindaco di Vimercate, Francesco Cereda. –  Non è solo un’opera d’arte ma è un manifesto visivo che intreccia bellezza con memoria e dovere civico. È un’opera che ci chiede di avere cura di lei e di ciò che rappresenta. La statua di Falcone punta verso il municipio e riflette il legame indissolubile tra comunità, cultura e legalità – ha continuato Cereda. – Questo albero è un invito per tutti noi a ricordare e ad agire, ogni cittadino ha l’opportunità di contribuire alla lotta alla mafia. Lasciate che l’albero diventi un’occasione per parlarne, per raccontare le vicende che ricorda l’albero.”

Albero Dei Tutti Vimercate mb

Dopo aver fatto tappa a Palermo, Roma, Bolzano, Trieste, Firenze e Forlì adesso Vimercate, è la prima città della Lombardia, ad ospitare l’opera di Prugger. L’istallazione, unica nel suo genere in Europa, è un ibrido colossale concepito come simbolo di unità e impegno, l’opera posizionata davanti al Must, resterà esposta a Vimercate fino a fine maggio. 

” L’Italia ha fatto grandi passi avanti nella lotta alla criminalità organizzata ma la battaglia non è vinta perché la mafia è mutevole – ha aggiunto Patrizia Palmisani, prefetto di Monza e Brianza. Questi momenti ci consentono di fermarci a pensare alla lotta alla criminalità organizzata che non intacca solo l’economia di un paese ma penetra la vita delle persone spesso prendendosela. È una battaglia da combattere insieme.”

Un’opera itinerante

Spazio anche per il questore Salvatore Barilaro: “Noi abbiamo bisogno della Fondazione Falcone , per quello che ha rappresentato il dottor Falcone per tutta l’Italia e per i progetti che la sua fondazione porta avanti. Noi li abbiamo vissuti sulla pelle questi momenti ma le nuove generazioni non conoscono il sentire di quella stagione ed è per questo che è importante che in occasioni come queste ci siano qualcuno capace si trasmettere il pathos. Noi abbiamo l’obbligo di trasmettere memoria, di fare capire loro che quello che ci siamo guadagnati lo abbiamo guadagnato con sacrifici pagando un prezzo anche di sangue” ha concluso così Belisario.

Albero Dei Tutti Vimercate mb

“Non poteva esserci momento migliore per inaugurare questo albero, la primavera che è simbolo di rinascita – ha sottolineato l’assessore delle Opportunità, Riccardo Corti. – Dalle gemme di questo albero nascono persone che hanno permesso di costituire lo stato. È qui che sta il passaggio tra persona e cittadino e allora cosa può fare un’amministrazione comunale? Rendere i cittadini più consapevoli della società che vogliamo. L’abbiamo fatto istituendo il consiglio comunale dei ragazzi ad esempio. Questo è l’accrescimento della cittadinanza con cui cresce anche il senso del dovere e della legalità. Solo così potremo raccogliere i frutti di questo albero.”

Il potere della comunità

A chiudere il momento istituzionale Alessandro De Lisi, curatore della Fondazione. “Tutto si è trasformato ma io sono ancora in quel punto esatto di crescita personale che mi è stata consentita da una provocazione straordinaria: essere nato nel posto sbagliato e poterlo cambiare. La mafia è illegale ma è profondamente incostituzionale il pensiero che c’è dietro quello delle scorciatoie che comprende i diritti con doveri, orgoglio che diventa presunzione. Ricordo ad una manifestazione per  di Libero Grassi di aver conosciuto don Pino Puglisi che mi lanciò una sfida: andare a Brancaccio.”

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De Lisi ha concluso: “Sul sagrato della sua chiesa c’erano le macchine dei fratelli Graviano , don Puglisi mi chiese 100 litri di vernice verde. Quella vernice serviva per dipendere il marciapiede dove loro parcheggiavano, divenne il Maracanà di Brancaccio, un campo da calcio dove i bambini giocavano. È qui che la mafia perde, nell’imprevisto, nella professione si un’azione gentile, che non confonde i valori. Se davvero è possibile trasformare un marciapiede in uno stadio è possibile ribaltare un concetto che passa da tutti. Metterci insieme significa fare comunità e una comunità creativa e libera dove la reputazione non è in vendita dà fastidio e ci fa vincere. Magari questa opera non serviva ma è stata meravigliosa l’opportunità di spostare questo albero in giro per l’Italia.”

 

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