Per ricordare

Al Teatrino della Reggia di Monza inaugurata la mostra “I disegni dei bambini di Terezin”

Una mostra in onore del Giorno della Memoria: il Teatrino della Reggia di Monza apre i battenti a giovani e famiglie per non dimenticare l'orrore della Shoah.

Mostra "I disegni dei bambini di Terezin" Teatrino di Monza
- Foto d'Archivio

Qualche matita e tanta voglia di vivere: i bambini ebrei deportati nel ghetto di Terezin durante il secondo conflitto mondiale ci raccontano la Shoah attraverso i loro occhi. Oggi, 25 gennaio 2024 è stata inaugurata la mostra “i disegni dei bambini di Terezin” al Teatrino della Reggia di Monza. Si tratta di un’installazione che presenta una selezione della raccolta dei 4.387 disegni e 66 poesie dei bambini deportati ad oggi conservata nel museo ebraico di Praga. Accanto ai lavori dei bambini di Terezin sarà possibile osservare le opere degli studenti della 4D della Primaria M. L. King di Cesano Maderno.

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I disegni dei bambini di Terezin

La mostra sarà aperta dal 27 gennaio al 29 febbraio, con ingresso libero nei weekend secondo l’orario della Reggia di Monza, mentre le classi potranno visitarla da martedì a giovedì con un accompagnatore su prenotazione.

L’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA A MONZA

Al taglio del nastro per l’inaugurazione presenti il presidente della Provincia Luca Santambrogio, Fabio Lopez Nunes il presidente del comitato per le Pietre d’Inciampo MB, l’assessora alla Cultura del comune di Monza Arianna Bettin e il viceprefetto di Monza, Beaumont Bortone. Hanno preso parte all’evento anche gli allievi del liceo artistico Nanni Valentini di Monza che hanno curato l’allestimento della mostra.

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I ragazzi del liceo Nanni Valentini

Durante la cerimonia, Luca Santambrogio ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare i giovani e gli studenti sulla questione del “ricordo” per non dimenticare sottolineando: “Il mio invito è quello di non perdere sensibilità di fronte alle ingiustizie, ma di sfruttare il Giorno della Memoria per riflettere e, se possibile, visitare quante più pose, mostre, talk ed eventi, magari insieme alla propria famiglia e i propri amici, per scoprire insieme come la storia globale si intreccia con quella della nostra Brianza. Manteniamo vivi i valori della Memoria e del Ricordo, insegniamo ai nostri figli cosa è stato, affinché non possa più essere. Mai dimenticare”. 

Ha commentato anche Fabio Lopez Nunes con un excursus sulle 33 nuove Pietre d’Inciampo che verranno installate in 29 comuni del territorio: “Il significato delle Pietre d’Inciampo, nella accezione della lingua tedesca, ha un senso intransitivo volto a porre l’attenzione, riflettere su ciò che è stato. Ed è questo l’imperativo che i volontari del Comitato intendono favorire col loro lavoro”.

Arianna Bettin ha invece evidenziato l’importanza di Dicker-Brandeis, pittrice, designer di interni, costumista e scenografa deportata a Terezin nel 1942: “Pioniera, pur nella drammaticità del contesto, dell’arteterapia infantile. Coinvolse gli oltre seicento minori detenuti nel campo di concentramento di Terezin in lezione d’arte che furono a tutti gli effetti lezioni di libertà, bellezza e resistenza. In queste tre parole si sostanzia il lascito di chi come lei ha condotto la missione a modo proprio, rivendicando la propria umanità di fronte a dittature come quelle di Hitler e Mussolini”.

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La storia di Friedl Dicker-Brandeis

Con la posa delle pietre d’inciampo, la rosa bianca in Provincia, e le tante iniziative organizzate da enti e associazioni il territorio brianzolo è in prima linea per non dimenticare e sensibilizzare le nuove generazioni (leggi qua). 

“Come ho già detto in altre occasioni, riferendomi sempre a questo tema, tra tutte le altre province lombarde dove sono stato, credo proprio che quella di Monza e Brianza sia la più attiva e dinamica sotto questo punto di vista. Si tratta di una provincia ricca di iniziative e oggi è l’ennesima riprova di questo, di quella capacità di mostrare alla cittadinanza le diverse sfaccettature di un periodo molto triste della nostra storia” sottolinea Beaumont Bortone.

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