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Monza, Consulta Triante al Prefetto: “Vogliamo un incontro sui migranti in via Monte Oliveto”

I cittadini hanno scritto una lettera a Patrizia Palmisani per avere chiarimenti sull'edificio che dovrebbe ospitare fino a 100 richiedenti asilo. Un tema su cui si è dibattuto molto anche a livello politico.

monte oliveto monza

Monza. L’avevano annunciato e ci hanno messo poco per passare dalle parole ai fatti. Anche perché il rischio è di essere già fuori tempo massimo. La Consulta Triante, a soli due giorni dalla riunione che si è tenuta al Centro civico, ha scritto al Prefetto di Monza, Patrizia Palmisani, sulla questione di via Monte Oliveto 7 dove in un edificio di due piani, in poco più di 600 metri quadrati, dovrebbero essere ospitati fino a cento migranti in dodici camere da letto con bagni multipli.

Gli iscritti alla Consulta di Triante, che per informazione hanno indirizzato la missiva anche al sindaco di Monza, Paolo Pilotto, all’Assessora comunale, Andreina Fumagalli e all’Ufficio Partecipazione, hanno chiesto con decisione un incontro al Prefetto per avere chiarimenti definitivi su una vicenda controversa e molto dibattuta, anche a livello politico, nell’ultimo mese.

LA RICHIESTA

“A nome dei cittadini del quartiere Triante di Monza le chiediamo maggiori informazioni in merito alla
definizione di un centro di accoglienza per immigrati presso un edificio sito via Monte Oliveto” è l’incipit delle lettera firmata da Pantaleo Bruno Troia e Angelo Tritto per il Coordinamento della Consulta Triante.

Consulta Triante migranti

“Siamo molto preoccupati perché dalle informazioni a disposizione si parla di numeri molto alti, si parla di
un centinaio di persone – si legge più avanti – se le scarse informazioni che sono giunte ai cittadini sono vere, allora le sottoponiamo solo alcune delle osservazioni e preoccupazioni che sono emerse nella popolazione, e cioè che il numero di ospiti è eccessivo e potrebbe determinare diversi problemi“.

I DUBBI

La perplessità principale della Consulta Triante, quartiere residenziale a ridosso del centro e tra i più popolosi di Monza, è relativa soprattutto al fatto che l’edificio di via Monte Oliveto, individuato da un bando della Prefettura, l’ente a cui spetta la decisione su dove dislocare i migranti destinati al capoluogo della Brianza, “ci sembra inadeguato per accogliere un numero di persone così elevato soprattutto se si tratta di famiglie“.

Scetticismo riguarda anche la composizione del gruppo di persone che verrà ospitato, la durata della permanenza di ciascun individuo o famiglia e il tessuto urbano in cui si trova la palazzina che ospiterebbe il centro di accoglienza dei migranti. Quell’area del quartiere, infatti, è densa di “funzioni quali attività commerciali, scuole, centri sportivi, parchetti ed aree verdi lungo il canale” scrive la Consulta al Prefetto.

Consulta Triante migranti

L’ACCOGLIENZA DIFFUSA

A scanso di equivoci, i cittadini di Triante autori della missiva sottolineano di non essere contrari all’arrivo di migranti e richiedenti asilo a Monza. “Il quartiere Triante con i suoi abitanti è un quartiere capace di grandi slanci di solidarietà e soccorso, ma in maniera equilibrata” si legge nella lettera.

“L’accoglienza diffusa concorre all’aumento della qualità dell’accoglienza e favorisce una componente fondamentale dell’ospitalità ed accoglienza che è l’integrazione di queste famiglie, di queste persone nel tessuto sociale triantino” aggiungono i cittadini.

La Consulta Triante rivolge al Prefetto di Monza un vero e proprio appello accorato. “Le chiediamo un incontro di chiarimento ed informazione e se ci permette, di condivisione delle nostre osservazioni che narrano di famiglie, madri, padri, nonni, cittadini molto molto spaventati e preoccupati per un eventuale bomba di degrado sociale e non del territorio” è la conclusione della lettera.

migranti

LA SITUAZIONE

In attesa di scoprire se il Prefetto vorrà rispondere e, magari, incontrare la Consulta Triante, è quasi certo che altre tappe si aggiungeranno al caso del centro di accoglienza migranti di via Monte Oliveto 7. Intorno all’edificio che in passato ha ospitato anche la sede della Cgil, infatti, è già stato detto e scritto molto.

Lo scorso 27 novembre la protesta di una trentina di cittadini di Triante è riuscita a fermare una seduta del Consiglio comunale di Monza. Che, poi, circa due settimane dopo, l’11 dicembre, ha approvato all’unanimità una mozione contro l’apertura di un Centro di accoglienza in via Monte Oliveto.

In mezzo c’è stato un acceso dibattito tra i partiti di maggioranza ed opposizione, d’accordo nella sostanza, ma con molti distinguo nella forma, anche al di fuori dell’aula di Piazza Trento e Trieste. E perfino una petizione, annunciata da alcuni residenti di Triante spalleggiati dal centro-destra, che dovrebbe sfociare in un banchetto per la raccolta nella mattinata del 16 dicembre in Via Vittorio Veneto angolo Via Cavallotti.

destra monte oliveto

I TIMORI

Ma, al di là di quel che è già stato e sarà, l’impressione di molti è che l’edificio di via Monte Oliveto 7 abbia il destino segnato. Perché la cooperativa Intesa Sociale, l’unica che ha partecipato al bando indetto dalla Prefettura per la gestione della struttura, avrebbe già stipulato a settembre un contratto di locazione per 140mila euro con il proprietario della palazzina.

Sarebbero perfino già partiti i lavori di ristrutturazione per rendere l’edificio adatto ad un uso residenziale. E, poi, ci sono i timori più che fondati sui decreti del Governo Meloni, recentemente convertiti in legge, che non solo prevedono un possibile incremento dei migranti da ospitare in caso di necessità ed urgenza, ma addirittura attribuiscono un rimborso giornaliero per ogni migrante più alto in proporzione al numero complessivo.

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