Cronaca

Arrestato per terrorismo a Monza, il giuramento all’Isis su Facebook e il figlio indottrinato

Nel capoluogo brianzolo l’egiziano svolgeva una vita apparentemente tranquilla

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Il blitz

Gruppi Telegram e  Whatsapp con centinaia di iscritti. Il giuramento con il suo profilo social allo Stato Islamico su Facebook. E ancora la dottrina da insegnare al figlio minorenne. Emergono i particolari delloperazione anti terrorismo della Polizia di Stato, nella giornata odierna, al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dal Procuratore Capo di Milano Marcello Viola e dal Pubblico Ministero Alessandro Gobbis. In carcere due egiziani 44 e 49 anni, residenti a Monza e Sesto. Nel capoluogo brianzolo l’egiziano svolgeva una vita apparentemente tranquilla: è dal web che sarebbero emerse le sue reali inclinazioni. Come l’altro arrestato era su gruppi WhatsApp di matrice jihadista e riconducibili allo “Stato Islamico”. Il 44enne abitava nel quartiere San Rocco con la moglie e quattro figli.

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LA PROPAGANDA DIGITALE

I due uomini arrestati dalla Digos di Milano per la loro “partecipazione “all’organizzazione terroristica internazionale denominata Isis” sarebbero stati “estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitale per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell ‘organizzazione e finanziando ‘cause di sostegno” della stessa alla quale avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà”. Lo comunica in una nota il procuratore capo di Milano Marcello Viola.

L’indagine ha confermato la centralità del cyberspazio e dei circuiti mediatici internazionali, nella diffusione del messaggio jihadista finalizzato al proselitismo ed all’esaltazione delle azioni terroristiche da parte dell’organizzazione a cui hanno aderito gli indagati.

In particolare, la Polizia ha riscontrato l’utilizzo della rete per una sorta di addestramento diffuso, cristallizzando a carico dei due soggetti indagati i seguenti elementi indiziari: copioso materiale inneggiante ad azioni terroristiche violente, in diversi casi con bambini protagonisti; condivisione sui propri account Facebook di contenuti jihadisti, con commenti e like di approvazione su profili altrui; presenza su canali Telegram e gruppi Whatsapp direttamente riconducibili allo Stato Islamico o ad esso affiliati, con la partecipazione di centinaia di utenti, registrati con numerazioni siriane, afgane, irachene, nord-africane, ma anche europee e sudamericane; versamenti di denaro disposte a favore di nominativi stanziati in Yemen e Palestina; indottrinamento religioso svolto nei confronti dei familiari, con particolare riferimento ai figli minori.

Sparare con un’arma da fuoco ti fa avere un cuore di ferro“, uno dei tanti messaggi rintracciati dagli inquirenti nelle chat. E in altri non mancano inquietanti riferimenti agli ebrei, alla situazione in Medio Oriente e minacce al premier italiano Giorgia Meloni.

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IL GIURAMENTO SOCIAL

“Nel corso della lunga indagine, il quadro probatorio si è ulteriormente aggravato con un giuramento di fedeltà allo Stato Islamico postato su un profilo Facebook da uno degli indagati nel maggio 2022. A riprova dell’assoluta gravità degli elementi ricostruiti, è stata rilevata da parte degli indagati un expertise nell’uso delle armi e la disponibilità a dare consigli a chi volesse essere introdotto al loro impiego. Inoltre, sono state individuate, sempre sul medesimo profilo Facebook, delle minacce dirette a cariche istituzionali italiane” spiegano gli inquirenti.

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In questo momento non ci sono minacce dirette che noi sappiamo verso l’Italia, però può esserci sempre qualche fondamentalista esagitato che agisce da solo, qualche cane sciolto, quindi la previsione è massima da parte italiana, però non abbiamo pericoli segnalati imminenti. Si continua a vigilare, si fa di tutto perchè gli italiani possano vivere in sicurezza, anche controlli sugli immigrati che arrivano perchè non possono esserci infiltrati terroristi”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio anch’io.

In Italia “il livello di guardia è già stato alzato da qualche giorno, stiamo tenendo tutto sotto controllo. Carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia penitenziaria, servizi di intelligence lavorano con attività di prevenzione, tant’è che stamane sono state arrestate due persone accusate di terrorismo” aggiunge Tajani.

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