Territorio

Pedemontana: BEI rivaluterà il maxi-prestito?

Comitati, associazioni, liste civiche, ambientalisti uniti hanno presentato un esposto alla Banca Europea degli Investimenti. Che si era riservata di rivalutare il finanziamento in caso di modifica del tracciato.

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- Foto d'Archivio

La Banca Europea degli Investimenti potrebbe rivalutare il maxi-prestito, se il tracciato originario di Pedemontana venisse modificato. Lo scriveva, nero su bianco, la vicepresidente italiana della Bei Geslomina Vigliotti lo scorso giugno in risposta ai quesiti sollevati dalla Parlamentare Eleonora Evi dell’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana (AVS). E oggi, con la variante D Breve in fase di Vas al ministero, ambientalisti, associazioni, comitati, civiche contro Pedemontana hanno presentato una segnalazione-esposto alla Banca Europea degli Investimenti che ha concesso (ma non ancora elargito) un maxifinanziamento sull’opera. L’esposto invita la BEI a rivedere l’intero prestito (oltre 500 milioni di euro) alla luce della variazione di tracciato che la D Breve innegabilmente apporta, segando via la connessione con la Bergamasca e quindi quel concetto di connessione est-ovest che stava alla base dell’opera.

LE DICHIARAZIONI DELLA BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI

Le parole scritte dalla vicepresidente italiana di BEI a giugno erano nette: “L’obbligo di completare integralmente l’infrastruttura Pedemontana Lombarda – comprensiva quindi delle tratte B2 e C, rientranti nel perimetro di finanziamenti BEI, e della tratta D, non rientrante nel perimetro di finanziamento BEI – è contenuto in primo luogo nel contratto di concessione stipulato tra Concessioni Autostradali Lombarde S.p.A. (in qualità di concedente, partecipata pariteticamente da Regione Lombardia e ANAS) e Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A. (in qualità di concessionaria, partecipata al 63,34% da Regione Lombardia). Il mancato completamento dell’infrastruttura secondo i termini e le condizioni della convenzione di concessione farebbe scattare delle penali a carico del concessionario e potrebbe potenzialmente portare alla risoluzione anticipata della convenzione stessa da parte del concedente.”

Altro passaggio rilevante: “Qualsiasi modifica al layout della Tratta D si qualificherebbe come una modifica della concessione soggetta al previo consenso dei finanziatori. Pertanto, la Banca mantiene il diritto di accettare o rifiutare una modifica al layout originale della Sezione D, anche se la Sezione D non rientra nell’ambito del finanziamento EIB. Per chiarezza, il concessionario non ha mai presentato alla Banca una richiesta di modifica del tracciato della Sezione D rispetto a quanto attualmente previsto nell’accordo di concessione.”

LA VARIANTE ALLA D BREVE DIVENTA UNA LEVA

Su questo punta ora il gruppo di realtà civiche anti-Pedemontana che ha presentato le segnalazione alla BEI, un fronte unito, sempre più ampio e composto da gruppi di tutte le tratte dell’infrastruttura. “Innanzitutto abbiamo comunicato a BEI la variante relativa alla Tratta D – ha spiegato uno dei portavoce del fronte, Stefano Barazzetta, ingegnere ambientale di Vimercate e membro del comitato Ferma Ecomostro D Breve – perchè a giugno scriveva di non avere ricevuto alcuna comunicazione in merito a una variazione di tracciato”. Al suo fianco, in una conferenza stampa di ieri sera, 18 ottobre, anche Roberto Sala (Comitato No Pedemontana per la tratta C), Alberto Colombo (Sinistra e Ambiente Meda per la B2) e i rappresentanti delle numerose realtà che aderiscono all’iniziativa, elencate in calce all’articolo.

Concorda, il gruppo, sulla volontà di “tentare tutte le strade possibili” per bloccare un’infrastruttura che rappresenta un danno ambientale irreversibile, uno spreco economico con pochi precedenti e un potenziale errore anche sul fronte viabilistico. Tra le strade possibili c’è appunto quella di ostacolare i finanziamenti che costituiscono il “vero motivo per cui il progetto fermo da anni, con lo stanziamento di BEI, Cassa depositi e prestiti e altri investitori, si è rimesso in moto con un’accelerata”, ha confermato Barazzetta. D’altra parte è chiaro che una defezione sul fronte degli investitori potrebbe far sfilare dall’operazione anche gli altri. Cruciale è dunque quel prestito globale per 1 miliardo 700 milioni di euro che però, per chi lo concede, deve avere prospettive di rientro. Secondo ambientalisti e civiche, la versione Breve della Tratta D, vanificando il concetto del collegamento Est Ovest, costituirebbe già un elemento di fragilità per il potenziali flussi finanziari della futura autostrada. Senza contare i tassi d’interessi che sono esplosi.

L’AVVIO DEI CANTIERI DI PEDEMONTANA

Per l’erogazione mancano ancora una serie di condizioni che i firmatari dell’esposto a BEI spiegano di non conoscere nel dettaglio. “Una di queste però la sappiamo – aggiungono – ed è la chiusura della progettazione esecutiva. Un traguardo che Pedemontana non ha ancora tagliato e senza il quale non è plausibile la partenza dei cantieri”. Partenza sulla quale Pedemontana dà informazioni non univoche. “Ho partecipato a quasi tutti gli incontri sul territorio e su tutte le tratte – ha dichiarato Colombo – e le date per l’avvio dei cantieri sono sempre diverse“. Nel settembre 2021 un comunicato stampa ufficiale collocava l’inizio per le tratte B2 e C ad ottobre 2022. Stando alle comunicazioni più recenti si citano le recenti parole del sindaco di Arcore Maurizio Bono che nell’ultimo bimestre ha già incontrato due volte i funzionari di Apl per parlare di opere di mitigazione: “la previsione che ci comunicano è quella del 31 dicembre“. I tempi, in questo caso, sono stretti per ottenere una risposta da BEI per la quale comunque i firmatari ipotizzano un paio di mesi. L’iniziativa degli ambientalisti, ha spiegato Roberto Sala, sarà condivisa anche con le istituzioni che intanto proseguono la battaglia sul loro fronte, in particolare quelle della Tratta D, 11 comuni che stanno lottando uniti, oltre i colori politici, anche al ministero e con l’appoggio di componenti civiche del territorio. Più difficile la coesione sul fronte della tratta B2. Spiega Colombo: “qui scontiamo il limite di amministrazioni accondiscendenti o rassegnate“.

UN FRONTE TRASVERSALE E NUMEROSO

Le Associazioni, i gruppi ambientalisti, i comitati e le liste civiche delle tratte B2, C e D che hanno presentato l’esposto a Bei sono:
Alternativa Verde Desio, Coordinamento No Pedemontana, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Comitato per la Difesa del Territorio- Lissone, Casa della Sinistra Seregno, Gruppo Acquisti Solidali GAS Vitale Arcore, Impulsi Sostenibilità e Solidarietà Meda, Ferma Ecomostro D Breve Regione Lombardia, ImmaginArcore, Legambiente circolo Gaia Usmate e Velate, Legambiente circolo “Laura Conti” Seveso, Legambiente Seregno aps, Lista Civica Altra Bovisio Masciago, Lista Civica Vivi Lissone, Movimento No Pedemontana Lesmo, Un Parco per Bernareggio, Passione Civica per Cesano Maderno, Sinistra e Ambiente Meda, Seveso Futura.

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