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Cateno De Luca in 10 punti

"No aborto, villaggi della speranza e mai più Roma ladrona". Ecco De Luca e il suo decalogo.

Cateno De Luca mb
Cateno De Luca

Le idee le ha chiare. Cateno De Luca, candidato alla poltrona che fu in Senato di Silvio Berlusconi, ha presentato ieri nel centralissimo Bar Moderno di Monza il suo decalogo per “aggiustare i disastri degli altri”, come recita il suo slogan elettorale. Si voterà il 22 e 23 ottobre per le elezioni suppletive di Monza e Brianza e il sindaco di Taormina si distingue per tre punti che più colpiscono: il secco no all’aborto (in contrasto con l’altro candidato, Cappato), l’obiettivo di creare dei “villaggi della speranza” all’interno dei distretti industriali per far incontrare domanda e offerta del lavoro e aiutare i migranti. E infine si pone come l’alternativa ai partiti e in particolare alla Lega che “oggi fa sistema a Roma, quando un tempo l’obiettivo era il federalismo.”
lancia due appelli De Luca: uno ai civici, “io sono espressione di una lista civica, sono l’alternativa ai partiti”; mentre l’altro appello lo lancia ai cattolici: “rappresento i vostri valori, su questo non ci sono dubbi”.

Una conferenza stampa durante la quale il candidato ha rivelato anche una presunta verità scomoda su Adriano Galliani. Leggi qui cosa ha detto.

 

IL DECALOGO PER LA BRIANZA E PER LITALIA

1. Mai più Roma Ladrona: costruiamo lo Stato federale con la creazione di macroregioni in relazione agli attuali indici socio- economici, la trasformazione delle città metropolitane in vere città- stato e l’abolizione del bicameralismo perfetto;
2. Basta con gli asini volanti nelle istituzioni: modificare il sistema elettorale con l’introduzione delle preferenze per le assemblee elettive con l’introduzione dei tre mandati. La candidatura alle assemblee elettive superiori può avvenire solo dopo aver maturato una specifica esperienza nelle autonomie locali;
3. sindaci Statisti di Frontiera: riconoscere maggiori poteri ai Sindaci in materia di sviluppo economico, sicurezza urbana e prevenzione territoriale;
4. Abolizione del pizzo legalizzato sui servizi pubblici essenziali: la gestione dei servizi
essenziali deve essere esclusivamente pubblica con modelli improntati ai principi di efficienza, efficacia ed economicità;
5. Scuola per tutti e per la vita: maggiore integrazione tra mondo scolastico e filiera lavorativa con l’istituzione di stage periodici, integrativi dei piani di studio, in funzione dell’indirizzo prescelto con ľabolizione del numero chiuso all’ingresso dei percorsi universitari e di specializzazione;
6. Più case: promuovere da parte dei Comuni un piano straordinario, finanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti o dai Privati, per la realizzazione di unità abitative a canone agevolato per studenti fuori sede e lavoratori non proprietari;
7. Villaggi della speranza: realizzare, con risorse pubbliche o private, nei distretti produttivi dei villaggi per ospitare migranti a fini inserimento e lavoro, nell’attesa che si trovi la soluzione peri frenare le partenze. Le aziende saranno esentate dal versamento dei contributi previdenziali ed assicurativi per i migranti avviati al lavoro;
8. Reddito di civiltà: erogazione di un sussidio collegato alla preventiva individuazione di un datore di lavoro che si prenda in carico il disoccupato con il mero pagamento dell’assicurazione per gli infortuni e la responsabilità civile;
9. La salute non si commercia: la liberazione delle droghe di qualunque natura e la legalizzazione della prostituzione rappresenta un mercimonio della salute e dell’etica;
10. No ai Caronte: va rafforzato il divieto dell’interruzione anticipata della vita.
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