Spaccatura

Crisi nera per i Fratelli d’Italia di Arcore

Il consigliere meloniano Varrecchia ad alzo zero sul sindaco per il licenziamento dell'assessore Pino Tozzi: "profonda ferita in maggioranza, voti non più sicuri".

fabio varrecchia Fratelli arcore
Fabio Varrecchia durante il suo "j'accuse" in consiglio.

Crisi nera per Fratelli d’Italia in consiglio comunale. Il partito che esprime quattro consiglieri nella maggioranza del sindaco Maurizio Bono è spaccato in due, in una frattura che si potrebbe riassumere in estrema analisi così: i pro e i contro al licenziamento del vicesindaco Pino Tozzi di quattro mesi fa. I due consiglieri Fabio Varrecchia e Giovanni Timpano non hanno mai fatto segreto della loro indignazione per il ritiro delle deleghe di Tozzi che, nel frattempo, ha ottenuto un esplicito (quanto tardivo) appoggio dal suo partito con l’elezione a coordinatore locale. Nella seduta consiliare di ieri, 11 settembre, Varrecchia ha letto un pesante j’accuse indirizzato alla giunta, chiedendo che si chiariscano una volta per tutte le ragioni del venir meno del rapporto di fiducia che per Bono ha giustificato l’allontanamento di Tozzi.

IL CONSIGLIERE DI FRATELLI D’ITALIA VARRECCHIA

“Poiché io vivo il territorio e ogni giorno mi confronto con i cittadini, le assicuro signor sindaco che sono tutt’ora basiti e increduli – ha detto Varrecchia – è giusto e doveroso ricordare in questa sede che Tozzi, oltre che essere l’artefice della sua elezione rappresenta, da sempre, per Arcore il punto di riferimento politico di Fratelli d’Italia”. Il consigliere ha parlato di “lacerante ferita” inferta a una persona che da sempre ha concepito la politica come servizio ai cittadini. Al sindaco il rimprovero di aver fatto un errore su tutti i fronti: tempi, modi e contenuti. “Non ha ritenuto di consultare la maggioranza che sorregge la sua giunta – ha meglio spiegato Varrecchia – ha comunicato in Consiglio frettolosamente e senza motivazioni il cambio di assessore e l’assegnazione di nuove deleghe, non si è fatto il minimo scrupolo ad ‘uccidere politicamente e umanamente’ la persona che l’ha messa su quella poltrona”.

I RISCHI PER LA STABILITA’ DELLA MAGGIORANZA

E poi un riferimento esplicito di Varrecchia alle conseguenze della decisione di Bono sulla solidità della maggioranza: “Lei ha creato una profonda ferita nella maggioranza, i suoi voti non sono più sicuri”, estendendo la chiave di lettura anche all’elettorato: “il paese percepisce uno stato di disagio per una fiducia mal riposta”. Sulle opinioni della cittadinanza è difficile dare interpretazioni semplicistiche, ma sull’umore della maggioranza la tensione è emersa chiaramente nella seduta di lunedì.

FRATELLI D’ITALIA SPACCATI IN DUE

Volti scuri tra i meloniani e continue reciproche spigolature. Prima ancora della bordata di Varrecchia, c’era stato Timpano, nella discussione sul giallo del Brianza Pride. Mentre il sindaco Bono si è detto aperto al dialogo su progetti educativi legati al contrasto delle discriminazioni di genere, Timpano lo ha contestato, definendo il confronto su questi temi “il tempo perso, secondo la linea del nostro partito. Il sindaco fa equivoci”. Alzata di mano del collega di Fratelli d’Italia Marcello Renzella che ha contraddetto a sua volta Timpano: “io non sono d’accordo, il confronto è sempre utile, su tutti i temi e livelli”. Una tensione che ha messo visibilmente in allerta anche il presidente del consiglio Laura Besana. Con fare incalzante, prima di concedere il microfono ai consiglieri di Fratelli d’Italia, chiedeva ogni volta secca se intendessero esprimersi sul punto in discussione. Come dire, non divaghiamo…

A fine serata il sindaco Bono non ha ritenuto di commentare in alcun modo le dichiarazioni di Varrecchia né i battibecchi tra i banchi del partito di Giorgia Meloni.

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