Karate

ASDK Oreno, incetta di medaglie al GB Open di Birmingham

Sono tornati carichi di medaglie i tre atleti che hanno rappresentato l’Italia al GB Open di Birmingham, gara internazionale del circuito WUKF.

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Birmingham (UK). Sono stati molto soddisfacenti i risultati ottenuti dai tre atleti italiani al GB Open di Birmingham, una competizione internazionale nel circuito WUKF. Gli atleti che hanno rappresentato l’Italia sono Matteo Spasiano e Davide Marelli, entrambi provenienti dalla ASDK Oreno, e Matteo Fruci del Dojo Kun Verona.

Nonostante la loro giovane età, Matteo Spasiano e Davide Marelli hanno dimostrato di essere atleti esperti in questa competizione. Il più anziano del gruppo, Matteo Spasiano, ha 21 anni ed è considerato uno dei talenti emergenti nella ASDK: egli è riuscito a conquistare due medaglie, risultati che testimoniano la sua abilità e la sua determinazione nel karate.

Le dichiarazioni

Matteo Spasiano: “È andata molto bene, sono veramente contento di questa trasferta; oltre alla medaglia d’oro nel kata a squadre, un risultato molto desiderato al quale non osavamo nemmeno pensare di arrivare, ho vinto nell’individuale l’argento nel kata all styles nella categoria Seniores. Un buon risultato è stato poi, anche se abbiamo mancato il podio di un soffio, il quarto posto nel kata a due in coppia con Davide Marelli che è mio compagno di allenamento all’ASDK, dove abbiamo iniziato a praticare questa entusiasmante arte marziale sotto la guida di Nadia Ferluga. Non avevamo mai gareggiato con Matteo Fruci ma sono molto contento della sintonia che abbiamo trovato con lui. L’ultimo allenamento lo abbiamo fatto da soli all’aperto in un parchetto vicino al palazzetto. C’era un sacco di gente, circa 1200 iscritti alla competizione. Questo ha reso la soddisfazione ancora maggiore. Devo dire che gli Organizzatori sono stati veramente gentili e accoglienti, ancora di più della volta scorsa, poi appena vedevano la tuta dell’Italia venivano tutti a chiedere di fare foto con noi. L’organizzazione è stata ulteriormente migliorata, nonostante ci fossero davvero moltissimi atleti e molte categorie. In entrambe le giornate cominciando alle 8.00 del mattino le gare, che erano spalmate su 10 tatami finivano non più tardi delle 17.00”

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Matteo Fruci: “È stata una esperienza bellissima. Mi sono emozionato quando Nadia Ferluga, che è allenatrice della Nazionale di Kata Fesik, mi ha detto che avrei avuto la opportunità di gareggiare all’estero rappresentando l’Italia. Voleva vedere come reagivo a una gara internazionale, e mi fa molto piacere non averla delusa. È stato bello mettersi in gioco anche con ragazzi che non avevamo mai visto e vedere come fanno karate nel resto del mondo. Non mi aspettavo una accoglienza così cordiale, complice anche il fatto che eravamo solo noi tre. Siamo stati accolti molto bene ci hanno messo subito a nostro agio poi con la storia che avevamo la tuta dell’Italia tutti ci fermavano per chiederci informazioni sul nostro paese e per fare foto con noi. Ringrazio anche gli altri ragazzi con i quali ho passato veramente giornate indimenticabili, e spero che questa esperienza che sia la prima fra le tante”.

Davide Marelli: “È stato entusiasmante: ci siamo divertiti al massimo,  abbiamo fatto una bella gara ed è stato bello. Confesso che non mi aspettavo l’oro a squadre, ho capito che potevamo vincere quando abbiamo fatto ‘Unsu’ in gara. Sono orgoglioso del lavoro fatto e ho capito che era stato fatto un ottimo lavoro. Da sempre mi alleno con Nadia Ferluga e devo dire che con lei si vedono i risultati. Ho vinto tre medaglie; oltre all’oro a squadre, infatti, ho vinto l’argento nell’Open juniores e una di bronzo nel kata Shotokan. Queste cose danno un senso a tutti i sacrifici che si fanno durante l’anno per allenarci. Io ho cominciato a fare karate ancor prima di andare a scuola. Sempre con Nadia. cominciato a fare karate a 5 anni sempre con la Nadia. Non finisce di stupirmi la grande cordialità delle persone che si incontrano in Inghilterra, sarà che la nostra tuta italiana è una tuta magica ma ci i fermavano veramente dappertutto e persino sull’aereo ci chiedevano se avevamo vinto”.

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