Opinioni

No a più parcheggi a pagamento a Monza, ecco perchè. (Coincidenze e incongruenze) – L’editoriale

Sono i giorni in cui due sindaci di sinistra, Giuseppe Sala, e Paolo Pilotto, hanno deciso di comunicare il caro-parcheggio. Il Pd è a favore delle strisce blu? Ecco però perchè a Monza non è il momento.

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Sono i giorni in cui due sindaci di sinistra, Giuseppe Sala, e Paolo Pilotto, hanno deciso di comunicare il caro-parcheggio. Il primo su Milano annuncia che aumenterà il costo dell’area C da 5 a 7,5 euro (+50%) e che estenderà i parcheggi blu. E anche i residenti nei Bastioni pagheranno di più, ovvero si paga per rientrare a casa propria, magari dopo una giornata di lavoro. Perchè abitare in centro a Milano è, in un certo senso, un privilegio. E anche vivere e lavorare a Monza deve essere così e allora il sindaco di Monza, assieme a tutta la sua giunta, ha deciso che tutto il centro storico diventi a strisce blu. Queste ultime saranno poi estese in meno di 24 mesi in altre sette zona di Monza. Contro il traffico “parassita” (pare abbia detto il sindaco) della sosta gratuita e contro chi non va piedi o in bici. Prima una considerazione politica: è proprio evidente che il Pd non abbia una sua linea sulla questione dei parcheggi blu: basta fare una veloce rassegna stampa per vedere che in alcune città (dove è all’opposizione) si batte contro i parcheggi a pagamento, quando invece è al governo li introduce. (Come si fa a decidere chi votare se i partiti sono schizofrenici e mai coerenti?)

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In secondo luogo entro nel merito della questione monzese. Personalmente ci andrei volentieri in bici in giro per Monza se fosse una città sicura per farlo. Per esempio da via Magellano, dove siamo noi, per andare verso il Ponte dei Leoni sono circa due chilometri, basta percorrere via Lecco. Caso vuole che la ciclabile che costeggia le mura di cinta del Parco termini proprio all’incrocio con la nostra via. Si può pedalare anche in strada, direte voi, è un po’ più pericoloso, ma si può fare. Il terno al lotto arriva all’altezza del civico 18 dove la strada si stringe e addirittura un marciapiede cessa di esistere, fagocitato dal muro di una casa. In quella via passano i camion e i pullman in entrambi i sensi di marcia e se si ha la fortuna di passare in quel momento, pregate di uscire vivi e di non essere stritolati. Dopo due grossi rischi, ho deciso che è meglio andare in auto, perché il bus (a parte costare troppo in relazione al breve tragitto) passa in maniera poco frequente. Per il resto Monza sarebbe una città perfetta per essere girata in bici, se avesse delle piste ciclabili continue e realizzate con logica, ovvero che collegano luoghi di interesse e non, come spesso accade, il nulla con il nulla. Vogliamo le piste ciclabili che collegano in maniera continua le scuole alla stazione! Vogliamo le pista ciclabile in corso Milano! Servono le piste ciclabili collegate bene, non come quella in viale Brianza: buia e dissestata!

Ben vengano tutte le limitazioni alla circolazione delle auto, ma che siano fatte fornendo un’alternativa alle persone che hanno il diritto di circolare e di lavorare. Per esempio. Monza è 40 anni che aspetta la metropolitana. Quando questa sarà arrivata, forse si potranno fare altri ragionamenti.

Perchè attenzione, tanti sono i pendolari automobilisti che devono recarsi nei centri urbani per motivi di lavoro (lavoro, non svago!). Ogni giorno, durante le ore di punta, si trovano costretti a girovagare senza meta per trovare un parcheggio nelle vicinanze del luogo di lavoro, o quantomeno non troppo lontano. Questa situazione non solo contribuisce alla congestione del traffico, ma comporta anche l’emissione di quantità significative di sostanze nocive nell’ambiente, aumentando così l’inquinamento atmosferico e il consumo di carburante. E questi lavoratori cercano, come è logico, la soluzione più economica e così vagano e vagano fino a che non si arrendono. O non la trovano. Quindi, la regolamentazione della sosta riveste un ruolo sociale di primaria importanza nella vita di una comunità. Per ottenere risultati significativi, è essenziale che questo argomento assuma un ruolo predominante all’interno dei piani urbani del traffico e della mobilità. Allo stesso tempo, è necessario adottare una serie di provvedimenti che non richiedano necessariamente misure straordinarie e non si concentrano esclusivamente sull’introduzione di tariffe orarie per la sosta dei veicoli. Queste misure devono favorire l’utilizzo di forme di trasporto alternative, al di fuori dell’uso esclusivo del mezzo privato, rendendo così la mobilità pubblica più competitiva. A Monza non ho sentito nulla di tutto questo, magari mi sbaglio?
Soprattutto non ho mai visto mettere mano alla segnaletica stradale, quando invece con quella opportuna aiuterebbe molto lo scorrere del traffico, soprattutto in strade come via Boccacci o viale Brianza (spesso non a casa teatri di gravi incidenti). Prima di fare cassa, c’è molto altro da fare e a costi relativamente contenuti.

Inoltre, sarebbe molto più vantaggioso utilizzare i proventi derivanti dalla sosta a pagamento per incentivare l’implementazione di sistemi di trasporto collettivo efficaci. Si potrebbero realizzare parcheggi nelle vicinanze delle zone a traffico limitato o presso le stazioni terminali delle metropolitane e degli autobus urbani, trasformando questi “contenitori” di automobili in luoghi accoglienti e stimolanti al di fuori dei centri abitati. Attualmente, questi luoghi appaiono desolati lungo le grandi arterie e le strade fortemente trafficate e non collegati. Oppure se il parcheggio è in centro questo è lo stato in cui si trova, guarda le foto di piazza Cambiaghi (è così da almeno 15 anni!).

Degrado in piazza Cambiaghi a Monza

Con un approccio oculato e strategico, si può affrontare il problema della sosta in modo efficace e allo stesso tempo migliorare la qualità della vita nelle nostre città. Incentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi (e sicuri) e creare infrastrutture adatte alle esigenze della comunità. Questo rappresenta un passo importante verso una mobilità sostenibile e un ambiente più salubre, ma non deve essere messa in campo solo una strategia che preveda sgambetti e gabelle per evitare le auto in centro. Perchè altrimenti, come sempre, si favorirà con questa logica il più ricco che il parcheggio se lo può permettere e non… l’ambiente.

Degrado in piazza Cambiaghi a Monza

Articolo aggiornato alle 17:08 del 7.07.2023

 

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