Arcore

Silvio Berlusconi, i trascorsi giudiziari

Sono 36 i processi che negli anni hanno visto imputato Silvio Berlusconi. Dibattuti in tribunali di mezza Italia, si sono conclusi per lo più con assoluzioni o non doversi procedere o prescrizioni o “il fatto non costituisce più reato” o amnistie.

silvio berlusconi arcore mb 2021
Silvio Berlusconi

Sono 36 i processi che negli anni hanno visto imputato Silvio Berlusconi. Dibattuti in tribunali di mezza Italia, si sono conclusi per lo più con assoluzioni o non doversi procedere o prescrizioni o “il fatto non costituisce più reato” o amnistie. Alcuni sono ancora aperti. Hanno visto il cavaliere di Arcore accusato di diversi reati tra i quali falso in bilancio, corruzione, prostituzione minorile, abusi d’ufficio, frode fiscale, falsa testimonianza.

L’unica condanna diventata definitiva nel 2013 è quella del processo Mediaset: 4 anni di carcere, 3 dei quali coperti da indulto, per la frode fiscale da 7,3 milioni di euro commessa con la compravendita dei diritti tv Mediaset ai tempi in cui rivestiva la carica di presidente del Consiglio. In seguito a quella condanna chiese l’affidamento in prova ai servizi sociali che gli fu concesso per quasi un anno in una struttura di Cesano Boscone. Decadde da senatore e restò incandidabile per 6 anni.

Nei processi nel quali Berlusconi è stato accostato alla mafia, si sono registrate archiviazioni o il proscioglimento già nelle indagini preliminari, o la prescrizione.

Assoluzione anche per le presunte tangenti alla Guardia di finanza in cambio di trattamenti di favore nelle verifiche fiscali su quattro imprese a lui collegate, con sentenza della Cassazione nel 2001. Nel 2010 un’altra sentenza della Cassazione, nell’ambito di un altro processo, dichiarò tuttavia che l’avvocato David Mills fu corrotto per testimoniare il falso e fare assolvere Berlusconi.

Ma i casi che hanno sollevato il maggior clamore nell’opinione pubblica sono stati indubbiamente quelli di natura sessuale, legati in diversi filoni al caso di Ruby che prese il via dopo l’ormai celebre notte in Questura tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando Karima El Mahroug, di origini marocchine, non ancora 18enne e che si faceva chiamare ‘Ruby Rubacuori’, venne fermata per un furto.

Il Cavaliere, che si trovava a Parigi, informato della vicenda, telefonò al capo di gabinetto Pietro Ostuni, sostenendo che la ragazza fosse “nipote del presidente egiziano Mubarak” e che sarebbe arrivata Nicole Minetti, per prenderla in custodia.

Berlusconi è uscito con una assoluzione piena e definitiva dalle accuse di prostituzione minorile e concussione e poche settimane fa è stato assolto dall’accusa di corruzione in atti giudiziari nel processo milanese Ruby ter, terzo filone dell’indagine legato alle accuse di aver promosso false testimonianze e corruzione. A febbraio il Tribunale di Milano ha infatti assolto tutti i 29 imputati del processo “perché il fatto non sussiste”, da Berlusconi a Ruby, alle ragazze che erano state indicate come  partecipanti ai festini in villa San Martino. Si sono chiusi così 6 anni di processo.

Le vicende legate al caso Ruby hanno trasformato agli occhi dell’opinione pubblica la storica dimora di delizia Villa San Martino in una sorta di night club d’alto bordo, trascinando in Brianza schiere di contestatori, in larga parte dalle aree politiche avverse a Forza Italia. Proprio ad Arcore furono organizzate all’indomani della vicenda manifestazioni di piazza anti-bunga bunga con migliaia di partecipanti, strade chiuse e schiere di forze dell’ordine.  Sfilate animate da cori e cartelli che nella memoria dei residenti hanno lasciato più tracce dei cortei in trattore dei Cobas del latte.

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