L'intervista

Francesco Figini (Giovani Apa Confartigianato Imprese): “Puntiamo sulla formazione”

Il presidente degli imprenditori under 40 racconta ad MBNews i temi principali della recente Convention nazionale di Roma e quanto è necessario intervenire per mettere in contatto il mondo della scuola e quello delle aziende.

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Gli stereotipi, tra le altre cose, hanno la funzione di semplificare la complessità del mondo in cui viviamo. Ma, anche per questo, tramandano nel tempo idee e concetti, a volte negativi o perfino offensivi, che è difficile cambiare. Soprattutto se, come nel caso dell’artigianato, considerato spesso esclusivamente tradizionale, rivolto al passato e, quindi, poco interessante per le nuove generazioni, il giudizio, o meglio il pre-giudizio, è molto radicato nel tempo.

Ecco perché Francesco Figini, dal 2022 presidente del Gruppo Giovani imprenditori lombardo di APA Confartigianato Imprese e dal 2020 della sezione Milano-Monza e Brianza, pone in testa alle tematiche che gli stanno più a cuore la formazione continua e il legame tra mondo della scuola e le aziende.

“Il 26 maggio, durante la Convention nazionale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, intitolata “Il cambiamento nelle nostre mani”, è stato diffuso un rapporto secondo il quale il 25% degli under 35 in Italia non si offrono sul mercato del lavoro – afferma Figini – anche per questo abbiamo la necessità di far capire agli studenti e alle loro famiglie che l’artigianato oggi è innovazione digitale e tecnologia pulita”.

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Francesco Figini

L’INTERVISTA

Presidente Figini, pochi giorni fa è stato a Roma alla Convention nazionale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato. Come è andata?

Direi molto bene. Questo appuntamento annuale è per noi giovani artigiani un momento importante per ritrovarsi, fare il punto della situazione e confrontarsi. A Roma per questa edizione c’erano 200 rappresentanti del movimento provenienti da tutta Italia, di cui più di 50 dalla Lombardia, la Regione decisamente più presente.

Sul fronte del lavoro i dati del rapporto Confartigianato riguardante i giovani inattivi in Italia sono molto preoccupanti. Cosa bisogna fare, secondo lei, per invertire la rotta?

Bisogna intervenire con decisione e concretezza contro questo paradosso che in Italia vede da un lato un milione e mezzo di under 35 inattivi e, dall’altro, migliaia di aziende che fanno sempre più fatica a trovare, soprattutto tra i giovani, alcune figure professionali. Ecco perché è prioritario puntare sulla formazione continua e sul mondo della scuola per formare giovani con le competenze richieste dal mondo del lavoro attuale.

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Da questo punto di vista, nello specifico, quali sono le necessità principali dell’artigianato?

Bisogna lavorare per far capire ai ragazzi e alle loro famiglie che il nostro settore non è composto da aziende con un’impostazione vecchia, ma da realtà imprenditoriali, che rappresentano il Made in Italy nel mondo e sono aperte all’innovazione digitale, ai mercati esteri, alla tecnologia pulita e, quindi, appetibili per i giovani.

Gli Its (Istituti tecnici superiori) e strumenti normativi come l’apprendistato e l’alternanza scuola-lavoro non sono per i giovani e le loro famiglie scelte di serie B. Anzi, garantiscono una formazione di buon livello per figure professionali che hanno uno sbocco diretto e praticamente assicurato nel mercato del lavoro.

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LO SGUARDO SUL FUTURO

Figini, lei stesso è un giovane imprenditore artigiano e guida, insieme a due cugini, un’azienda del legno-arredo, che ha sede a Cesano Maderno. Quali sono le problematiche principali che riscontra nella ricerca di personale?

L’azienda Figini, di cui io rappresento la terza generazione, si è evoluta negli ultimi anni. Da bottega familiare è diventata un’impresa con 15 collaboratori, nuovi reparti e commissioni importanti non solo in Italia. Per questo se fino a poco tempo fa si faticava a trovare soprattutto operatori Cnc (Controllo numerico computerizzato) sulle macchine, ora cominciano a mancare anche tecnici da banco.

Non c’è stato il necessario ricambio generazionale. Ecco perché, grazie ai rapporti costruiti con gli istituti scolastici del territorio, al momento abbiamo tre giovani che, arrivati con l’alternanza scuola-lavoro, sono poi rimasti da noi con un contratto di apprendistato.

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La Lombardia è la Regione italiana messa meglio per quanto riguarda i giovani inattivi, ma non può certamente definirsi virtuosa rispetto al resto dell’Europa, che proprio nel 2023 ha indetto l’Anno europeo delle competenze. Cosa state facendo come Giovani Imprenditori di Confartigianato nel nostro territorio?

Stiamo lavorando ad un progetto strutturato che parta proprio dal livello territoriale per fornire alle aziende una sorta di cassetta degli attrezzi che le metta nelle condizioni di realizzare progetti concreti di collaborazione con il mondo della scuola. La continuità studio/lavoro è ormai diventata fondamentale ed è molto importante accrescere le competenze a livello tecnico ed umano.

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