Assemblea cittadina

Lissone, il Comitato per la Difesa del Territorio non molla contro la Pedemontana

Assemblea cittadina, raccolta firme e ricorso al TAR: tutte le iniziative del comitato per fermare i lavori della Pedemontana.

Assemblea Comitato Difesa Territorio - mb

Un giovane comitato, 45 lissonesi e un enorme obiettivo: fermare la Pedemontana. Il neonato Comitato per la Difesa del Territorio ha tenuto ieri sera un’assemblea cittadina per parlare dei loro prossimi progetti. Dopo il successo della catena umana a Santa Margherita ora puntano ancora più in alto: andare in pullman davanti al Palazzo della Regione per alzare ancor di più la voce.

“Noi siamo nati da poco – spiega Gigi De Vincentis, portavoce del Comitato – e stiamo cavalcando l’onda dell’entusiasmo. Ci sono infatti molti altri comitati che da anni martellano su questo tema e che ora si possono rinvigorire”.

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Sabato 10 giugno saranno infatti tutti in regione per dire no a Pedemontana. Assieme a una decina di altri comitati, i pullman accompagneranno i manifestanti in questa trasferta. “Vogliamo portare la contrarietà della gente là dove c’è la responsabilità” afferma De Vincentis.

Prima di questa data passano trenta giorni, ma il Comitato non resterà con le mani in mano. Sabato 13 maggio sarà allestito un banchetto in Piazza Libertà a Lissone per continuare la raccolta firme: hanno già raggiunto il traguardo delle 350 adesioni, ma non mollano.

Grazie a queste nuove iscrizioni mercoledì 17 maggio si terrà un altro importante evento: durante il consiglio comunale si discuterà la mozione di Vivi Lissone per riconoscere il comitato e per chiedere gratuitamente l’uso della sala di Santa Margherita. Non solo, ma chiederanno anche al comune di Lissone di appoggiare il ricorso al TAR fatto da Lesmo.

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E poi?

“Abbiamo creato un ulteriore clamore su questa faccenda e poi c’è il ricorso al TAR di Lesmo. Il 14 luglio il TAR si riunirà in seduta pubblica e darà la sua sentenza. – comunica il portavoce – Il ricorso è fondato perché con le proroghe dei lavori hanno sforato di 6 anni rispetto a quello che la legge consente“.

I possibili risultati sono due: o il ricorso viene accettato oppure viene rigettato. In caso di esito positivo “si aprirebbero degli spiragli” per spostare ancora più in là la realizzazione, ma se questo non fosse il caso “i lavori possono partire nell’arco di 5 mesi”.

Cosa farà allora il Comitato in questo secondo caso? “Valuteremo, dopo il 14 vedremo quello che si potrà fare. Una cosa però è certa: noi fino al ricorso non molliamo. Potrebbe servire anche questo per influenzare la sentenza del TAR. Potrebbe, o forse no. Ma tra farlo e non farlo è meglio farlo!

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