Hard

Viviana Bruno, la podcaster di Arcore racconta il sesso tra donne a 65mila ascoltatori

Il programma dell'attivista Lgbt è su Spotify e su tutte le piattaforme: ne racconta di tutti i colori.

viviana bruno lesbica
Viviana Bruno, 36 anni, autrice del podcast Brave Mai

Dalle serate all’Arci Blob di Arcore al palco dello Zelig di Milano, passando per uno dei podcast più piccanti che girano su Spotify e su tutte le altre piattaforme. Viviana Bruno (“a volte più Viviana e a volte più Bruno”, scherza lei) è l’autrice di “Brave Mai” il podcast prodotto da “Gli Ascoltabili”. Parla di sesso tra donne “ed è l’unico podcast in circolazione che tratta questo argomento”, sostiene la creatrice del format. Quattro donne, dai 30 anni alla soglia dei 50, a ruota libera, come fossero al tavolino di un bar, si confrontano sulle loro esperienze personali e ne raccontano di tutti i colori. Astenersi morigerati e bigotti, certo, ma anche amanti del porno: qui i dialoghi ci sono, eccome.

IL PERSONAGGIO

A guidarli è Viviana Bruno, 36 anni, imprenditrice nel settore immobiliare, napoletana un po’ nomade approdata in Brianza a poco più di 20 anni. Ha alle spalle più di 10 anni da attivista Lgbt, con ruoli da organizzatrice al Pride “Me la dai la Brianza”, incontri con gli studenti e azioni dimostrative, “come quella volta che abbiamo risposto all’allora ministro Giovanardi sul suo ribrezzo verso l’immagine di donne che si baciano – ha raccontato l’attivista – dopo il video girato davanti a Villa Borromeo e diffuso su Youtube, mi ha chiamato “Vanity Fair”. Il suo “brave Mai” ha 65mila ascoltatori, concentrati soprattutto nell’hinterland milanese ma anche in altre città, da Roma, a Genova a Bologna. “Lo scorso ottobre avevamo pronte 5 puntate – racconta- e abbiamo lanciato il progetto con una serata in un locale di Milano in Porta Venezia. La sera stessa due responsabili della piattaforma “Gli Ascoltabili” ci hanno volute e le successive 10 puntate sono completamente prodotte da loro”.

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LO STILE

A piacere è lo stile disinibito e leggero, ma soprattutto personale delle quattro voci: con Bruno ci sono Giovanna Donini, Rosy di Carlo e Annalisa Indiveri, più di una con esperienza nel mondo della comunicazione.  Parlano delle loro vite, delle loro esperienze, “abbiamo deciso di metterci la faccia insomma – spiega l’autrice- e non è stato semplice, ma è stata una scelta consapevole. Io per esempio mi sono confrontata con i miei soci, prima di partire. La verità è che non abbiamo incontrato problemi, né insulti o critiche”. Di apprezzamenti tanti, invece, senza contare quante ammiratrici

GLI ARGOMENTI

Quali sono le posizioni che preferisci a letto? Ti piace dominare o essere dominata? Faresti sesso anche con gli uomini? E poi puntate sui luoghi più strani, sulle parole più erotiche, su “come si può concepire un rapporto sessuale senza un pene?!”. Tu, ascoltatore eterosessuale un po’ intimidito, parti con i tuoi interrogativi vagamente meccanici, quando ascolti il podcast, ma poi finisci per dimenticarteli. Che il podcast piaccia o no (più struttura, insieme alla chiacchierata, potrebbe funzionare meglio), la conclusione che se ne trae rasserena: il sesso è piacere, stesso obiettivo per tutti, solo strade diverse. In una cosa in particolare, infatti, “Brave Mai” riesce bene: normalizzare e sfatare i miti.

MITI DA SFATARE

Per esempio, ascoltando, ti togli dalla testa che il sesso tra persone non binarie sia necessariamente molto hard. O che una donna lesbica sia per forza un’anticonformista, Viviana Bruno sarà pure una rivoluzionaria, ma “da buona napoletana”, sogna un matrimonio in grande stile e rigorosamente in bianco. “Sfatare i miti era uno degli obiettivi – dice – ma forse lo scopo principale è stato quello di rispondere a un bisogno. Ho fatto qualche piccolo esperimento prima di partire, una serie di serate al bar con amiche o conoscenti donne, buttando lì l’argomento sesso. Ogni volta, dopo un primo momento di resistenza, ho visto la necessità di confrontarsi, raccontare, capire”.

LA DONNA

viviana bruno allo zelig

Sul palco dello storico Zelig di Milano, la sera di San Valentino, Bruno ha portato un monologo dedicato al ruolo che la società assegna alla donna, alle etichette che sopporta nell’esercizio della libertà sessuale, alle gabbie ancora più strette con cui lotta una donna se è lesbica o trans. “Se proprio qualcuno deve parlare di noi – ha chiosato l’arcorese- ho pensato che dovevamo essere noi stesse ed ecco come è nato Brave Mai”. Se poi l’ascoltatore è di Arcore e ha il gusto del gossip, si soffermerà su quella puntata dedicata ai luoghi strani per scoprire che i bagni dell’Arci Blob e il parco Borromeo sono stati teatro di appassionati incontri al femminile”.

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