Osservazioni

Prolungamento M5 fino a Monza: le osservazioni dei Comitati ambientalisti

Il tema “metropolitana a Monza” è in auge - tra alti e bassi - nel dibattito pubblico da decenni.

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Metro - Foto d'Archivio

I Comitati ambientalisti dicono la loro sul prolungamento della M5 da Milano-Bignami a Monza. Il tema “metropolitana a Monza” è in auge – tra alti e bassi – nel dibattito pubblico da decenni. “Quello in esame è, di fatto, il primo concreto progetto che viene presentato alle amministrazioni locali e alla collettività; esso deve perciò essere valutato in tempi congrui e con le dovute attenzioni e approfondimenti” spiegano. “Se le precedenti amministrazioni comunali e regionali non se ne sono
adeguatamente occupate, ciò non può ricadere pesantemente sulla collettività in termini di frettolosa valutazione del progetto, con conseguenti effetti potenzialmente devastanti sul territorio e sulle pubbliche finanze”.

Sotto la lente di ingrandimento del “gruppo green” i costi dell’intera operazione e l’impatto ambientale.

LE OSSERVAZIONI DEL COORDINAMENTO DI ASSOCIAZIONI E COMITATI DI MONZA

Le associazioni chiedono che “il termine per la presentazione delle osservazioni alla VIA della M5 venga adeguatamente prorogato con tutta la documentazione completata, e che la stessa sia poi pubblicata anche nel sito dedicato dal Comune di Monza al progetto
di prolungamento della M5. Il prolungamento della Metro a Monza è questione annosa e controversa. Nel corso degli ultimi 40 anni tale prolungamento veniva escluso (anche dalla stessa MM S.p.A.) in quanto non ritenuto competitivo con la ferrovia esistente. Come noto, Monza è attraversata da diverse linee ferroviarie che, a partire da Milano, formano in Città una sorta di Y, portando a Seregno – Como – Chiasso – Lugano (a ovest), con diramazione verso Saronno e l’aeroporto di Malpensa; Lecco – Sondrio e la Valtellina (a est), con diramazione verso Bergamo e il previsto prolungamento all’aeroporto di Orio al Serio; verso Lecco attraverso Besana Brianza (al centro)”.

Il servizio per ogni singola linea secondo i Comitati potrebbe essere migliorato senza grossi investimenti (come richiede invece la M5 a Monza – 1,25 mld di euro), mediante: la realizzazione delle fermate a nord-ovest di Monza (viale Elvezia), a nord-est (Via Einstein) e a sud (tra via Borgazzi e la A52); il miglioramento dell’infrastruttura, ripristinando o realizzando le connessioni a Villasanta, Monza Sobborghi e alla radice nord-est della stazione di Monza, oltre alla elettrificazione del terzo binario tra Monza e Villasanta.

Pertanto domandano che nell’ “Analisi e proposte delle alternative” venga valutata anche l’alternativa “zero”, cioè la non realizzazione dell’opera, a favore del potenziamento e razionalizzare delle linee ferroviarie esistenti; si tratta di alternativa possibile, comunque da valutare.

“Nello Studio di impatto ambientale (SIA) non viene riportato alcun dato sugli spostamenti casa – lavoro e casa – studio, che indichino l’origine e la destinazione, il mezzo finora utilizzato nonché i tempi di percorrenza. A tale riguardo esiste un rapporto redatto dall’Ufficio statistica del Comune di Monza che, pubblicato nel 2014 (su dati Istat del Censimento 2011) può fornire alcune utili indicazioni anche per le previsioni dei possibili utenti della M5 a Monza. In tale studio si stimano i pendolari da Monza a Milano in circa 11.000 al giorno, mentre la capacità di trasporto in normale esercizio della M5 sarà di 11.700 persone/ora (scenario 2 dello SIA – pag. 93). Chiediamo dunque di dedicare uno specifico capitolo dello SIA agli spostamenti casa – lavoro, casa – studio nonché quelli interni al Comune, che indichi l’origine e la destinazione, il mezzo finora utilizzato e i tempi di percorrenza del pendolarismo dei Comuni di Monza, Sesto S.G. e Cinisello, quantificazioni estratte dal Censimento Istat 2011 o da altra fonte più aggiornata. Questo anche al fine di valutare gli eventuali benefici dell’opera proposta, la loro efficacia e la loro sostenibilità economica”.

Ed inoltre che venga indicato nello SIA il traffico attuale che interessa le zone dove saranno collocati i parcheggi di interscambio di Monza (Bettola, Parco, Polo Istituzionale) nonché quello previsto, i relativi inquinamenti indotti e la sostenibilità del traffico indotto sulla rete stradale (sulla base dell’effettiva capacità di quelle strade).

CONSUMO DI SUOLO

“L’elemento più impattante del prolungamento della M5 a Monza – così come progettato – risulta essere il deposito officina in località Casignolo di Monza. Si tratta di circa 20 ettari di aree agricole attualmente coltivate che saranno definitivamente compromesse dalla realizzazione di alcuni capannoni e materiale rotabile su piastroni in cemento. Sono 200.000mq di terreno agricolo che le ultime limitazioni nell’approvvigionamento agricolo hanno reso strategiche. Inoltre il suolo assorbe e immagazzina carbonio, azoto e polveri sottili provenienti dall’atmosfera molto più di quanto possano fare “quattro” filari di alberi posti sul perimetro del deposito; ed a poca distanza abbiamo la A4 ed A52 importanti fonti di inquinanti. L’impermeabilizzazione dell’area non risulta sostenibile soprattutto in un Comune come Monza dove le aree agricole sono rimaste ben poche. Per non parlare del consumo di suolo nella Provincia di Monza e Brianza che, come noto, risulta tra i più elevati in Italia” proseguono nella lettera.

In conclusione, tra le altre cose, chiedono di spostare quella previsione su area dismessa e qualora si voglia realizzare il deposito officina nel quartiere Casignolo di Monza, si chiede che venga realizzato in interrato, coperto da almeno 10 metri di terreno dal piano dei binari, prevedendo che la M5 sottopassi l’A52 e quindi attraversi quel luogo in sotterranea.

 

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