Decoro urbano

La proposta di due monzesi: test del Dna sui cani per incastrare chi non raccoglie le deiezioni

Roberto Zatta e Romina Rosati hanno scritto all'assessore Giada Turato. E attendono una risposta.

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Per combattere le cattive abitudini servono scelte decise. E anche un po’ pionieristiche. Con questa convinzione dalla società civile è partita una proposta indirizzata all’assessore Giada Turati e finalizzata a contrastare l’abbandono delle deiezioni canine in giro per aree verdi e spazi urbani. La lettera è di qualche mese fa, la proposta formulata a voce risale invece a settembre, durante un incontro presso la Consulta Centro – S.Gerardo, ma non avendo ricevuto una risposta di merito, i due firmatari, il monzese Roberto Zatta e Romina Rosati, hanno coinvolto la stampa.

LA PROPOSTA

Si tratta di istituire l’obbligo per i padroni di cani di “sottoporre il cane al test di identificazione genetica (DNA) e di registrazione nell’apposito registro di anagrafe canina”. Questa la parte più rilevante della proposta di integrazione al Regolamento comunale per il benessere degli animali oltre all’introduzione dell’obbligo si esser muniti di un contenitore d’acqua per lavare marciapiedi e prati sporcati da escrementi o da urina del cane. Non più solo il sacchettino porta-deiezioni, quindi, tra le dotazioni che i padroni dovrebbero avere per garantire il decoro degli spazi cittadini.

SCOPI

La ratio delle proposte è spiegata così da Zatta nella lettera indirizzata all’assessore Giada Turato: “Vorrei poter contribuire nel far rispettare le norme ed in particolare sconfiggere un mal costume che rovina la reputazione di tutti noi possessori di cani. La proposta avrebbe quale effetto secondario la migliore pulizia del luoghi pubblici, data dalla raccolta degli escrementi abbandonati”.  E, parlando di spese: “Immagino che i fondi derivanti dalle sanzioni possano contribuire al recupero delle spese per la gestione dei Punti di Raccolta delle Deiezioni Canine, intendendo uno o due cassette per quartiere, oltre alle spese per la divulgazione informativa ai proprietari e detentori di cani e magari, un contributo alla spesa per test di identificazione genetica (DNA) per la registrazione all’anagrafe canina”. Conti ancora tutti da fare, che hanno già scoraggiato altre amministrazioni comunali in passato dall’introdurre i test del Dna sugli animali. Come successe a Villasanta. A provvedere all’identificazione dovrebbe essere il Corpo di Polizia locale che comminerebbe le sanzioni previste.

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