Fattorie

Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, ma in stalla c’è poco da festeggiare

Dall'allarme di Coldiretti alle testimonianze degli allevatori brianzoli: rincari e siccità strozzano le aziende agricole

azienda agricola mapelli
Gli animali dell'Azienda Agricola Mapelli di Arcore

Coldiretti celebra Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, con un report sulla situazione delle fattorie lombarde. Un comunicato stampa di oggi, 17 gennaio, ricorda la tradizione del territorio di benedire il bestiame nelle parrocchie di campagna e racconta che sono più di 36 milioni gli animali da fattoria in regione. Ma al di là della ricorrenza il quadro è netto: c’è poco da festeggiare tra campi e stalle. Lo confermano allevatori e agricoltori, titolari di quello che Coldiretti definisce “un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto, anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e compattamento dei suoli svolto dagli animali”.

FORTE SOFFERENZA

La situazione è di forte sofferenza per una concomitanza eccezionale di fattori: i rincari dei mangimi, dell’energia, del gasolio, e la siccità che ha quasi azzerato alcune coltivazioni. “A strozzare gli allevatori italiani – spiega Coldiretti – è l’esplosione delle spese di produzione in media del +60% legata ai rincari energetici, che arriva fino al +95% dei mangimi, al +110% per il gasolio e addirittura al +500% delle bollette per l’elettricità necessaria ad alimentare anche i sistemi di mungitura e conservazione del latte, secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea”. Senza contare il problema della disponibilità di fieno e foraggi, la cui produzione è stata tagliata dalla siccità, con i prezzi in salita anche a causa della guerra in Ucraina.

TESTIMONIANZE: AZIENDA AGRICOLA FRATELLI MAPELLI

In Brianza come altrove, c’è chi chiude i battenti e chi vorrebbe tanto poterlo fare, se solo non avesse fatto negli anni scorsi investimenti ancora tutti da pagare. “Ho dovuto vendere buona parte dei bovini – ha raccontato in un accorato sfogo Annamaria Mapelli, penultima generazione della centenaria azienda Agricola Mapelli tra Arcore e Lesmo – da 120 capi a 40. Non potevo più nutrirli, ho fatto i mutui per pagare i mangini, gli animali non possono aspettare”. A mettere in ginocchio un’attività storica che vende carne al dettaglio presso la Cascina Misurato è stata prima di tutto la siccità.

“Non ho raccolto praticamente nulla – spiega la titolare – mais e cereali bruciati dalla siccità dell’estate. Ma le sementi le ho dovute pagare e il mangime l’ho dovuto comprare. A prezzi sempre più assurdi: da 50 a 200 euro a ballone di fieno in un anno. Son disperata, ho consumato tutti i risparmi, non so come andrà”. Senza contare i rincari su gasolio, energia e pezzi di ricambio. “Ho alzato il prezzo della polpa da 14,50 a 16,50 al chilo. Per assorbire tutti i rincari sapete quanto dovrei farla pagare? 165 al chilo: follia”. La figlia, una trentenne laureata e innamorata della fattoria, ha voluto avviare il filone degli esemplari da latte per la produzione di latticini alla fine del 2020, ma l’attività è rimasta al palo, strozzata dalla situazione.

FATTORIA NEL VERDE

A soffrire sono anche le realtà più grosse. La Fattoria Nel Verde, una sede a Triuggio (Tregasio) e una a Correzzana, conta oltre 500 animali. Fabio Riboldi, 42 anni, gestisce la parte di Triuggio, 200 bovini e una vendita quasi esclusivamente al dettaglio di latticini e carne tutto home made. “Nel 2021 pagavo la farina 18 euro al quintale, oggi 40 – dice, parlando dei mangimi – gli impianti di mungitura e gli altri macchinari mi costano bollette da 8500 euro al mese contro i 2500 dell’anno precedente. Poi c’è il gasolio. Roba da matti”. La sua Fattoria Nel Verde, meta di clienti e di famiglie che visitano gli animali nelle stalle, ha alzato i prezzi al consumatore, “non potevamo fare altrimenti: latte da 1 euro a 1,20, formaggi con più 3-4 euro al chilo, carne più 5-6 euro al chilo. Ma anche le famiglie sono in difficoltà e il consumo di carne bovina scende, si mangia più pollo”. Inevitabile l’impatto sulle abitudini alimentari delle persone che, tornando ai Mapelli di Arcore, si vedono chiaramente: “Noi abbiamo una clientela contenuta e affezionata che ci sostiene – spiega la titolare – ma le spie sono evidenti: l’ultima settimana del mese, gli acquisti sono sempre più ridotti”.

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