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Al via la stagione della caccia, intervista doppia ad animalisti e cacciatori

Al via la stagione della caccia. L'attenzione mediatica è alta e abbiamo voluto saperne di più. Come spesso accade quando un argomento è divisivo, abbiamo deciso di sentire entrambe le campane. Ecco le loro ragioni.

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È iniziata ieri, domenica 19 settembre, la stagione di caccia 2021-2022 anche nella provincia di Monza e BrianzaA fissare le regole, una serie di appositi calendari venatori pubblicati a inizio agosto che stabiliscono con precisione i parametri per cacciare, includendo il lasso temporale in cui l’attività è consentita e fissando dei paletti per salvaguardare gli animali migratori.

Per alcuni è un retaggio del passato, per altri una barbarie, per altri ancora una tradizione antica e nobile che sopravvive al tempo. Quella della caccia, insomma, è una pratica che divide. Talmente tanto che in Italia è stato lanciato poche settimane fa un referendum per abolirla che oggi conta oltre 200 mila firme. A promuoverlo, il “Comitato aboliamo la caccia”, che mira a raggiungere entro il 20 ottobre mezzo milione di firme, con la speranza che una nuova legge in difesa della fauna selvatica arrivi in Parlamento.

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Anche nella nostra Provincia l’inizio della stagione della caccia è sentito. A rappresentare tutti gli amanti dell’attività a Monza e Brianza è la sezione locale di Federcaccia, la più importante e storica associazione nazionale di categoria che riunisce i cacciatori italiani. Dall’altra parte ci sono, invece, associazioni e gruppi animalisti, uno fra tutti il Fronte Animalista. L’attenzione mediatica è alta e abbiamo voluto saperne di più. Come spesso accade quando un argomento è divisivo, abbiamo deciso di sentire entrambe le campane. Ecco le loro ragioni.

L’intervista. Al via la stagione della caccia: opinioni a confronto

A favore o contrari. Perchè?

Federcaccia: “Per alcuni la caccia è una tradizione di famiglia, un testimone che si passa da una generazione all’altra. Alcuni si avvicinano per curiosità, è un modo per vivere il proprio rapporto con la natura. Nel resto d’Europa si sta diffondendo la tendenza di fare la licenza di caccia per avere maggior controllo e maggior consapevolezza sulle origini del cibo che si consuma. Del resto la caccia è anche una filiera alimentare, forse la più sostenibile: l’impronta di carbonio di una porzione di selvaggina è pari a zero. La caccia dunque è quanto mai attuale”.

Fronte Animalista: “Il Fronte Animalista è un gruppo d’azione, che, attraverso l’organizzazione di presidi, cortei, interventi sul campo, lotta ogni abuso verso gli animali. Per definizione quindi siamo contrari alla caccia: non vediamo le ragioni per cui uccidere animali. Per alcuni è un gioco, un passatempo: noi rivendichiamo con forza che nel 2021 è una pratica che non ha più alcun senso”.

A Federcaccia chiediamo, che cosa succede in questi giorni? Avete voglia di raccontarci la stagione venatoria vista da dentro?

“Si ripongono e si lucidano i fucili da tiro, si oliano quelli da caccia, si sistema il vestiario, con controllo degli eventuali buchi negli stivali (l’acqua nei piedi da comunque fastidio nonostante non faccia ancora freddo), si controlla la tenuta delle cinghie, si controllano preventivamente i documenti, si provano i collari ai cani, i fischietti, i richiami; il cane si rende conto che apre la caccia, un po’ come le anatre, che fino al sabato prima svolazzano in stormi di carducciana memoria e dalla domenica mattina si dileguano come la nebbia; ci si organizza con il proprio socio definendo luogo, orario, strategie e vettovaglie… è un’attività febbrile, e per certi aspetti codificata da regole non scritte”.

Al Fronte Animalista la replica. Voi come vivete questi giorni? 

“Sono giorni di mobilitazione, in cui tentiamo di sensibilizzare contro questa pratica. Lo facciamo sui nostri canali di comunicazione e concretamente facciamo lunghe passeggiate. Siamo abitudinari dei boschi e degli spazi verdi della nostra zona, quindi li frequentiamo come al solito. E se riusciamo a salvare qualche animale siamo felici”.

C’è un referendum che chiede proprio di abolire la pratica della caccia. Pensate che verrà raggiunto il mezzo milione di firme?

Fronte Animalista: “E’ un bel segnale il referendum e noi lo stiamo promuovendo. Come spesso accade la cosa più difficile e la mobilitazione per le firme. L’avvento del digitale può fare la differenza: l’attualità ci dice che sono tanti i referendum che stanno esplodendo da quando è possibile firmare online. Resta il fatto che 500 mila firme non sono poche. Noi faremo sicuramente il nostro pezzettino per raggiungere l’obiettivo”.

Federcaccia: “Negli scorsi anni le associazioni venatorie hanno commissionato uno studio approfondito sul rapporto tra gli italiani e la caccia, e non ne è emerso quello sfavore che le associazioni animaliste e i promotori del referendum vanno propagandando. E comunque non si possono prendere in giro i cittadini: questo referendum vorrebbe  cancellare un impianto normativo che disciplina la tutela della fauna”.

La stagione 2020-2021 che si è chiusa a fine gennaio scorso ha fatto registrare 14 morti e 48 feriti, secondo il bollettino pubblicato online dall’associazione vittime della caccia, dove si rileva che è stata commessa anche una valanga di illeciti. Qual è il vostro commento sul tema?

Fronte Animalista: “E’ un tema a noi caro quello della sicurezza: se ne sente parlare spesso anche al telegiornale di incidenti durante il periodo di caccia. Per i cacciatori, ma anche per semplici cittadini che frequentano solitamente i sentieri. La tragedia si rischia sempre i numeri ce lo dicono bene. Inutile dire che è un ulteriore elemento per mettere un freno a questa attività”.

Federcaccia: “I dati che vengono sciorinati ogni anno sono tutti da verificare e da contestualizzare. Tutte le attività umane comportano dei rischi: si muore in auto, si muore facendo escursionismo in montagna. La realtà è che il cacciatore é l’unico che fruisce dell’ambiente rurale solo a seguito di un esame di abilitazione che attesta, tra le altre cose, le sue competenze nel prestare primo soccorso. Lavoriamo per un’attività venatoria sicura, da sempre”.

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