Salute

Lombardia: dal 15 marzo inizia la vaccinazione dei fragili. L’appello dei malati di fibrosi cistica

I pazienti affetti da fibrosi cistica chiedono tempi brevi e vaccini anche per i care giver. Il vaccino è l'unica speranza per tornare a vivere e lavorare senza paura.

L'appello dei malati di Fibrosi cistica

Il vaccino anti Covid-19 sembra ormai una perla rara. C’è un’intera categoria, quella dei fragili, che non ha più tempo per attendere. Dalle fila degli estremamente vulnerabili, si è alzato l’appello delle persone affette da Fibrosi Cistica (una patologia genetica rara, che colpisce duramente i polmoni portando inevitabilmente al trapianto bipolmonare), che in Lombardia non sono ancora state sottoposte alla vaccinazione, a differenza di altre regioni, quali il Veneto, il Lazio e da ultimo anche la Liguria, dove si è già partiti.

Proprio ieri l’annuncio di regione Lombardia: “Da settimana prossima, 15 marzo 2021, daremo il via alle vaccinazioni per i più fragili”. A dichiararlo è stato il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Giovanni Pavesi, nel corso della conferenza stampa di mercoledì, 10 marzo, a Palazzo Lombardia.

L’assessore ha parlato però, di pazienti oncologici, ematologici e dializzati, sottolineando che all’interno di tali categorie bisognerà effettuare delle declinazioni più precise: “Quando si può definire fragile, ad esempio, il paziente oncologico?”.

L’assessore ha inoltre specificato: “Tutte le persone che rientrano in questa categoria verranno vaccinate in ambiente ospedaliero, presumibilmente nei reparti dove sono solitamente seguiti. A loro verranno riservati i vaccini Pfizer e Moderna. Al momento l’unica categoria esclusa dal vaccino Astra Zeneca è proprio quella dei fragili”.

La vice presidente di regione Lombardia, Moratti, ha poi aggiunto che è stato aperto un tavolo di confronto col Governo, per la vaccinazione dei care giver, altro tema cruciale, soprattutto per i genitori di ragazzi affetti da fibrosi cistica con meno di 16 anni.

La classificazione dei fragili

A oggi dunque, una data di inizio della campagna vaccinale per i fragili è stata fissata anche per la Lombardia, tuttavia, tenuto conto della gerarchia di priorità vaccinale disposta dal Ministero della Sanità nel “Piano strategico italiano per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, adottato con DM del 2 Gennaio 2021”, le persone affette da Fibrosi Cistica si posizionano al quinto posto, dopo le altre patologie respiratorie, le patologie cardiocircolatorie, quelle neurologiche ed endocrine.

Un dato che può far supporre facilmente che questi pazienti non saranno vaccinati nell’immediato.

L’appello della campionessa di Rally

Nell’ultimo anno, il Covid-19 ha trasformato la vita delle persone affette da Fibrosi Cistica in una prigionia senza fine. L’appello per una vaccinazione in tempi brevi arriva anche da Rachele Somaschini, pilota di rally e testimonial della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistca. Il suo video, pubblicato ieri su Facebook, è stato ripreso anche dal TG5.

“Quando le vie ufficiali ed istituzionali NON sono sufficienti… vediamo se così ci ascoltano. Vivo come se ci fosse il Covid da quando sono nata. Mascherine, distanziamento sociale e gel antibatterico sono solo una minima parte della mia vita. Ho la fibrosi cistica, malattia degenerativa che colpisce principalmente i polmoni e mi costringe ad una routine di fisioterapia respiratoria giornaliera. Capite che il Covid, a me, fa paura dal primo giorno. La cosa più grave è che, ad oggi, NON sono in lista per il vaccino. In alcune Regioni i pazienti FC sono stati chiamati per ricevere il vaccino Pfizer. In Lombardia, invece, tutto tace. E i caregiver, dimenticati. Aiutami a diffondere questo messaggio”.

 

L’appello dei pazienti della Brianza e della Lombardia

Gli appelli arrivano anche da diversi altri pazienti della Brianza e del resto della Lombardia. Tiziana, 46 anni, mamma di una bambina di 10, racconta: “Con il vaccino potrei tornare a interagire con la mia famiglia, sentendomi più sicura. Mi sentirei più serena anche quando incontro le persone per strada o per lavoro. Certo col vaccino continuerei a fare attenzione, ma senza è una vita di angoscia!”.

Eleonora aggiunge: “Chi di noi ha figli che vanno a scuola vive nel terrore che ci possano portare il Covid a casa. Per noi sarebbe estremamente pericoloso”. Un malato di fibrosi cistica infatti, ha una condizione polmonare fortemente compromessa. Spesso necessita di supporto di ossigeno e lunghi cicli di antibioticoterapia in vena, anche in giovane età (l’aspettativa di vita media è 40 anni).

Davide, professione tassista, spiega quanto il vaccino cambierebbe la sua vita lavorativa: “Faccio il tassista da 30 anni ormai, nel 2020 ho lavorato pochissimo non soltanto per via del lockdown, ma anche perché non potevo permettermi di portare clienti in giro col rischio di contrarre il Covid. Col vaccino potrei tornare non solo a vivere, ma anche a lavorare seriamente! Anche perché con i ristori non è certo possibile sopravvivere”.

 

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