Economia

Lombardia, allarme lavoro: 11.108 padri e madri si sono dimessi dal proprio impiego

La Lombardia è la regione con il maggior numero di licenziamenti volontari dei lavoratori padri. "Serve insistere sulle politiche di welfare aziendale", dichiara Letizia Caccavale.

Letizia Caccavale

In Lombardia è allarme lavoro, ma non soltanto ora, da molto prima della pandemia: si tratta della regione con il maggior numero di licenziamenti volontari dei lavoratori padri: 3563 nel 2019 quindi prima dell’emergenza Covid-19. Un dato, in crescita rispetto ai 3269 padri del 2018, che emerge dall’indagine annuale dell’Ispettorato del Lavoro (Inl) sulle convalide di dimissioni di madri e padri. Secondo la fotografia scattata e relativa all’anno 2019, in Italia sono 37.611 le lavoratrici neomamme che si sono dimesse, mentre i padri che hanno lasciato il posto sono stati 13.947. Complessivamente un numero ragguardevole: 51.558 lavoratori.

I dati in Lombardia

La Lombardia rispecchia abbastanza fedelmente l’andamento nazionale. Sono 11.108 i cittadini, madri e padri, che hanno lasciato volontariamente il posto di lavoro nel 2019, la maggior parte dei provvedimenti riguarda le donne (7545 donne, 3563 uomini).

Come negli anni precedenti, la maggior parte dei coinvolti sono genitori con un solo figlio (6619). Non di meno è significativo il numero totale di lavoratrici e lavoratori con 2 figli (3615). La fascia d’età maggiormente colpita risulta essere quella compresa tra i 34 e i 44 anni (più del 40%), mentre circa il 34% riguarda la fascia 29‐34 anni. II licenziamento ha riguardato 8216 persone con contratto full‐time (4966 donne, 3250 uomini) e 2892 part‐time (2579 donne, 313 uomini) appartenenti prevalentemente alle qualifiche impiegatizie (53,52% dei lavoratori 4711 donne, 1234 uomini) e operaie (40,11% ‐ 2452 donne, 2003 uomini).

La difficoltà di conciliazione tra lavoro e figli resta la motivazione principale che spinge alle dimissioni, registrata in più del 50% dei casi. Per 2330 lavoratrici e 96 lavoratori hanno inciso le condizioni di lavoro difficilmente compatibili con la cura dei figli, mentre l’assenza della rete familiare e i costi dei servizi per l’infanzia hanno portato al licenziamento 3351 lavoratrici e 47 lavoratori.

Il commercio all’ingrosso e al dettaglio, le agenzie di viaggio, i servizi di supporto alle imprese, la sanità, l’assistenza sociale e i servizi di alloggio e di ristorazione sono tra le attività più colpite. Nel settore terziario, tradizionalmente caratterizzato da una maggiore occupazione femminile, sono stati censiti 8500 provvedimenti di cui 6275 riguardano le donne.

Serve insistere sulle politiche di welfare aziendale

“Questi dati allarmanti devono far riflettere le istituzioni – ha detto Letizia Caccavale, Presidente del Consiglio per le Pari Opportunità di Regione Lombardia – Serve insistere sulle politiche di welfare aziendale e dell’organizzazione del lavoro per proseguire ed ampliare l’offerta dei servizi alle famiglie. Non occorre inventarsi nulla di nuovo, le associazioni di categoria e le aziende hanno idee e proposte chiare che hanno già messo in atto così come riconosciuto nel Premio “Parità virtuosa 2019”, istituito dal nostro Consiglio per le Pari Opportunità. Riproporremo queste tematiche nell’edizione 2020 tenendo conto dei cambiamenti significativi che l’emergenza Coronavirus ha determinato nel mondo del lavoro”.

“Emerge che a licenziarsi sono persone nel pieno delle proprie potenzialità professionali e che il lavoro di cura è al momento ancora in carico alle donne, nonostante il numero crescente degli uomini”, ha dichiarato Carolina Pellegrini, Consigliera di Parità regionale.

“Sono molte le questioni aperte sulle quali bisognerà lavorare ed interrogarci, a partire dalla preoccupazione per le conseguenze che il lockdown sta provocando in relazione all’occupazione. I numeri servono anche per riorientare le politiche. I nodi come il part‐time, lo smart working, l’organizzazione del lavoro, i servizi, le reti di supporto territoriali sono solo alcuni degli aspetti su cui bisognerà lavorare per evitare che i numeri della prossima relazione siano davvero drammatici. E a numeri drammatici corrisponde povertà diffusa“.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.