Salute

Coronavirus, test sieroligici in Lombardia: come funzionano? La risposta dal Policlinico San Matteo

Test sieroligici: se ne sente parlare da qualche settimana. Cosa sono? Come funzionano? Le risposte a queste domande le ha fornite il Dottor Alessandro Venturi, presidente del Policlinico San Matteo di Pavia.

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La Lombardia si appresta ad iniziare dal 4 maggio la “fase 2” dell’emergenza sanitaria Covid. Il programma lombardo si baserà sulle ‘Quattro D’: Distanza, Dispositivi, Digitalizzazione e Diagnosi, ed è proprio su quest’ultimo punto che la risposta potrebbe giungere dall’Ospedale San Matteo di Pavia. Come? Attraverso l’uso dei test sierologici.

Se ne sente parlare da qualche settimana ma cosa sono? Come funzionano? Le risposte a queste domande le ha fornite il Dottor Alessandro Venturi, presidente del Policlinico pavese.

“Bisogna in primis fare una distinzione tra i tamponi e i test sierologici. I primi servono per fare delle diagnosi, i test, invece, ricercano nel sangue la presenza degli anticorpi che permettono di proteggerci dal virus” ha spiegato il Dott. Venturi.

“Questo è molto importante perché permette di capire se qualcuno è venuto a contatto con il Covid, anche solo in maniera asintomatica, e se si hanno le protezioni”.

La particolarità dei test sierologici del San Matteo sta nella specificità e nella sua attendibilità. Attraverso un prelievo del sangue si possono identificare gli anticorpi neutralizzanti, ovvero gli unici anticorpi che aggrediscono la proteina del virus e non gli permettono di attaccarsi e replicarsi.

“Abbiamo bisogni di questi test in tutto il mondo per avviare efficacemente al fase 2 – ha sottolineato Venturi – I risultati ottenuti fino ad ora sono sorprendenti”.

Il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha spiegato che oggi sono molti i test presenti ma non sono ritenuti validi: “Questo è l’unico che va nella direzione giusta e attende di essere messo sul mercato. E’ il test che Regione Lombardia vuole utilizzare”.

Il Policlinico San Matteo è noto anche per il protocollo del plasma, avviato proprio dalla struttura. “Ora anche gli Stati Uniti utilizzano il plasma delle persone guarite per curare le persone malate”.

In che modo? “Il sangue viene trattato con delle macchine per estrarre il plasma. Questo, poi, viene analizzato per capire se ci sono gli anticorpi e in quale quantità. Una volta catalogato il plasma, viene reinfuso in pazienti medio e gravi e ha la funzione di facilitare la risposta immunitaria del positivi”.

La Lombardia si appresta il 21 aprile a dare il via alla procedura dei test sierologici con prelievo ematico.

 

 

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