Economia

Finanziamenti alle imprese, Assolombarda: “Cogliere le nuove opportunità”

Presso il Presidio di Monza si è parlato del sistema bancario e della possibilità, soprattutto per le Pmi, di scegliere strumenti alternativi di investimento. Le novità nella Legge di bilancio 2019.

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La cosa più difficile non è avere nuove idee, ma sfuggire a quelle vecchie. Parole di John Maynard Keynes, uno degli economisti più influenti del secolo scorso. Significato, però, che si adatta alla perfezione alla situazione attuale di molte piccole e medie imprese italiane, comprese quelle brianzole.

Che, in una congiuntura economica e finanziaria in evoluzione, fanno fatica ad abbandonare automatismi e vecchi schemi mentali per abbracciare le nuove opportunità di crescita e sviluppo offerte dal mercato. Dove, se il sistema bancario è in difficoltà nel suo ruolo di tradizionale canale di credito per le Pmi, la finanza alternativa può essere presa in considerazione come valido settore per acquisire liquidità.

E’ questo il messaggio lanciato dal convegno “Legge di Bilancio 2019: nuove opportunità di finanziamento per le imprese” che si è svolto presso il Presidio di Monza di Assolombarda. I punti di partenza del dibattito sono due: l’emergere di segnali economici negativi per le Pmi nella seconda parte del 2018 e la progressiva diminuzione del credito bancario alle imprese.

“Il terzo trimestre del 2018 ha segnato nel manifatturiero un calo dello 0,4% rispetto all’anno precedente, dovuto soprattutto alle difficoltà delle piccole e medie imprese, a cui si aggiungono una riduzione della crescita dell’export e la perdita di 12mila unità lavorative nel nostro territorio – afferma Anna Garavaglia, Responsabile Area Credito e Finanza di Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza, Lodi – è necessario, quindi, che le Pmi in particolare trovino altri percorsi per sostenere piani di sviluppo perché le banche, strette anche da vincoli e regole normative, in prospettiva saranno sempre meno in grado di fornire prestiti”.

Se questo è, anche per i prossimi anni, lo stato dell’arte, gli strumenti finanziari alternativi a disposizione delle aziende di ridotte dimensioni non mancano. Dai minibond, che permettono alle società di reperire fondi dagli investitori attraverso l’emissione di obbligazioni o titoli di debito a medio-lungo termine, all’AIM (Alternative Investment Market), il mercato di Borsa italiana dedicato alle Pmi in cerca di capitali per finanziare la crescita. Fino al vasto mondo del private equity, forma di investimento di medio-lungo termine, per lo più da parte di soggetti istituzionali, in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo e crescita.

“L’Italia è indietro sul mercato dei capitali e molto c’è da fare sul piano culturale per far capire alle piccole e medie aziende, abituate a trattare con le banche, che ci sono altre interessanti opportunità per finanziarsi – spiega Giulio Bastia, Codirettore Generale di Banca Finnat – i cambiamenti, però, non si possono fare per legge, ma ci vogliono tempi medio-lunghi, stando attenti a non alimentare bolle speculative”.

Proprio la storia di AIM Italia, nata nel 2009 sulla base di una precedente esperienza inglese, dimostra quanto l’evoluzione in questo ambito sia rapida e costante. Con un mercato che è triplicato negli ultimi 5 anni. “L’AIM Italia ha grande capacità di sviluppo – spiega Bastia – basti pensare che ad oggi sono 113 le società quotate, mentre in Inghilterra, dove il sistema delle Pmi ha numeri e tradizione molto più ridotte, ce ne sono mille”.

Tra gli strumenti finanziari più recenti che le imprese italiane possono prendere in considerazione ci sono i Pir, i Piani individuali di risparmio. Una forma di investimento a medio termine, fiscalmente incentivata, introdotta dalla Legge di bilancio 2017 per spingere i piccoli investitori a sostenere le imprese italiane, soprattutto quelle più piccole. Ora, su questo fronte, ci sono modifiche importanti nella Legge di bilancio 2019.

“L’intento dei Pir, che in Italia hanno un monte complessivo di 23 miliardi di euro, è positivo perché avvicina i risparmi delle famiglie alle imprese, ma non sempre si è dimostrato adatto per le Pmi – afferma Diego Selva, Direttore dell’Investment Banking – Banca Mediolanum – la nuova Legge di bilancio ha imposto che il 3,5% del valore dei Pir sia investito in aziende con un valore di mercato al di sotto dei 50 milioni di euro e il 3,5% sui venture capital. Sono circa 800 milioni di euro per ciascuno dei due obblighi, troppi per l’attuale sistema dei Pir – continua – attendiamo, quindi, il previsto decreto attuativo per fare un po’ di chiarezza sulle novità”.

In attesa dei prossimi sviluppi diventa fondamentale l’azione sul territorio dei diversi operatori interessati a questo settore. Tra questi, naturalmente, Assolombarda. Che ha già avviato un’azione di informazione e assistenza, rivolte alle imprese associate e non solo, sul tema degli strumenti di finanziamento. Con proposte innovative, Bancopass ne è un esempio, capaci di velocizzare l’accesso ai fondi e la possibilità di ottenerli. Come ci spiega Renato Carli, Presidente Gruppo Tecnico Credito e Finanza di Assolombarda.

La consulenza societaria vede impegnati anche soggetti specializzati sul versante legale e tributario. In grado di assistere le aziende nelle diverse fasi dell’investimento finanziario. Ecco perché al convegno presso il Presidio di Monza di Assolombarda è intervenuto anche Mennato Fusco dello Studio Manini & Associati.

D’altro canto, mai come oggi e in un campo così difficile e competitivo, c’è bisogno di competenze multidisciplinari. Anche sulla scia di quanto, quasi 200 anni fa, Charles Darwin affermava sul versante della biologia. Ma che oggi può valere, tanto più, per l’economia. “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”.

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