Varedo, quale futuro per Villa Bagatti Valsecchi? (Dopo la sentenza…)

Villa Bagatti sarà la nuova Tittoni? In vista della sentenza del 18 dicembre, che stabilirà se ci fu corruzione nella compravendita, il sindaco e il presidente dell’associazione dei volontari immaginano il futuro della villa di Varedo.
La sentenza del prossimo 18 dicembre* segnerà, in un modo o nell’altro, un nuovo capitolo per Villa Bagatti Valsecchi, la meravigliosa villa settecentesca immersa in un parco nel cuore di Varedo. Il giudice dovrà pronunciarsi in modo definitivo su una vicenda delicata che inizia nel 2012. Ossia quando le perizie che hanno valutato l’immobile circa 6 milioni di euro sono state messe in discussione: si tratta quindi di confermare o confutare l’effettivo valore e nel caso persista il reato di corruzione, capire quanti e quali sono state le persone coinvolte nella presunta perizia gonfiata.
Nel frattempo Villa Bagatti Valsecchi è stata saltuariamente aperta al pubblico per mostre e manifestazioni, da Expo Arte Italiana, nel 2015, a iniziative culturali e artistiche, fino a diventare, proprio quest’anno, lo scenario scelto per girare Bake Off, il format di Real Time dedicato alla pasticceria. Ma non è abbastanza: gli stessi varedesi spesso non la conoscono. Per questo il sindaco Filippo Vergani (Lega) ha espresso più volte il desiderio di renderla fruibile a più persone e per più tempo, magari a partire dal parco, che si estende per più di 64mila mq e da cui parte un viale (viale Bagatti, appunto), frequentatissimo soprattutto durante la bella stagione, che porta a Palazzolo e alla ciclabile che costeggia il canale Villoresi: «Vorrei che il parco fosse reso disponibile ai cittadini, almeno nei week-end dalla primavera all’autunno – ha dichiarato il primo cittadino -: è bello e ben tenuto, può far innamorare i cittadini della villa. Adesso invece i cancelli sono sempre chiusi, anche in estate: le persone si fermano a guardare cosa c’è dentro, ma non possono entrare». Una volontà condivisa dal nuovo presidente dei Volontari Versiera Varedo, l’associazione che dipende dalla Fondazione Versiera per la gestione della villa: Massimo Chisari, 32 anni, è da pochissimi mesi a capo del nuovo consiglio direttivo dei volontari, pieno di entusiasmo all’idea di far rinascere la villa.
Entusiasmo che si deve scontrare, però, con la cronica mancanza di volontari e di risorse. «Servono persone per tenere aperto il parco – premette -, non si può fare accoglienza e basta: ci sono alcuni punti critici che devono essere sorvegliati. Mi piacerebbe che si avvicinassero all’associazione nuove persone, ragazzi giovani interessati alla villa e al territorio – continua -: non solo perché la loro presenza faciliterebbe la gestione dell’apertura e degli eventi, ma anche perché potrebbero portare nuove idee e nuova energia». «Mi rendo conto che non sia facile, ma non si è neanche mai provato – ribatte il sindaco. E propone -: Basterebbero anche solo due persone, in modo da tenere aperti entrambi gli ingressi, sia quello di via Vittorio Emanuele II, sia, soprattutto, quello di viale Bagatti, almeno quando la villa è aperta per le mostre. In fondo anche in un normale parco pubblico può succedere qualcosa, non per questo devono esserci volontari a controllare ogni angolo: basta che ci sia qualcuno per tutelare la villa e il parco».
Sia Chisari sia Vergani, in realtà, vorrebbero riuscire a rendere la villa e il parco più vivi e vissuti. «Il desiderio della giunta è di aprire – conferma il sindaco -, lo conferma il lungo percorso per farla diventare comunale. Cercheremo di fare in modo di tenere aperto il parco, magari attivandoci con più associazioni: siamo riusciti a portare a Varedo l’associazione Carabinieri, che vorremmo ospitare all’interno di Villa Bagatti». Il modello vorrebbe essere, o quasi, quello di Villa Tittoni a Desio: «Per me è un punto di esempio validissimo – spiega Chisari -, potremmo organizzare tanti eventi per la cittadinanza e non solo, dalle guide interattive all’interno della villa al cinema sotto le stelle e ai concerti nel parco, fino alle cene in bianco o ai mercatini di Natale». «Va bene portare le mostre di arte, ma non solo queste le manifestazioni che attraggono più persone – continua Vergani -. Ho due figli di 24 e 21 anni che d’estate vanno sempre in Villa Tittoni, e a me chiedono: “Ma la nostra villa?”. Mi piacerebbe poter organizzare qualcosa di simile anche a Varedo, a partire dal parco. È assurdo che resti chiuso un parco nel centro della città, che tutti rimangono stupiti quando riescono a vedere, e che invece la gente entri tranquillamente alla Snia, che finisce per rappresentare Varedo come simbolo del degrado». Ma per gli eventi servono risorse: la soluzione, forse, potrebbe trovarsi in un partenariato tra pubblico e privato, proprio come avviene per Villa Tittoni.
Qui sopra: Vergani, Chisari e l’assessore alla cultura Cristina Tau
*Aggiornamento. La sentenza è stata rimandata a febbraio a causa dello sciopero degli avvocati penalisti.