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Brianzasicura, trasparenza on line? I Comuni MB rimandati a settembre

L'associazione ha condotto una ricerca che evidenzia alcune lacune in relazione all'adempimento della legge 33.

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Altro che acqua di rocca. Le amministrazioni brianzole, a parte alcune eccezioni, hanno un brutto rapporto con la trasparenza. BrianzaSicura, l’associazione che da anni si batte per contrastare criminalità e malaffare in ambito amministrativo, ha condotto una ricerca sul grado di applicazione della legge 33 nelle pubbliche amministrazioni della Provincia.

Il voto finale è un sei stracciato. Come dire: la trasparenza c’è, ma non sempre si vede. Il dato più confortante riguarda la presenza del link sul sito per la sezione amministrazione trasparente. Tutti e 55 Comuni (tranne due) ce l’hanno.

Però l’adempimento formale alla norma non basta per affermare che l’amministrazione è davvero “trasparente” e soprattutto che tale trasparenza è considerata un consapevole valore aggiunto, come efficace strumento di prevenzione della corruzione e della cattiva amministrazione.

Secondo la ricerca effettuata da BrianzaSicura, “un terzo dei Comuni Mb infatti non pubblica l’elenco del suo patrimonio immobiliare in modo chiaro e di facile controllo. Inoltre, un quarto di quelli obbligati per legge (ovvero 5 su 20 oltre i 15.000 abitanti) non rende nota la dichiarazione dei redditi dei suoi organi politici. E in generale oltre tre quarti delle Amministrazioni brianzole presentano i loro dati solo in copia non modificabile e non in formato elettronico rielaborabile, il che riduce in modo drastico la possibilità di controllo da parte dei consiglieri comunali e dei cittadini in genere e limita lo scopo preventivo della legge 33/2014 sulla trasparenza amministrativa”.

La ricerca verrà presentata il prossimo 11 dicembre nel corso di una conferenza stampa in programma nella sede della Provincia di Monza.

“Adempiere alla legge  33 significa garantire trasparenza e fare tutto il possibile per prevenire episodi di corruzione o cattiva gestione della cosa pubblica – spiega Roberto Beretta, vice responsabile dell’associazione -. Tuttavia, va precisata una cosa molto importate. Le mancanze delle amministrazioni non sono legate a una situazione di malaffare, ma piuttosto a una oggettiva difficoltà dei Comuni ad adempiere per mancanza di una direttiva Comune. In altre parole, ciascuno fa un po’ ciò che vuole per mancanza di una norma comune. Credo che la Provincia potrebbe intervenire con una sorta di vademecum da distribuire su come fare e quali passi compiere per soddisfare le richiesta della legge 33”.

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