Roncello e il Movimento Animalista Monza Brianza contro i bocconi avvelenati

In comune a Roncello una conferenza per informare sui comportamenti da tenere nella segnalazione degli avvelenamenti dei cani, sui rimedi e sulle pene previste.

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Bocconi avvelenati per Fido: il punto in sala consiliare a Roncello. A fare una panoramica su un problema che negli ultimi mesi ha riguardato in modo particolare proprio Roncello, dopo un caso di accertato avvelenamento avvenuto nel mese di agosto in paese, è sceso in campo il Movimento Animalista Monza Brianza, con la responsabile Barbara Zizza e la viceresponsabile Chiara Nogarotto. Una conferenza informativa sul tema, lunedì sera, con il contributo degli “addetti ai lavori”, per far luce su un fenomeno in preoccupante crescita. Preoccupante, specialmente per i padroni di Fido.

Tra gli scopi dell’incontro, c’era quello di chiarire la procedura corretta da seguire in caso di sospetto avvelenamento, o di morte del cane. “In caso di ritrovamento di esche è opportuno avvisare gli organi di Polizia e il servizio veterinario dell’ATS del territorio – ha precisato Diego Perego del Servizio Igiene Urbana Veterinaria ATS – In caso di impossibilità di intervento immediato dell’attività competente, prima di raccogliere qualsiasi materiale sospetto occorre munirsi di guanti e mascherina (che potrebbe sembrare eccessiva, ma non lo è affatto). Il materiale reperito e trasportato in contenitori di plastica richiusi ermeticamente viene quindi inviato all’istituto zooprofilattico dall’ATS di zona. In caso di animale invece già deceduto bisogna chiamare il veterinario per gli accertamenti. Noi comunque facciamo sempre un minimo di screening selettivo sui campioni che ci vengono inviati, perchè le analisi che vengono fatte in laboratorio sono comunque costose e già mirate“.

Per questo è importante sospettare subito, quando si rinviene un boccone avvelenato (wurstel, polpette…) quale sostanza contiene perchè ha un colore particolare o presenta dei corpuscoli insoliti. In quel caso si può procedere infatti con un’analisi mirata. Ci sono anche casi, infatti, in cui ad essere consegnati sono materiali che non hanno nulla del boccone avvelenato. Ad entrare nel merito delle sostanze più frequentemente inserite nelle esche come veleni, ci ha pensato il medico veterinario Andrea Angeletti, che ha passato in rassegna quelle principali. Su tutte, lumachicidi, rodenticidi, liquidi antigelo, paraquat e cioccolato. Quest’ultimo tra i veleni più spesso “involontari”. E tra i rimedi “tascabili” più efficaci per favorire l’espulsione del veleno, ci sono l’acqua ossigenata e l’acqua con il sale.

Ma cosa rischia invece chi avvelena i cani? Lo ha spiegato Marco Lacchei, avvocato penalista del Foro di Monza. “Purtroppo sull’argomento esche avvelenate in Italia si va avanti a suon di proroghe annuali dell’Ordinanza Ministeriale del 2012 – ha fatto presente l’avvocato – L’ultima proroga scadrà a luglio 2019. E senza una legge primaria che norma l’oggetto, significa che ogni anno c’è il rischio di lasciare un vuoto normativo sulla materia. Le pene previste sono irrisorie, da quattro anni a due mesi di reclusione, quasi sempre sono convertite in pecuniarie“. All’orizzonte, però, qualcosa sembra muoversi negli ultimi tempi in parlamento, con il DDL a firma Cirinnà che ha proposto l’innalzamento della pena per i maltrattamenti sugli animali (da due a sei anni, senza possibilità di conversione in forma pecuniaria), e la proposta di legge di Michela Vittoria Brambilla sul divieto di detenzione e uso delle esche avvelenate.

Nel frattempo, però, è vietato fermarsi con la sensibilizzazione. “In queste azioni, sempre più frequenti, sia sul suolo pubblico che privato, si fatica a comprendere il senso di gesti simili contro gli animali – ha osservato Barbara Zizza, responsabile anche del progetto Monza a Quattro Zampe – che non vengono solo uccisi, ma talvolta addirittura fatti a pezzi. È un po’ lo specchio di una società in cui ormai viviamo in maniera egoistica, immersi nei social e senza alcun tipo di empatia per gli altri. Questi episodi possono essere mossi anche da ripicche per banali liti condominiali, o da esasperazione”. Movimento Animalista che prossimamente, con il consenso del Comune di Monza, ha in preventivo un incontro sul modello della serata di Roncello, coinvolgendo in questo caso anche l’ENPA, per continuare a sensibilizzare tutta la provincia su quella che ha tutti i contorni di una vera e propria piaga.

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